La semifinale di coppa Italia è stata l'ennesima prova che il ciclo della Juventus è ormai prossimo alla conclusione.

È doloroso ammetterlo così presto, in fin dei conti siamo ancora in corsa per vincere tutte le competizioni, ma analizzando la partita e più in generale il momento bianconero, mi sembra più che evidente che ci siano tutti i segnali di un'inevitabile declino.

La Juventus ieri sera meritava di perdere la partita, salvata solamente da un rigore per altro netto e dalle parate di un portiere di 42 anni ormai prossimo al ritiro. 

Ci saremmo tutti aspettati una prestazione di ben altro tipo, come successo negli ultimi otto anni, ogni qual volta venivamo da una brutta sconfitta come quella di Verona: invece abbiamo assistito ad una squadra molle, confusa, lenta, impacciata, preda della confusione tattica e della pochezza tecnica di troppi dei suoi interpreti. 

Facciamo senza problemi nomi e cognomi: De Sciglio, Bonucci, Matuidi, Ramsey e anche Quadrado sono sembrati ex giocatori completamente travolti dal ritmo del Milan e incapaci di ribattere colpo su colpo. 

La manovra non scorreva veloce, la difesa troppo preoccupata di non prender goal, un centrocampo in cui il solo Pianjc ha provato a giocare la palla e un attacco che spesso si trovava a dover risolvere con giocate individuali di un immenso Dybala.

Matuidi è oramai da considerare un panchinaro di emergenza, incapace di giocare con un minimo di efficacia anche i più semplici palloni e in grado di sbagliare appoggi e stop da terza categoria.

Ramsey non se è mai realmente inserito nel contesto bianconero, figlio dell'equivoco tattico mezzala-trequartista, e troppo lontano da una condizione atletica minimamente accettabile.

De Sciglio lo conosciamo: è un modestissimo mestierante del calcio che però c'entra poco con la Juventus e in poi sembra aver perso anche quella fiducia che ne crollerebbe tutti i limiti tecnici.

Bonucci e Cuadrado sono evidentemente in una fase calante della carriera: il primo troppo poco difensore per giocare in coppia con De Ligth, il secondo completamente snaturato nel tentativo di trasformarsi in terzino.

I soli Ronaldo, Dybala e Buffon hanno offerto un prestazione di livello, con il fuoriclasse argentino, protagonista dell'ennesima ottima prova (e pensare che hanno provato a venderlo in giro per tutta Europa vero Paratici?).

Gli ingressi di Rabiot e Bentacur hanno solo parzialmente risistemato la partita, ma era evidente come un Milan non proprio zeppo di campioni avesse messo alle corde la squadra campione d'Italia. 

Le strade ormai sono ridotte: alla Juventus e al suo allenatore non resta che battezzare un undici titolare da mandare in campo sempre salvo infortuni, cercare di portare a termine la stagione limitando i danni. 

Per poi dare avvio al cambio generazionale troppo rimandato nel tempo, anche a costo di non vincere per qualche anno.
Abbiamo ancora valore economico nella rosa e una certa disponibilità economica per effettuare un mercato estivo di un certo tipo.

Bisogna ripartire con un nuovo progetto anche per non rovinare con una lenta fine questi otto anni meravigliosi: noi tifosi ringrazieranno per sempre tutti giocatori che sono passati dalla Juve in questi anni, la società ha il dovere di fare valutazioni tecniche adatte al livello internazionale della  nostra storia.

Ho volutamente tralasciato di parlare delle scelte del nostro "amato" mister: a fine stagione sarà rivoluzione e lui verrà coinvolto per primo.