Tre allenatori molto diversi, tre squadre rivali divise da un solo punto, tre modi di intendere calcio, tre vie differenti per arrivare al successo.

E un solo traguardo possibile per almeno due di loro.

La prima, almeno nella classifica attuale, è la squadra a detta di tutti più forte, con individualità internazionali e una abitudine a vincere a dir poco unica.

La seconda è un gruppo di ferro, guidato da un sergente di ferro, che fa di grinta e voglia di arrivare la sua arma principale.

La terza è una sorpresa, bellissima interprete del nostro amato calcio all'italiana, riveduto e corretto da un allenatore,forse troppo sottovalutato dalle big.

La Juventus, finito il favoloso ciclo Allegri, ha puntato su un allenatore "belgiochista", con il risultato almeno per il momento, di essere una squadra ibrida, senza arte ne parte, che si affida alle giocate dei suoi immensi campioni, ma che denota enormi fragilità, dovute principalmente al tentativo di cambio di mentalità. 

I bianconeri pratici e cinici fino allo scorso campionato, ora si ritrovano a fare i conti con una fragilità difensiva prima sconosciuta, e forse per la prima volta negli ultimi anni, con una rosa calciatori costruita male e incompleta.

L'Inter ha avuto la lungimiranza di puntare prima alla ri costruzione societaria e poi al campo: il vero colpo dei nerazzurri è stato Marotta, abile artefice dei trionfi torinesi, e ora vero punto di forza della struttura inter.

Ha prima ingaggiato l'unico allenatore che potesse rimettere in riga un gruppo di calciatori talentuosi ma irrequieti, e poi puntando sulla voglia di vincere di Conte e sulle sue innate doti da condottiero, ha  costruito una squadra di ottimi giocatori soldato, che mettono in campo con grinta e ferocia, tanti anni di delusioni sportive. 

Hanno avuto il coraggio di disfarsi di giocatori singolarmente fortissimi, infatti Icardi a Parigi fa valanghe di goal, ma deleteri per il gruppo:hanno dato in mano tutto a Conte che con idee ben codificate poco a faticato ad in incidere sul gruppo.

E i risultati si sono visti da subito.

La Lazio, a differenza delle sue rivali, è partita sull'onda lunga del successo in coppa Italia, lasciando praticamente intatto il suo par o giocatori, eccezion fatta per Lazzari, uno vero nuovo titolare della rosa.

Ha sfruttato il lavoro consolidato di Simone Inzaghi,ha trovato anche con un po di fortuna colpi eccezionali dei suoi campioni,ha scientificamente deciso la competizione su  cui puntare.

Sia chiaro, alcuni elementi biancocelesti ,vedi milinkovic e luis Alberto,sono giocatori di primissimo livello,ma onestamente nessuno di noi poteva pensare ad una Lazio così in alto in classifica.

Per non parlare di Immobile e Acerbi, troppo velocemente scartato dal grandissimo calcio e invece determinanti nel giusto ambiente. 

Il presidente Lotito è tanto lungimirante quanto poco simpatico, ma il ds Tare sta impartendo lezioni da dirigente a tutto il.calcio italiano.

Tanti anni sono passati da un campionato combattuto come questo:era il 2002 e la juventus vinse l primo scudetto della seconda era Lippi,seconda arrivo la roma e terza l'Inter. 

Superfluo ricordare come si vinse lo scudetto:5 maggio Lazio-Inter 4-2 e tutto il popolo juventino in festa per una Vittoria onestamente inaspettata.

Lazio-Inter già..... guarda caso la prossima sfida scudetto.

La storia dello sport è piena di imprese epiche di squadre epiche: il Leicester in Inghilterra,l'atletico Madrid di Simeone in Spagna,il verona di Bagnoli negli anni 80,e per cambiare sport i Toronto raptoors campioni nba2019 .

Ecco la Lazio ha tutte le caratteristiche per diventare una squadra epica.

Sia per l'Inter ma soprattutto per la juve perdere l scudetto sarebbe un fallimento sportivo: senza mezzi termini.

Chi trionferà quindi?la via media bianconera,la gara nerazzurra,o il destino biancoceleste?