Tutta n'ata storia ca se po' cagnà si te 'ncazze, rivendicava Pino Daniele e quasi uguale uguale questo Benevento new-normal, così simile per impianto di gioco a quello che ha annichilito la B pre e post-COVID19 infrangendo tutti i record di categoria, nessuno escluso. Montipò tra parentesi tra i pali, il portierino che ha regalato il primo gol al sempiterno Fabio Quagliarella, lo stesso che pareggiava il gol all'esordio assoluto in A di quella compagine goffa ed impreparata apparecchiatasi a Marassi il 20 agosto 2017, messo a segno al 15' dal funambolo Amato [all'epoca molto, Ciciretti, prima di smarrirsi e gli si può solo augurare di tornare ed affermarsi per i mezzi di cui dispone e forse nemmeno lo sa]. Quasi un'inversione. Alla prima di B Lorenzo aveva congelato lo 0 a 0 di Pisa all'ultimo respiro, parando un rigore a Marconi al 96' del 23 agosto 2019. Primo mattoncino d'una serie infinita di clean shit, anglicismo per dire porta inviolata. Il carico ce l'ha poi messo Glick che, pur in raffazzonato e precipitoso ripiegamento, si scioglieva come un Camillino al sole rovente, facendosi anticipare da novellino alle prime armi dall'altro centrale blucerchiato, Colley, su millimetrico cross di Candreva. E tuttavia la squadra giallorossa non si scomponeva e cominciava a prendere campo col piglio d'una veterana, sempre palla a terra e sempre in anticipo sulle seconde palle, ed i doriani che non ci si raccapezzavano evitavano di capitolare solo grazie ai riflessi di Audero, che con Montipò ha condiviso l'Europeo Under 21 dello scorso anno, partendo entrambi alle spalle di Alex Meret, vagamente incompreso oggi a Napoli. Finché il daemon del calcio, che toglie e dà secondo arcani indecifrabili, decide che il capitano Luca Caldirola debba bagnare il proprio di esordio in A - da ventinovenne - con una doppietta di grande pregio tecnico, piazzando una corta respinta doriana da palla inattiva e riproponendo un pezzo forte della casa, la spizzata di testa in anticipo su corner, imparabili quanto chirurgici, entrambi di destrezza più che di forza, al 33' del primo tempo ed al 27' del secondo. A pareggio ottenuto l'inerzia diceva più Benevento che Sampdoria, a parte una fiammata blucerchiata di qualche minuto, ed infatti una rasoiata dai 25 metri di Gaetano Letizia, che questi colpi nei suoi piedi ce l'ha, fissava al 43' il punteggio della remuntada appena scalfito da un ottimo appoggio di testa di Manolo Gabbiadini che, al primo pallone toccato, lambiva il palo destro a Montipò impotente e battuto. Molto equilibrato l'arbitraggio di Dionisi di L’Aquila e dei suoi collaboratori. Il calcio dà, il calcio toglie. Non si può dire in assoluto che la Samp, questa Samp, sia irresistibile. Ma pure l'Inda di Gonde, che sembra una squadra senza né capo né coda e gioca abbastanza male, suscita qui ed ora particolari entusiasmi. Magari a breve giocherà meglio ed in maniera meno casuale. Certamente più di un Benevento che ha innestato 5 calciatori di categoria e tutto insieme costa quanto un paio d'ingaggi top nerazzurri, suo prossimo avversario mercoldì alle 18:00, ed invece traduce in campo la personalità e le intenzioni del suo primo artefice, Pippo Inzaghi, che pare trasmettere ai suoi ragazzi il piglio del campione sempre desideroso di migliorare e sempre affamato di vittorie. Insomma la Strega è tornata, ma la storia è tutt'affatto diversa. Si sapeva e si vede, fin da subito. Quasi indipendentemente dal risultato maturato sul campo e senza nemmeno grande sforzo. In apparenza. https://sport.sky.it/calcio/serie-a/2020/09/26/sampdoria-benevento-risultato-gol