E nel giorno della Befana la Strega scopre di non essere una Cenerentola.

Seconda vittoria in A del Benevento, prima consecutiva e supergol di Massimo Coda, primo della doppietta, giudicato il più bello della giornata dal pubblico di 90° minuto. A coronamento di una prestazione tutta giocata compattati in 20 metri, mandando in gol un 19enne sannita di Telese Terme di nome Brignola, ancora su assist di Coda:

si ricorderà che il portiere Brignoli aveva garantito il primo punto in A con un chirurgico colpo di testa all'ultimo respiro, imprendibile per Gigio Donnarumma, mentre il suo quasi omonimo aveva fatto il proprio esordio assoluto in A, poi schierato nell'undici base la scorsa settimana cogliendo la prima vittoria nella storia della Strega nella massima serie ai danni del Chievo Verona e confermato ieri, anche per l'ecatombe di infortuni che ha mietuto vittime (?) nella rosa che si presunse titolare. Tre presenze, sette punti

Ma è anche tempo di Orestiadi, la trilogia che nel 458 a.C. condusse Eschilo a vincere le Grandi Dionisie, più vicine ad un festival di tragediografi in competizione che ad un talent, e l'omofono presidente Vigorito s'augura possano condurre alla sua finale assoluzione:

Oreste che uccise Clitennestra, sua madre, rea dell'omicidio di suo padre Agamennone, patendo la persecuzione delle Erinni ma che il tribunale dell'Areopago presieduto da Atena, figlia prediletta di Zeus, dea della sapienza, delle arti e della guerra, assolse da ogni colpa.

Oreste Vigorito esce con le ossa rotte dal primo girone di massima serie nella storia del calcio a Benevento, per eccesso di protervia e disorganizzazione, mix esiziale in una competizione comunque ai vertici dei campionati europei, sebbene lontanissima dai propri fasti a cavallo degli anni '90. Come si può notare in troppe circostanze ed anche dal campo, osservando i limiti tecnici di molti e forse troppi interpreti spesso titolarissimi nei rispettivi club. Motivanti residue speranze d'impresa

Il suo amor proprio gl'impedisce di contestualizzare con freddezza gli errori dilettantistici che ha commesso, a cominciare dall'eccesso di fiducia in un DS come Salvatore Di Somma, del tutto inadeguato alla A: 

come si può verificare dalla frettolosa lista di sbarco che ha decimato la rosa del doppio salto, spesso scegliendo profili più scarsi o notoriamente rotti e certamente meno motivati degli artefici delle due promozioni.

Intanto ha esordito il difensore franco-camerunense Billong che, con un solo allenamento in giallorosso, subentrato nella ripresa, è sembrato buon innesto, conferendo fisicità al reparto arretrato ed accorte diagonali.

Ma oltre Sandro, ex Tottenham, di cui occorre verificare la tenuta fisica mentre non dovrebbe essere in discussione il potenziale, ed il fantasista brasiliano Guilherme, acquisito a parametro zero dal Legia Varsavia, in attesa di transfer e slot da liberare, la sensazione è che arriveranno calciatori che eleveranno la cifra tecnica della rosa, non un compito proibitivo, e la taglia atletica, idem, provando a mettere dentro centimetri, muscoli e personalità. Allo scopo di tentare la scalata della montagna, come l'Oreste giallorosso ripete da settimane, come per un decisivo colpo di reni:

il suo Eschilo o l'Eschilo ch'è in lui ha già narrato l'assalto al cielo che Atena, da par suo, benedì. 

Orestiadi è anche il nome del festival di Gibellina che, tra le opere permanenti, espone la "Montagna di sale" di Mimmo Paladino, sannita da Paduli, pensata nel 1990 come scenografia de "La sposa di Messina" di Friedrich Schiller, diretta da Elio De Capitani e messa in scena per quell'edizione, poi definitivamente installata al Baglio Di Stefano, oggi sede dell'ottimo Museo delle Trame Mediterranee

ricorrendo la simbologia della montagna e dell'opera, è contemporanea opera d'arte quella che separerebbe la Strega da una salvezza onirica quanto la fenice, per molti aspetti un'altra Epifania, e della tempra del popolo che diede il nome alla penisola, possibile etimologia da Viteliù, di origine osca, la lingua degli Osci e dei Sanniti, prima testimonianza epigrafica dell'uso del nome Italia.

Un'ultima menzione allo "zio", Fabio Lucioni, il capitano, fresco sposo di una beneventana e in pendenza di giudizio sportivo, che potrebbe giungere il prossimo 16 gennaio: anche il tecnico longobardo Roberto De Zerbi, sospeso sul corridoio Longobardia Maior/Minor Brescia-Benevento, ha dichiarato senza mezzi termini che il suo rientro in rosa ha conferito solidità al reparto arretrato e sicurezza alla squadra. 

È evidente ma ci torneremo. In un caso o nell'altro.