"C'erano altri club anche con ingaggi più alti ma il Milan veniva prima di tutto. Ogni giocatore ragiona a suo modo, c'è chi pensa ai soldi e chi pensa a star bene. E io al Milan ho tutto per star bene". 

-Sandro Tonali
Con
 la cessione di Tonali si chiude anche la più remota possibilità di un ritorno al calcio di una volta, quello fatto di bandiere o potenziali tale, di attaccamento alla maglia, di milanismo puro in certi casi.

Sento sempre dire che quel calcio non esiste più e che in un contesto dove girano così tanti soldi, è anacronistico parlare di sentimentiromanticismobandiereattaccamento alla maglia e quant'altro. Che le bandiere o le potenziali bandiere non esistono più. Che sono tutti professionisti e che vanno dove li pagano di più. Che è solo business. Questi discorsi mi sembrano superficiali perché le bandiere, e penso a Franco Baresi o Paolo Maldini con il Milan, ma anche un Francesco Totti con la Roma, sono esistite in un calcio in cui giravano sempre tanti soldi. È anche lì era tutto prevalentemente business, affari, ma questo non impediva l'esistenza di figure identitarie, che rappresentassero la storia di quel club e l'attaccamento alla maglia. Non condivido affatto questo cinismo e anche freddezza nella gestione del Milan da parte di Red Bird, fondo statunitense di proprietà di Gerry Cardinale per quello che concerne la cessione di Tonali, anche se con il senno di poi, va detto che il Milan con i soldi di Tonali prese gente come Loftus-Cheek, Reijnders, Musah, Pulisic, insomma ne è uscito nettamente rinforzato. Red Bird è arrivato ad acquisire il Milan attraverso delle indagini di mercato. Si è presentato male alla piazza, prima licenziando la bandiera Paolo Maldini e poi cedendo per una cifra sicuramente importante, si parla di 74 mln più 14 di bonus più percentuale sulla rivendita il centrocampista Sandro Tonali al Newcastle. Allo stesso Tonali il club inglese ha garantito un ingaggio di 8 mln netti più 2 di bonus. Al Milan ne prendeva 2.5 mln circa. O 3.5 mln netti.

In generale non metto in discussione le capacità da manager di Gerry Cardinale o anche dell'amministratore delegato Giorgio Furlani, ma tuttavia bisogna che comprendano che il Milan rappresenta una istituzione. Loro la vedono come se fosse una azienda tipo SamsungAppleMc DonaldAmazon per intenderci. Per loro i tifosi sono come dei clienti dell'azienda Milan. Ma c'è quella componente sentimentale, di appartenenza, di fedeltà nei confronti di certi colori, di una certa storia, che loro non possono non tenere in considerazione. 

Il Milan è più paragonabile ad uno Stato che ha radici identitarie e una propria cultura, una propria storia in cui si identifica, a cui sente di appartenere. Ha determinate tradizioni e credenze oltre che rappresentanze che in qualche modo lo rendono unico e inimitabile. Ha una storia che è solo sua. O addirittura è paragonabile ad una fede. Ha usi e costumi propri.

Tonali rappresentava il tifoso rossonero in campo. Milanista da sempre, giocava con il sangue agli occhi proprio perché essendo lui non solo un calciatore del Milan ma anche un tifoso del Milan, tendeva a dare sempre quel qualcosa in più. Aveva sempre quel livore in più. La maglia la sentiva. Non era un professionista come gli altri. Lui è pure milanista dentro. Era un simbolo di milanismo.

Molti dicono che Tonali poteva rifiutare l'offerta.
È vero, ma la colpa primaria ce l'ha Red Bird. Ce l'ha la proprietà.
Non è stato Tonali a chiedere la cessione.
Non puoi accordarti sull'ingaggio con un tesserato senza l'autorizzazione del club proprietario del cartellino del calciatore in questione se lo stesso club non ha trovato l'accordo con la squadra che vuole comprarti. Tonali viene messo spalle al muro perché la società decide di darlo al Newcastle e lui sarebbe dovuto restare a dispetto dei santi.

Lo ripeto, anche Sandro Tonali poteva rifiutare e per amore del Milan e della maglia rossonera restare a dispetto di Red Bird. Alla fine Red Bird con lo stadio di proprietà a San Donato Milanese comunque lascia un segno estremamente positivo nella storia del Milan, ma va sempre tenuto a mente per noi tifosi che il Milan resta, ma Red Bird passa così come Tonali e qualsiasi altro calciatore. Alla fine anche Tonali ha le sue responsabilità, ma in tono decisamente minore rispetto a Red Bird, che è stata la pietra dello scandalo in questa cessione. Le responsabilità della cessione di Tonali sono quasi totalmente della proprietà. È la proprietà che ha voluto cederlo. Ma parzialmente anche del calciatore.
Per carità, l'offerta è davvero ottima ma viene ceduto quello che era un simbolo di milanismo in campo, non solo un calciatore forte. E italiano oltre che milanista.

È altresì vero che cedendo un big puoi anche rinforzarti, lo dimostrò anche la Juventus quando cedette Zinedine Zidane al Real Madrid e con quei soldi prese Gianluigi Buffon, Lilian Thuram dal Parma e Pavel Nedved dalla Lazio. Quindi, come ha detto Adriano Fossa su Instagram in una frase a mò di didascalia sulla foto di suo marito Paolo Maldini: "non tutti i mali vengono per nuocere". Chiaramente un velato riferimento alla proprietà Milan per il licenziamento di Paolo Maldini.

La bandiera vera e propria è quella che cresce in società e fa tutta la carriera con la stessa maglia, quindi Paolo Maldini o Franco Baresi per intenderci, cresciuti nel vivaio Milan. Queste sono le bandiere vere e pure. Quelle che sposano a vita i colori di una sola squadra. Tonali per il fatto anche di essere milanista e quindi di avere un forte trasporto per questi colori, poteva diventare una bandiera acquisita, un capitan futuro per intenderci, perché comunque è cresciuto nel Brescia e prima ancora, da piccolissimo, nel Piacenza e nel Lombardia 1, e quindi non ha fatto tutta la carriera al Milan e non è un vivaio Milan, tuttavia è stato, anche se per breve tempo, un simbolo di milanismo.

Da settembre 2020 è stato al Milan fino alla stagione 2022-2023. Ben 3 annate in rossonero culminate con lo scudetto numero 19 vinto da protagonista.
Colpa dei petrodollari se questa favola oggi è finita. Il fondo Pif, ricchissimo proprietario del Newcastle ha messo fine a tutto questo con una offerta shock. Nel calcio di oggi tutto ha un prezzo, anche le potenziali bandiere.
Il calcio da tempo è sempre stato solo affari e business, ma a questo si riusciva anche ad avere scorci di romanticismo. Bandiere comunque pagate lo stesso profumatamente, quindi non è che facevano chissà quale sacrificio economico perché comunque restavano e guadagnavano meno ma pur sempre bene. Oggi è subentrata quell'avidità che ha ucciso ogni tipo di romanticismo. L'eccesso di avidità da parte dei calciatori che si fanno comprare in qualche modo sempre, proprietà straniere distaccate sentimentalmente e che gestiscono le loro società con distacco, da remoto, interfacciandosi con un loro braccio destro presente in società hanno portato a tutto questo.

Se l'amore per il Milan resta intatto sempre, tuttavia questa freddezza, questo modo di gestire le società di calcio senza simboli di appartenenza con distacco come se fossero delle aziende qualsiasi fanno sicuramente raffreddare la passione per questo sport meraviglioso. Non è più il calcio del popolo, dei tifosi, ma è il calcio dei fondi, dei petrodollari, dei magnati, dei vili affaristi, un divertimento per pochi. A noi tifosi resta solo la maglia e quei colori che da sempre sosteniamo e che mai abbiamo tradito. Noi tifosi puri, al quale cinismo e avidità non appartengono.

La cessione di Tonali, che lascia il Milan dopo 3 stagioni e complessive 130 presenze e 7 reti, è stato un forte schiaffo al tifoso milanista e a chi sperava di poter rivedere un simbolo di milanismo e di romanticismo tornare ad essere presente nella propria squadra del cuore. Così non sarà. È stata una dolce illusione ma in questo calcio di business-man e di vili affaristi, gli unici rimasti ad essere puri come gli occhi di un bambino siamo noi tifosi.
Sarà colpa delle favole al quale ingenuamente noi supporter crediamo ancora.


La lettera di addio di Tonali al Milan
"Oggi mi ritrovo qui con un mix di emozioni nel cuore. Come sapete, ho deciso di intraprendere una nuova avventura e una nuova sfida.Inizio con un ringraziamento alla società che mi ha accolto e dato la possibilità di far parte di questo club straordinario, che per me é e resterà sempre casa mia. Ringrazio chi ha fatto sì che io indossassi i colori della squadra del mio cuore e chi ha gestito con disponibilità e condivisione la situazione nelle ultime settimane. Ho imparato tanto in questi tre anni e ho trovato una famiglia calcistica tra società, compagni e staff tecnico, che mi ha sostenuto e guidato nel mio percorso. È grazie a voi se sono potuto migliorare come calciatore e come uomo.
Capisco che questo addio possa suscitare emozioni contrastanti ed è normale che ci siano quando si lascia un pezzo, grande, di cuore, ma è importante ricordare che nel calcio, così come nella vita, i cambiamenti a volte sono motivo di crescita per tutti. Adesso voglio ringraziare la mia gente: voi che, come me, portate nel cuore i colori rossoneri.
Non dimenticherò mai i cori della Sud, il 19esimo Scudetto, tutti i momenti meravigliosi condivisi insieme e l’amore per il nostro Milan.
Auguro a tutti voi, società e tifosi, il meglio per il futuro e sono sicuro che farete ancora grandi cose insieme. Un caloroso abbraccio, con la speranza che non sia un addio, ma un arrivederci.
Forza Milan".

Sandro