"Saremo una squadra di diavoli. I nostri colori saranno il rosso come il fuoco e il nero come la paura che inviteremo agli avversari" H​​​​​​​​​​erbert Kilpin, fondatore AC MILAN

​​​​Io tifo Milan. Sono un tifoso dell'AC Milan da quando avevo 5-6 anni. Ero un bambino quando il diavolo si accese in me. E questo colpo di fulmine ha un nome e un cognomeRoberto Baggio.

Molti tifano una determinata squadra perché gli viene tramandata questa passione dai propri genitori o parenti. In realtà per me è stato un po' diverso. In famiglia non si seguiva il calcio. Si seguivano altri sport. Mia sorella è un ex atleta di kickboxing, e ha ricevuto anche qualche riconoscimento importante, mia madre non segue lo sport, e mio padre, pace all'anima sua, che adesso non c'è più, era un meccanico, ma non era appassionato di calcio. Quindi è una passione che ho coltivato da me, in solitaria con il divin codino a fare da cupido.

In famiglia sono l'unico milanista. I miei zii sono juventini, i miei cugini anche e ho uno zio che è interista. Da piccolo da un mio zio, mentre ero a casa loro, ho scoperto Roberto Baggio, che a quel tempo giocava nella Juventus. 

Giocatore incredibile, con il pallone tra i piedi incantava. Era impossibile non essere ammaliati dalla sua classe. Ho tifato Roberto Baggio da piccolo quando giocava nella Juventus. Io che non seguivo il calcio, ho cominciato ad innamorarmi di questo sport per via di questo fuoriclasse assoluto, che con il pallone tra i piedi sembrava un alieno, era magico. Un attaccante, un 9 e mezzo dotato di una tecnica eccelsa e strabiliante. Il giocatore più forte che abbia mai visto. Successivamente inizio ad appassionarmi al calcio e quindi inizio a seguire anche la squadra della mia città, il Pescara. Poco dopo scopro il calcio inglese, intorno al 1996. Quando ero piccolo era raro vedere calciatori italiani giocare all'estero, così come era raro vedere i giocatori inglesi giocare fuori dalla Premier League inglese e dall'Inghilterra. Vengo affascinato dalla storia del Chelsea e nel vedere questo club comprare molti calciatori italiani, da Vialli, Zola, Di Matteo, Cudicini, Panucci, Casiraghi, Dalla Bona, Ambrosio, Ambrosetti e davvero tanti altri. Ha questo forte imprinting italiano. Mi piace e inizio a seguire il calcio inglese e a simpatizzare per il Chelsea in Inghilterra. Il mio principale e unico vero amore calcistico resta comunque il Milan.

Nel 1993, che è pressappoco se mi ricordo bene, è stato l'anno che ho cominciato a seguire il calcio, forse l'anno prima, comunque, nel 1993 Roberto Baggio, il motivo per il quale seguo il calcio, lo ribadisco, vinse anche, a livello individuale , il pallone d'oro, il Fifa World Player e il World Soccer's World Player of the Year.

Nel 1995/96 passa al Milan e così io divento milanista. Il diavolo si accende in me e il mio cuore si colora di rossonero. Divento un cuore rossonero. Divento un tifoso dell' AC Milan. C'era Fabio Capello in panchina. Roberto Baggio aveva la maglia numero 18. Quel Milan vinse lo scudetto. Arrivò ai quarti di finale di coppa Italia e di coppa Uefa.

Nel 1995/96 Roberto Baggio nel Milan in serie A giocò 28 volte e andò in rete 7 volte. In coppa Italia giocò una partita senza andare a segno mentre in coppa uefa in 5 presenze realizzò 3 reti. 

Quel Milan, nel 1995/96, aveva un organico pazzesco. 

PORTIERI: Sebastiano Rossi, Mario Ielpo, Gabriele Aldegani

DIFENSORI: Franco Baresi, Francesco Coco, Alessandro Costacurta, Marcel Desailly, Filippo Galli, Paolo Maldini, Christian Panucci, Mauro Tassotti

CENTROCAMPISTI: Demetrio Albertini, Massimo Ambrosini, Zvonimir Boban, Stefano Eranio, Dejan Savicevic, Gianluca Sordo, Patrick Vieira

ATTACCANTI: Roberto Baggio, Paolo Di Canio, Futre, Gianluigi Lentini, Tomas Locatelli, Marco Simone, George Weah.

COACH: Fabio Capello

Il capitano era Franco Baresi. Il vice capitano era Mauro Tassotti. Il presidente era Silvio Berlusconi. L'amministratore delegato era Adriano Galliani e nel management c'era anche Ariedo Braida come direttore sportivo. Quel Milan vinse il suo 15esimo scudetto e aveva una età media di 26,2 anni.

Roberto Baggio resta al Milan anche l'anno dopo, nel 1996/97. In serie A in 23 presenze realizza 5 reti. In coppa Italia 5 presenze e 3 reti, mentre in Champions League in 5 presenze realizza un gol. Quell'anno non fu particolarmente felice. In panchina c'era Oscar Washington Tabarez come direttore tecnico con Giorgio Morini allenatore. Fabio Capello era passato al Real Madrid. 

Quel Milan non vinse nulla, perse la Supercoppa Italiana contro la Fiorentina, Tabarez fu esonerato dopo l'11esima giornata con il Milan nono e fu sostituito da Arrigo Sacchi, che tornò al Milan. A fine anno il Milan arriverà undicesimo. 

L'anno successivo Roberto Baggio viene ceduto al Bologna. Io resto tifoso del Milan. Nella buona e nella cattiva sorte.

Tifo Milan e lo supporto non solo quando vince, ma sempre, anche quando va male. Certo, quando il periodo negativo perdura, può subentrare anche un po' di tristezza, ma alla fine resto milanista sempre.

Tifo Milan. E sostengo chiunque ne sia il proprietario, chiunque sia il dirigente e sostengo i calciatori e gli allenatori che si susseguono. 

Il Milan nel periodo di proprietà Berlusconiana, ha avuto più periodi alti che bassi. Ma io sono sempre rimasto milanista. Il Milan nella sua storia ha avuto tra le fila i miei calciatori preferiti. Gente come Ronaldinho, Beckham, Gattuso, Pirlo, Maldini, Baresi, Nesta, oltre a Roberto Baggio e a tanti altri. Mi piacciono i giocatori di classe e tecnica sopraffina ma anche quelli generosi e di sostanza. Calciatori di fatica e temperamento alla Gattuso, che è stato il primo calciatore che ho intervistato quando avevo circa 15 anni se non ricordo male attraverso il Corriere dello sport. Il noto quotidiano sportivo mise a disposizione un numero di telefono da chiamare al quale avrebbe risposto Gattuso. Parlai con Gattuso e gli chiesi se sarebbe rimasto al Milan. È da sempre un mio mito ed ero preoccupato perché aveva davvero tanto mercato. Anche dall'Inghilterra. Lui mi disse che sarebbe rimasto al Milan. Mantenne la promessa. E mi tranquillizzò.

La storia del Milan è fatta di continui mutamenti. Di alti e bassi. Di periodi un cui si va male e periodi in cui si trionfa e si fa la storia. È successo sempre. Anche l'annata con Tabarez lo testimonia, dopo lo scudetto con Capello. Lo testimonia anche il periodo con Terim e la rinascita con Ancelotti, con il quale si è vinto due Champions con lui in panchina. Io il Milan l'ho sempre tifato, sia nei periodi bui che in quelli di luce.

Con Berlusconi patron si è vinto molto, si prendevano profili affermati. Gente di esperienza. Si prendevano i top player. Si faceva poco scouting, anche nei periodi in cui si chiudevano i rubinetti. Kakà preso a 8.5 mln dal San Paolo, Thiago Silva a 10 mln dalla Fluminense, sono giovani che poi sono diventati top player, così come Shevchenko, che però fu pagato tanto. Poi ci sono stati i Vieira e i Gourcuff, gente che è stata scoperta dal Milan, ma poi si è affermata altrove, e altri come lo stesso Gourcuff, si sono persi dopo un periodo florido lontano dal Milan non dimostrando continuità. Lo stesso Davids come Vieira, è diventato top altrove dopo essere stato scoperto dal Milan.

Con Berlusconi si prendevano i top affermati. Van Basten, Gullit, Rijkaard, Roberto Baggio, Filippo Inzaghi, Nesta, Rivaldo, Rui Costa, Ronaldo, Ronaldinho e tanti altri. Tanto per fare degli esempi.
Negli ultimi anni di Berlusconi, dove questo non era più possibile, l'errore è stato quello di non avere un settore scouting all'avanguardia. Si prendevano i Pasalic in prestito, i Matri e i Lapadula o i Destro e si strapagavano gente modesta come Bertolacci. A volte si provava a rilanciare dei top come Fernando Torres.

Nel corso della sua storia, nel management rossonero c'è stata anche la presenza di un talent scout come Geoffrey Moncada. Al Milan di Berlusconi, specie negli ultimi anni, rimproveravo proprio la mancanza di scouting. E il fatto che eravamo uno dei pochi top club che non guardavano al mercato francese, cosa che storicamente il Milan faceva poco e male. Raramente ha azzeccato profili made in France. Eppure è uno dei maggiori campionati dove si tirano fuori i migliori talenti.

Questa lacuna fu colmata grazie a Moncada. Fu un cambio di rotta netto e secondo me molto positivo. Un qualcosa che io volevo che la mia squadra del cuore facesse. Iniziando a seguire la Premier League da piccolo restavo affascinato da quelle squadre che aveva una colonia di giocatori tutte di un determinato paese, che formavano l'ossatura della squadra. E notai l'Arsenal di Wenger, manager e coach francese che si faceva notare per i tanti acquisti francesi fatti dal suo Arsenal. Raramente li sbagliava.
E mi resi conto che quel campionato era una fucina di talenti impressionanti. Contento che il mio Milan, per una parte dalla sua storia, ha attinto molto da quel mercato francese. La stessa cosa in Inghilterra faceva il Chelsea con i calciatori italiani.

Io tifo Milan, nei periodi alti e nei periodi bassi. E lo sostengo sempre, anche nei periodi di forte mutamento, consapevole che nonostante i periodi bassi, il Milan è destinato a tornare ad alti livelli. Come è nel suo DNA.  Considero il mio capitano storico di riferimento del Milan Paolo Maldini, pur amando alla follia anche Franco Baresi e tutti i grandi e vincenti capitani della storia del Milan.

Il diavolo si è acceso in me. Da Roberto Baggio, in poi, nella buona e cattiva sorte forza Milan fino alla morte e oltre, sempre e comunque.

"Aveva un fascino speciale. È stata la squadra a ringiovanire il movimento italiano, sia dentro che fuori dal campo. La sua organizzazione, la sua volontà di imporre sempre il gioco. Il Milan è stata la squadra che ha cambiato la mentalità nel nostro calcio". Roberto Baggio 

Il mio 11 storico. La mia migliore formazione di sempre:

Modulo: 4-2-3-1

Formazione titolare: Dida; Cafu, F.Baresi, Nesta, P.Maldini; Gattuso, Beckham; R.Baggio, Kakà, Ronaldinho; Shevchenko.

Riserve:  (4-3-3): Maignan; Oddo, Thiago Silva, Fabio Cannavaro, Theo Hernandez; Seedorf, Pirlo, Denilson, Cristiano Ronaldo, Ronaldo Nazario de Lima, Djibril Cissè

Coach: Carlo Ancelotti

"Il Milan è un fatto culturale, un fenomeno estetico. Il Milan eccede la materia. È celeste...L'eccedenza soltanto è il Grande Spettacolo, eccedenza è il rendersi invisibile sul ring di Sugar Ray Leonard contro Roberto Duran... L'eccedenza è il giuoco senza palla: il giuocatore senza palla è un uomo senza Mondo! Capisce? È al-di-là della routine, il di-là-da..." Carmelo Bene