Ramires a un passo dall’Inter, anzi no, frenata. Però l’affare è in dirittura, solo alcuni dettagli da limare tra le due dirigenze. Contrordine: il brasiliano resta allo Jiangsu. Fumata nera.

Ma cosa c’è di vero in questa presunta esilarante trattativa tra due club della stessa proprietà, Suning? 
C’è di vero che Ramires, vincitore tra le altre cose di una Champions League, una Europa League e una Premier League con il Chelsea, è un obiettivo dell’Inter per gennaio. Il brasiliano rappresenta il tipo di centrocampista (abile tanto tecnicamente quanto a recuperare palloni, capace di andare a rete con inserimenti improvvisi in area di rigore) che manca a Spalletti, che ha promosso il suo arrivo. E il giocatore spinge per il trasferimento in Italia. Così come è vero che Fabio Capello, tecnico del Jiangsu, lo ritiene fondamentale per le sorti della squadra cinese che tanto ha faticato per ottenere la salvezza nell’ultimo campionato, seppur abbia dichiarato che l’affare è una questione tra dirigenti che dipende dai vincoli del Financial Fair Play cui è sottoposta l’Inter.

Ciò che non corrisponde al vero, invece, è la montatura mediatica di questi giorni atta a far passare una questione interna per una trattativa tra parti contrapposte: Walter Sabatini, il coordinatore sportivo di Suning Sports, non ha ancora il dono dell’ubiquità per formulare una proposta a una controparte rispondente alla figura di se stesso. Sabatini inoltre non ha bisogno di volare in Cina, come raccontano, per convincere Zhang a passare Ramires all'Inter, in questi termini la vicenda è ridicola e non sta in piedi. 

E allora perchè l'affare non va in porto? Più semplicemente, è evidente, gli escamotage di volta in volta studiati e proposti alla UEFA non vengono accolti.

Da parte Inter, Ramires guadagna 10 milioni l’anno e l’UEFA impedisce la partecipazione nel pagamento dell’ingaggio di un giocatore tra squadre della stessa proprietà. Ragion per cui l’Inter, anche non acquisendo il brasiliano a titolo definitivo, dovrebbe garantirgli lo stesso ingaggio sotto forma di un prestito oneroso per i restanti 6 mesi (circa 5 milioni di euro), ponendo attenzione agli equilibri di bilancio in tema FFP. L'UEFA infatti sottoporrebbe a stretti controlli i vari contratti in merito.

Da parte Jiangsu, dalla scorsa estate in Cina è stato imposto uno stop alle spese folli sul mercato: i club che acquistano calciatori stranieri per una cifra superiore a circa 6 milioni di euro sono sottoposti al pagamento di una tassa (c.d. luxury tax), che porta al raddoppiamento della cifra, destinata a un fondo di finanziamento per la crescita del calcio cinese. Lo Jiangsu, quindi, avrebbe il problema di dover sostituire Ramires con il fardello della luxury tax, dovendo reperire un calciatore dello stesso livello a cifre elevate a meno che non si presenti l'occasione di un prestito a sua volta. E in quest'ottica va vista la frenata all'affare riportata dall'emittente cinese PPTV Sports, di proprietà del gruppo Suning, con il Jiangsu che finora non ha messo a segno alcun colpo limitandosi alla cessione in prestito con diritto di riscatto del colombiano Roger Martinez al Villarreal per 15 milioni di euro. D'altronde, se davvero Suning avesse voluto "regalare" Ramires a Spalletti, il brasiliano sarebbe ad Appiano Gentile ad affinare la preparazione da almeno un mese, considerato anche il fatto che è reduce da un infortunio.

Questa rigidità da Nanchino, al netto dei vincoli imposti dall'Uefa, sul trasferimento di Ramires fa emergere il punto focale della questione: la priorità di Suning è locale. O quanto meno, se c'è da rinforzare l'Inter (soprattutto viste le pesanti limitazioni con cui si trova a convivere) indebolendo lo Jiangsu, più di un problema Zhang se lo fa eccome.

La strada tracciata, in ambito nerazzurro, appare chiara: realizzare un'impennata dei ricavi senza strafare (al netto delle ormai appurate e sciagurate operazioni Joao Mario-Gabigol targate Kia nell'estate dell'insediamento), in modo da evitare le cessioni dei pezzi migliori in ottica FFP, per poi spiccare il volo con l'accesso in Champions League che renderebbe attuabile la fase 2 del progetto Suning.