Con l'Inter virtualmente quinta in classifica e fuori dalla zona Champions dopo la notte da incubo del Ferraris, è tempo di riflessioni. Riflessioni da trasformare in quesiti indirizzati a un destinatario ben preciso. L'allenatore? No, Mazzarri, Mancini, De Boer, Pioli, adesso Spalletti. Tutti incapaci? No, basta.

Le domande sono per colui che ricopre il ruolo di direttore sportivo, il denominatore comune delle ultime quattro stagioni dell'Inter: Piero Ausilio.

  1. Dal 2014 fallisce i mercati, sotto il profilo tecnico e della personalità dei profili che approdano all'Inter. Ha portato, per sua ferrea volontà, Osvaldo, Medel, M'Vila, Dodò, Santon, Brozovic, Jovetic, Ljajic, Montoya, Biabiany, Eder, Ansaldi, Candreva, Gagliardini. Le risparmio Dalbert, perché credo sia stata un'idea di Sabatini, ma se penso che lei avrebbe preso Samir... Ha rinnovato i contratti di Ranocchia, Nagatomo, D'Ambrosio, Eder, e sarebbe toccato anche a Santon e Candreva se non ci fosse stato il solito e puntuale crollo di prestazioni. La domanda è: perché non si è mai assunto pubblicamente almeno una minima parte di responsabilità?
  2. Nelle sue continue esternazioni pre-partita, parla di "rosa difficilmente migliorabile". Lo ripeta più spesso agli oltre 50.000 spettatori di media che riempiono San Siro, i quali hanno assistito inermi agli errori di Santon schierato in campo per l'inadeguatezza di Dalbert che lei e Sabatini avete preferito a Kolarov, lo stesso Santon centrale di difesa costato 2 punti a Firenze, una voragine tra centrocampo e attacco in cui sono stati alternati Brozovic, Borja Valero e Joao Mario con risultati nulli, un centrocampo privo di un leader, lento, prevedibile e senza gol nei piedi, Eder-Pinamonti a Genova. "Rosa difficilmente migliorabile", diceva?
  3. I "senatori" di questo gruppo di psicolabili sono giocatori assuefatti alla mediocrità. Handanovic, ad esempio, che dovrebbe essere un leader di questa squadra per il valore che gli viene attribuito e la ormai lunga militanza nello spogliatoio, è talmente impaurito e rassegnato da non riuscire neanche a comandare la retroguardia urlando "solo!" a un difensore costretto a rinviare addosso al compagno. Lei, che lavora da anni in questo contesto, come ha potuto permettere che si ripartisse da questo stesso zoccolo duro che ha già dimostrato di essere in grado di tradire, per una stagione così importante per l'accesso alla Champions League?
  4. Siamo nelle mani di un ragazzino che nelle condizioni normali di una squadra del blasone dell'Inter sarebbe altrove a farsi le ossa, che si è trovato catapultato titolare ed è stato anche decisivo contro il Bologna, ma che resta pur sempre un ragazzino, e in quelle di un jolly di centrocampo reduce da un anno di inattività agonistica. Intendiamoci, i due sopra citati rappresentano perfino un lusso per l'Inter, ma la domanda in questo caso è: perché ci si affida sempre alle sfangate? Quando si opterà per una strada colma di certezze?
  5. Spalletti l'ha accusata neanche troppo velatamente di spifferare strategie di mercato alla stampa, le quali vanno a intaccare la serenità del gruppo che si sente messo in discussione e autorizzato ad abbassare il livello di guardia compromettendo il progetto tecnico. Non le sembra un modus operandi demenziale?
  6. I profili dei calciatori trattati dall'Inter provengono sempre da squadre medie della Serie A (Bologna, Udinese, Cagliari, Atalanta, Sampdoria). Come pensa di poter reperire della personalità se continua imperterrito a battere questo mercato? I direttori sportivi di Sampdoria e Lazio, con meno disponibilità di quelle di cui dispone lei, hanno pescato autentici gioielli in Polonia, Olanda, Belgio, Repubblica Ceca. Se lei questi mercati li ignora, si rassegni a bilanci di campagne acquisti nelle quali Skriniar è l'eccezione che conferma la regola.
  7. C'era bisogno di volare in Cina, al fianco di Pioli, per convincere Zhang a sborsare un extra budget per Gagliardini? Dal momento che lo sforzo lo avete richiesto anche per Dalbert, non sorprenda, poi, se Suning impone il più rigido autofinanziamento e oggi ne fa pagare il conto all'area tecnica.
  8. Sottolinea spesso l'italianità di giocatori seguiti e titolari in rosa: perchè questa ostinazione proprio in un momento generazionale di crisi? Se non ci sono i mezzi e l'appeal per arrivare ai Bernardeschi e ai Chiesa, lasci perdere gli altri.
  9. È stato in Argentina per chiudere l'operazione Lautaro Martinez, impegnando una ventina di milioni per un promettente attaccante. Al netto dei paletti del FFP che tiene sempre a sottolineare, con tutte le lacune manifestate dalla attuale rosa (terzino sinistro, nuovo centrale titolare, centrocampista tecnico e prolifico, trequartista), come si spiega la priorità data a questo investimento? Seconda punta, e sarebbe anche ora, al fianco di Icardi, o preparazione del terreno per la cessione di Maurito? In quest'ultima ipotesi, mi auguro non siano sperperati i 110 milioni di clausola per altri Gagliardini, Vecino, Dalbert. Perché significherebbe aver bruciato, di nuovo, almeno 70 milioni.
  10. Infine, se sarà fallito l'obiettivo stagionale per il quarto anno consecutivo da quando lei è responsabile dell'area tecnica dell'Inter, compromettendo definitivamente la credibilità del progetto, pagherà lei o l'ennesimo allenatore?