Nizza 2-3 Lokomotiv Mosca. Doppietta di Mario Balotelli, poi la tripletta di Manuel Fernandes. Questo il tabellino dell'andata dei sedicesimi di Europa League tra francesi e russi.

Il centrocampista, trequartista e all'occorrenza mediano, di nazionalità portoghese e origini capoverdiane, si è preso la scena segnando su calcio di rigore, su calcio di punizione e con un inserimento in area di rigore a spiazzare il portiere. 6 reti in 7 gare di Europa League per il leader tecnico della compagine russa, capolista nella Russian Premier League davanti di 8 punti allo Zenit di Mancini e lo Spartak Mosca di Carrera campione in carica. Il duttile portoghese, di piede mancino, è giunto alla definitiva consacrazione, senz'altro tardiva, essendo un classe '86, dopo aver girato l'Europa tra Benfica, Portsmouth, Everton, Valencia e Besiktas.

In molti ricorderanno che il suo nome era stato accostato all'Inter per rinforzare il centrocampo di Spalletti durante la sessione di mercato invernale da poco terminata. Infatti, visti gli innumerevoli ostacoli per arrivare a trasferire Ramires da una squadra all'altra del gruppo Suning, Ausilio e Sabatini hanno sondato la disponibilità del club russo di cederlo in prestito con diritto di riscatto. Il portoghese figurava sul taccuino dei "direttori" per l'estrema necessità di regalare al tecnico di Certaldo un centrocampista più prolifico di quelli in rosa. Nessuna apertura dalla Lokomotiv, che non ha voluto privarsi del giocatore (in scadenza di contratto nel 2019) con i sedicesimi di Europa League alle porte e un primato nazionale da conservare.

Niente da fare quindi. Ma non era la prima volta che le strade dell'Inter e di Manuel Fernandes avrebbero potuto unirsi: in molti meno ricorderanno infatti che il portoghese fu ad un passo dal vestire la maglia nerazzurra nel gennaio del 2010, quando Josè Mourinho chiese a Massimo Moratti di prelevare un nuovo centrocampista da aggiungere a Thiago Motta, Stankovic, Cambiasso e Muntari visti gli imminenti impegni ravvicinati e il trauma cranico di Cristian Chivu che aveva costretto il vate di Setubal a dirottare Javier Zanetti sulla fascia sinistra. L'Inter allora sondò, nell'ordine, Miguel Veloso dello Sporting Lisbona, Cristian Ledesma della Lazio e proprio Manuel Fernandes, allora in forza al Valencia.

Proprio con il portoghese era tutto fatto, prestito con diritto di riscatto fissato a circa 10 milioni di euro, 8 in meno rispetto alla cifra sborsata dal Valencia per strapparlo al Benfica: il giocatore sbarcò a Milano per sostenere le visite mediche, le quali non furono superate a causa del riscontro di condizioni fisiche imperfette. Nello specifico, fu riscontrata una tendinite rotulea, che fece saltare l'operazione e costrinse un giovane Manuel a fare umilmente ritorno al Mestalla, dove sarebbe rimasto per un altro anno prima di passare al Besiktas. Marco Branca allora virò su Ledesma, regista della Lazio dalla quale l'Inter aveva già fatto tornare alla base Goran Pandev nella stessa sessione di mercato, ma l'operazione che sembrava di semplice realizzazione non venne chiusa. Manca un ultimo tassello a questa storia: McDonald Mariga e il Manchester City. Roberto Mancini era rimasto impressionato dalle prestazioni del keniano con la maglia del Parma neopromosso, al punto che il City e il club ducale arrivarono all'accordo per il trasferimento. Mancavano solo le firme, quando al nazionale del Kenya fu negato il permesso di lavoro per il Regno Unito poiché il Kenya era fuori dalle prime 70 nazionali del ranking Fifa. Così Mancini, deluso, chiama Moratti e gli consiglia di puntare su Mariga in uscita dal Parma per rinforzare il centrocampo, e il giocatore passa all'Inter in comproprietà per 2,5 milioni di euro prima che il suo cartellino divenga interamente nerazzurro a giugno. Con la maglia dell'Inter Mariga vince Coppa Italia, Scudetto e Champions League nel 2010, Supercoppa Italiana, Mondiale per Club e ancora Coppa Italia nel 2011. A causa di problemi fisici il centrocampista keniota non rispetterà le premesse con cui era arrivato all'Inter, ma sarà sempre ricordato per il suo decisivo ingresso in campo al Camp Nou nella semifinale di ritorno contro il Barcellona che aiutò non poco i nerazzurri a difendere il prezioso 1-0 con un paio di interventi provvidenziali tra cui la punizione procurata a fine partita con l'Inter alle corde e agendo di fatto da uomo più avanzato tra i 10 uomini in campo.

E Manuel Fernandes? Ha dovuto aspettare prima di trovare una sua dimensione, di certo assistere al trionfo europeo di quella che sarebbe stata la sua squadra non lo ha aiutato a livello psicologico. Ma oggi Manuel è un calciatore maturo, pronto a togliersi le sue soddisfazioni con la Lokomotiv Mosca in campionato e in Europa League, senza dimenticare la nazionale portoghese campione d'Europa, con il CT Fernando Santos che lo ha convocato e utilizzato nelle ultime uscite.

Oggi un centrocampista come Manuel Fernandes, duttile, dinamico e soprattutto prolifico avrebbe fatto di certo comodo all'Inter, ben più di quanto avrebbe potuto 8 anni fa. Ma le infinite vie del calciomercato per la seconda volta hanno separato le strade di Manuel e dell'Inter, destinate a non incontrarsi più. Anche se chissà, in fondo, non c'è due senza tre.