Al termine della sosta per le nazionali, l'Inter sarà attesa da due mesi ininterrotti fino a fine campionato di partite decisive per il conseguimento dell'obiettivo stagionale del piazzamento in Champions League nella prossima stagione.
La squadra di Spalletti si trova momentaneamente al quarto posto in classifica a quota 55 punti, 4 in meno della Roma e 1 in più della Lazio, con l'asterisco del derby in casa del Milan da recuperare. La goleada di Marassi contro la Sampdoria e il buon pareggio a San Siro contro il Napoli hanno restituito entusiasmo e confidenza a una squadra che prima dell'uno-due Skriniar-Ranocchia in casa contro il Benevento sembrava essere entrata in un tunnel di depressione senza fine con la sola vittoria sul Bologna a riempire due mesi nefasti che hanno rimesso in discussione quanto di buono fatto fino allo 0-0 di dicembre contro la Juventus. 

A quasi due anni dall'acquisto della maggioranza dell'Inter da parte di Suning, il progetto del colosso cinese sta tardando a spiccare il volo a causa dei paletti del Financial Fair Play e del settlement agreement (in vigore fino al 30 giugno 2019), siglato con l'UEFA sotto la gestione Thohir per rientrare dagli sbilanci della sciagurata gestione post-Triplete morattiana, entro cui operare.
Ulteriori e pesanti zavorre sono state causate, non solo sul piano economico ma anche su quello meramente tecnico, da investimenti errati quali gli acquisti di Joao Mario e Gabigol sponsorizzati da Kia Joorabchian, cui Suning si era affidata con l'ingenua convinzione che il modello del calcio cinese in mano ai procuratori intermediari portasse i suoi frutti se trasposto nel calcio italiano.
Inoltre, gli abbagli dell'area tecnica non sono mancati: le cifre spese per i vari Candreva, Gagliardini e Dalbert sono risultate rispettivamente eccessive nel rapporto età-apporto tecnico nel primo caso, esagerate da un punto di vista tattico e di personalità a causa della poca esperienza nel secondo, francamente incomprensibili nel terzo. Abbagli che hanno mosso nella proprietà cinese un sempre più acuito senso di circospezione quando si è trattato di metter mano al portafogli per apportare aiuti extra all'allenatore, come nel caso dell'ultimo mercato di gennaio.
Meritano un plauso invece l'investimento su Skriniar nell'ambito dell'operazione che ha incluso Caprari alla Sampdoria e l'innesto di Joao Cancelo in cambio di un Kondogbia desideroso di cambiare aria appurato che l'Inter e la Serie A non fossero la squadra e il campionato adatti per lui. 

Al netto di tutte queste analisi, è arrivato il momento che dopo due anni di pur accettabile lenta carburazione spicchi finalmente il volo l'Inter di Suning che tanti (troppi, ex post) entusiasmi aveva suscitato nell'estate del suo insediamento. E le tappe di questo decollo sono facilmente individuabili in un decalogo di ben precisi passaggi:

  1.  Verona, MILAN, TORINO, ATALANTA, Cagliari, CHIEVO, Juventus, UDINESE, Sassuolo, LAZIO. In maiuscolo le partite in trasferta. Le dieci tappe iniziano con... dieci partite. Il Verona a San Siro, il trittico lontano dalle mura amiche che inizia con il recupero del derby ove il Milan tenterà l'ultimo disperato assalto alla zona Champions o comunque di allontanare il settimo posto che implica tre turni preliminari di Europa League reduce dalla trasferta in casa della Juventus, e prosegue con il Torino di Mazzarri già proiettato alla prossima stagione ma campo storicamente difficile per i nerazzurri così come quello di Bergamo con l'Atalanta che a differenza dei granata è in piena lotta per un posto in Europa League con Milan, Sampdoria e Fiorentina. Il Cagliari a San Siro, il Chievo al Bentegodi, il derby d'Italia a San Siro contro la capolista Juventus che sarà reduce dal big match scudetto in casa contro il Napoli e a cavallo tra andata e ritorno delle semifinali di Champions in caso di passaggio del turno ai danni del Real Madrid, poi la trasferta a Udine, il Sassuolo a San Siro e all'ultima giornata la Lazio all'Olimpico per quello che nessun tifoso nerazzurro si augura sia un vero e proprio spareggio Champions (sempre meglio che arrivarci già matematicamente fuori dalla Champions, ma il 5 maggio di 16 anni fa evoca ricordi troppo amari per vederla con ottimismo). L'Inter dovrà sbagliare il meno possibile: in casa non saranno ammessi risultati diversi dalla vittoria, eccezion fatta per la sfida con la Juventus qualora i bianconeri non abbiano già seminato definitivamente il Napoli. Il derby è un jolly: vincerlo significherebbe muovere un deciso passo verso la Champions, perderlo non comprometterebbe nulla. Ma è dalle ostiche trasferte di Torino, Bergamo, Verona e Udine che l'Inter dovrà raccogliere punti pesanti, purtroppo i due mesi di stenti tra dicembre e febbraio fanno sì che i nerazzurri siano costretti a portarne a casa almeno 9-10, con il derby di Roma che si giocherà il giorno dopo Atalanta-Inter. Come detto, poi, Lazio-Inter dell'ultima giornata potrebbe valere tutto come niente. 18/30 punti soglia minima per l'accesso alla Champions, ogni punto strappato in eccesso sarà pesante come un macigno.
  2. Qualificazione in Champions condizione necessaria quindi per presevare credibilità e considerazione di un progetto che ora deve portare i primi frutti, ma non sufficiente. Ripartire da Spalletti è una necessità all'insegna della continuità tecnica, per mandare chiaro e forte ai calciatori di uno spogliatoio che spesso va per conto suo, il segnale che non hanno il potere di farne cacciare uno ogni anno. Inoltre, il tecnico di Certaldo rappresenta quasi un lusso per la situazione che ha ereditato in nerazzurro. E dopo un girone d'andata da applausi e le oggettive lacune con cui ha dovuto fare i conti senza mai sbracare del tutto, merita senza dubbio alcuno la riconferma.
  3. Suning-Sabatini-Spalletti. Questo dev'essere l'asse portante della società Inter, in nome della continuità di cui sopra. Sabatini, coordinatore del network sportivo di Suning, deve avere un ruolo più attivo e manifesto di quello ricoperto in questo primo anno, perché è a lui che va affidata la quanto meno parziale rifondazione sportiva dell'Inter.
  4. Ridefinizione dei ruoli dell'area tecnica con annessi interventi strutturali. Troppe sono state le lacune comunicative, quali le puntuali dichiarazioni inopportune di Piero Ausilio. Se Sabatini, che ne è di fatto il supervisore, si fida di Ausilio, che si vada avanti con lui, ma ne venga ridimensionato il ruolo di comunicatore che ha dimostrato a più riprese di non essere in grado di svolgere. Se al contrario Sabatini preferisce un suo collaboratore di fiducia, l'alternativa è gia in casa con il suo braccio destro Frederic Massara che da settembre scorso lavora per Suning supervisionando il settore giovanile dello Jiangsu. Ulteriore alternativa potrebbe essere quella di promuovere Massara a direttore tecnico di Suning al posto di Sabatini, con quest'ultimo direttore sportivo dell'Inter al posto di Ausilio che potrebbe andare a ricoprire altri ruoli. Inutile nascondersi: se l'Inter da 7 anni non alza un trofeo nè disputa una finale di una competizione anche minore e da 6 non partecipa alla Champions League seppur Ausilio ne sia il responsabile dell'area tecnica da 4, sono stati commessi grossi errori di valutazione. La scusa del mercato povero e senza soldi non regge più: la Lazio con Tare ha costruito una squadra competitiva in grado di vincere una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e farsi strada anche in Europa League, da un lato sì senza avere il peso del blasone dell'Inter che non consente di investire su calciatori che abbiano bisogno di rodaggi senza che vengano bruciati, ma dall'altro lato con budget e fatturato inferiore a quello dell'Inter. La differenza la fa quindi la competenza di base. Essendo pressochè impossibile portare in Italia il fuoriclasse affermato, questo va individuato in potenza e costruito in casa: sul mercato nazionale che conosce Ausilio se ne trova uno ogni dieci (Skriniar) mentre gli altri risultano limitati per reggere le pressioni che la maglia dell'Inter comporta, ed è quindi necessario battere mercati diversi quali Belgio, Polonia, Repubblica Ceca e Olanda che però non conosce. Spalletti stesso ha messo in risalto una palese divergenza di vedute con Ausilio, parlando di mancanza di qualità in contrapposizione con quanto sostenuto dal DS che ha il suo mantra nella "rosa difficilmente migliorabile". Se ci aggiungiamo che il tecnico di Certaldo ha sottolineato anche di non gradire le continue soffiate di Ausilio sugli obiettivi di mercato alla stampa che comportano una generale deresponsabilizzazione del gruppo che mette a rischio il conseguimento dell'obiettivo stagionale, è chiaro ed evidente che l'area tecnica necessita di profonde riflessioni da parte della proprietà e del suo riferimento primario: Sabatini.
  5. Autofinanziamento positivo: il valore aggiunto di una proprietà come Suning non risiede nella sua ricchezza ma nella capacità di aumentare ricavi e incassi che permettano di evitare le cessioni dei giocatori migliori. Scordiamoci i tempi di Moratti che versava di tasca propria vagonate di milioni nell'Inter, Suning deve però mettere l'Inter in condizione di "camminare con le proprie gambe", come ripete l'AD Antonello, instaurando un circolo virtuoso aiutato dalla crescita esponenziale e progressiva del brand e delle sponsorizzazioni. La strada intrapresa in questo senso sembra quella giusta.
  6. Stop ai rinnovi senza senso: o meglio, stop ai frettolosi "rinnovi strategici" per abbassare la quota di ammortamento con conseguenti benefici per il bilancio. Con questo modus operandi, l'Inter è rimasta prigioniera per anni degli ingaggi di Ranocchia e Nagatomo, lo sarà anche di Eder se non si troverà un acquirente, e rischia di esserlo anche di Candreva. Per la stessa ragione, da evitare assolutamente anche i rinnovi di Ranocchia e Santon a scadenza 2019.
  7. Basta errori con i terzini: Cancelo va riscattato, aver trovato un terzino con piedi da trequartista plasmato anche in fase difensiva da Spalletti non ammette scenari diversi dal riscatto. I 35 milioni di euro sono ammorbiditi dal contestuale riscatto a 25 di Kondogbia dal Valencia e in ottica FFP lo scarto di 10 milioni può essere facilmente colmato con la cessione previa clausola di riacquisto di un calciatore della Primavera come Pinamonti. D'Ambrosio è un buon terzino di riserva che può occupare entrambe le corsie anche se a sinistra risulta più in difficoltà. Molto probabile che Ausilio sfrutti i rapporti di favore con l'agente Pastorello per prendere Asamoah della Juventus a parametro zero, soluzione sicuramente migliore di un'altra battuta dal DS nerazzurro che prevedeva un altro parametro zero, Criscito dello Zenit, che tornerà in Italia dopo essere stato vicino al'Inter 3 anni fa quando in panchina c'era proprio il suo attuale allenatore in Russia, Mancini. Per Nagatomo si troverà una soluzione che gli consenta di restare al Galatasaray dove è già idolo della tifoseria della attuale capolista turca. Quanto a Dalbert, oggetto misterioso del mercato estivo 2017, la speranza è che, prima di essere piazzato in prestito bocciandone definitivamente l'operazione, possa rivalutarsi e smentire le critiche di un acquisto che risulta a oggi incomprensibile alla luce della cifra spesa e dell'esigenza nel ruolo, che ha portato danni economici tradottisi anche in termini di punti: basti pensare che la Roma nel suo ruolo ha preso Kolarov il quale da solo è valso 4 punti grazie alle punizioni vincenti a Bergamo e Torino mentre l'Inter a causa di Santon, schierato nel ruolo del non pronto Dalbert, di punti ne ha persi almeno 3 per gli errori macroscopici contro Udinese e Roma. Kolarov-Dalbert è a oggi lo scarto in classifica tra Roma e Inter.
  8. Costruzione del pacchetto di centrali difensivi Skriniar-Miranda-De Vrij: lo slovacco è incedibile, urge rinnovo e ritocco d'ingaggio, il brasiliano è in scadenza nel 2019 e a meno che non arrivino offerte vantaggiose per il club e per il giocatore resterà in rosa pronto a contribuire con la sua esperienza in Champions, l'olandese della Lazio non ha rinnovato il contratto e la dirigenza nerazzurra è stata brava a lavorarlo ai fianchi per assicurarsi le sue prestazioni a parametro zero dalla prossima stagione riconoscendo elevate commissioni alla SEG, l'agenzia di procuratori del calciatore. Si attende con fiducia il suo annuncio ufficiale a fine campionato, per la composizione di un pacchetto di centrali tra i migliori della Serie A.
  9. Lautaro Martinez non esclude Icardi: grazie all'intermediazione di Zanetti e Milito l'Inter si è assicurata la giovane promessa del Racing Club nel giro della Nazionale Argentina, il quale non arriva a Milano per raccogliere l'eredità di Icardi ma per impostare un nuovo modulo a due punte come la storia nerazzurra impone. Vieri-Ronaldo, Adriano-Martins, Ibrahimovic-Crespo, Eto'o-Milito, finalmente l'Inter può tornare a due punte. La clausola rescissoria di Maurito va alzata o, meglio, tolta: l'Inter è un grande club e deve poter decidere se, quando, a quanto e a chi vendere. Contestualmente aumenterà, nuovamente, anche l'ingaggio, ma da qui si deve ripartire se non si vuole smontare le poche certezze accumulate in questi anni.
  10. Centrocampo da ridisegnare: il riscatto di Rafinha è subordinato all'apporto che il brasiliano darà nelle ultime 10 partite, qualora risultasse decisivo per far girare il motore della squadra sarebbe un dovere morale più che giuridico (non ci sono clausole di obbligo di riscatto). Gagliardini e Brozovic sono sotto esame, il primo ha disputato due buone partite contro Napoli e Sampdoria lasciandosi alle spalle un campionato con più bassi che alti, il secondo è uno dei pochi che garantisca tiri in porta, assist, dinamismo e interdizione come i centrocampisti moderni ma continua a essere vittima di un'indolenza più forte di lui. Vecino e Borja Valero, prelevati dalla Fiorentina, sembrano al momento destinati alla panchina. Joao Mario? Qualora il West Ham non lo acquistasse a fine prestito, si dovrà trovare un'altra sistemazione: l'Inter deve lasciarsi alle spalle quella pagina di storia confusionaria e insensata che ha ne ha rallentato il decollo.

Con questi 10 comandamenti, l'Inter può e deve, finalmente, spiccare il volo.