Mancano pochi giorni al fischio d'inizio del big match tra Inter e Roma, impegnate in quello che di fatto è un triangolare con la Lazio valevole per l'accesso in Champions League nella prossima stagione. 
Nerazzurri e giallorossi, oltre a essere accomunati da un filotto di risultati negativi, sono legati anche e soprattutto dal comune denominatore del Financial Fair Play.
Nel maggio 2015, infatti, Inter e Roma hanno siglato con l'UEFA il c.d. settlement agreement, accordo transattivo proposto dallo stesso organismo europeo, al fine di rientrare dai rispettivi sbilanci in ossequio ai parametri del FFP entro il 2018 (la Roma) e il 2019 (l'Inter). Di conseguenza è stato previsto un deficit massimo di 30 milioni nel primo esercizio (2016) da azzerare nel successivo (2017) e mantenere in equilibrio, percorso questo che ha condizionato le gestioni economico-sportive dei due club italiani. 

Inter e Roma sono però due facce opposte della stessa medaglia, il FFP, dal momento che hanno attuato due differenti strategie di autofinanziamento per conseguire i propri obiettivi sportivi: 

  • l'Inter punta a un considerevole aumento dei ricavi -non senza successo dal momento che proprio oggi un report dell'Uefa ha stilato la lista delle prime 25 squadre europee per ricavi e i nerazzurri risultano 18esimi con una crescita del 17% rispetto al 2015- che consenta di trattenere i pezzi migliori per realizzare plusvalenze con calciatori di rilevanza non primaria (v. Banega), giovani valorizzatisi in prestito (v. Caprari) e ragazzi della Primavera di Vecchi che fa incetta di trofei, per poi acquistare con margini di manovra contenuti in attesa di centrare la qualificazione in Champions e attuare l'impennata;
  • la Roma, anch'essa abile nell'aumento dei ricavi tanto da realizzare una crescita del 21% rispetto al 2015 precedendo l'Inter di due posizioni nel suddetto report, vende di tanto in tanto un pezzo pregiato della propria ossatura (v. Pjanic, ceduto alla Juventus tramite pagamento della clausola e v. Salah, ceduto al Liverpool per 42 milioni di euro +8 di bonus, ma considerevoli in quest'ottica anche le cessioni di Paredes e Rudiger a Zenit e Chelsea per 23+4 e 35+4) creandosi i margini per investire su altri calciatori dal costo di cartellino elevato. Roma che rispetto all'Inter ha il pregio di disputare la più importante manifestazione europea da 4 anni consecutivi, nei quali l'Inter ha disputato la miseria di due Europa League. Inter che non partecipa alla Champions League da ben 6 anni.

Limitando l'analisi all'ultima sessione di mercato, entrambe le dirigenze hanno finora messo a segno colpi da applausi (Skriniar l'Inter, Kolarov la Roma) come buchi nell'acqua (Dalbert l'Inter, Schick e Defrel la Roma), incassando sul campo la cocente eliminazione in Coppa Italia precludendosi così la concreta possibilità di vincere un trofeo nella stagione in corso. I giallorossi hanno però ottenuto una qualificazione agli ottavi di Champions League ai danni dell'Atlètico difficilmente pronosticabile in sede di sorteggi estivi. Ora le due squadre si troveranno di fronte a San Siro dopo essersi sfidate all'Olimpico a fine agosto mettendo in scena quell'1-3 che oggi segna lo scarto di 3 punti che le separa in classifica (i giallorossi devono anche recuperare la sfida di Marassi contro la Sampdoria). 

Curioso il fatto che Walter Sabatini e Luciano Spalletti, oggi coordinatore tecnico di Suning Sports e allenatore dell'Inter, fossero insieme alla Roma nella seconda parte del 2015-2016 e nella prima parte del 2016-2017, prima di passare il testimone a Monchi e Di Francesco e ritrovarsi all'Inter a contendere lo stesso obiettivo alla loro ex squadra. Obiettivo che nell'immediato è il bottino pieno domenica sera per "affossare" la rivale, prodromico all'assicurarsi la terza o la quarta posizione in classifica che significherebbe Champions. Una qualificazione che vale incassi, prestigio e la credibilità di un progetto che avanza tra alti e bassi, con la considerazione per il colosso cinese Suning che vacilla in casa Inter e la prospettiva di nuove pesanti cessioni nei prossimi 6-7 mesi in casa Roma.

E con la Lazio in stato di grazia, che sta avendo meno problemi di Inter e Roma a macinare punti, gol e gioco, la partita di domenica sera assume i connotati di uno spareggio potenzialmente decisivo per il verdetto finale: Inter o Roma, quale strategia sportiva di autofinanziamento ha la meglio sull'altra?
Chi resta fuori dalla Champions?