Vi ricordate dove eravate nel luglio 2016 ? Non preoccupatevi, la risposta non è importante, ma dubito che molti abbiano memoria del campionato europei under 19 disputati in quel mese. Eppure si tratta di un momento di svolta per il nostro movimento calcistico giovanile. Infatti dopo svariati anni di difficoltà (pensate che l'under 19 non si era qualificata tra le prime 8 d'Europa per 6 edizioni consecutive e anche l'under 17 aveva avuto più ombre che luci), la rappresentativa azzurra allenata da Paolo Vanoli riuscì a raggiungere la finale del torneo disputato in Germania potendo contare anche su giocatori ben noti al grande pubblico come Meret, Di Marco, Locatelli e Barella. Quella finale finì in modo pessimo per gli azzurrini, asfaltati 4-0 in finale dalla formidabile Francia, che oltre a svariati giocatori di buon livello poteva contare sull'MVP del torneo Augustin (I tifosi della Fiorentina se lo potrebbero ricordare dalle semifinali di Conference League) e su un ragazzino sotto età di nome Kylian Mbappè che da lì a pochi mesi avrebbe cominciato a infiammare i grandi palcoscenici europei.

Da lì in poi le nazionali giovanili italiane hanno avuto una continuità di rendimento invidiabile: due finali europee e un quarto di finale mondiale con l'Under 17,  una semifinale e tre finali europee con l'Under 19 (comprendo anche quella conquistata ieri) e le tre semifinali mondiali (l'ultima vinta) della storia della nostra nazionale Under 20. Si può dire che ogni annata azzurra dal 1997 al 2004 sia arrivata in fondo ad un importante torneo giovanile, sintomo di un buon livello generale dei nostri giovani e del nostro movimento.

Possiamo dunque guardare con ottimismo al futuro e aspettarci una riscossa della nazionale italiana nei prossimi anni ? Io frenerei un po' con gli entusiasmi. Innanzitutto nonostante la competitività delle nostre nazionali minori, un titolo giovanile manca dall'under 21 di Gentile del 2004. Questo tuttavia mi sembra il problema minore: se giocheremo abbastanza partite importanti prima o poi un titolo lo porteremo a casa e in ogni caso sarei il primo a barattare una miriade di vittorie giovanili per un grande successo della nazionale maggiore. Quello che mi preoccupa maggiormente è il declino dell'under 21, tradizionalmente la nostra rappresentativa giovanile di maggior successo. Dal 2013 (anno della finale persa dai ragazzi di Devis Mangia contro la Spagna) l'Italia ha raggiunto una sola semifinale agli europei di categoria e ha infilato almeno tre delusioni cocenti in circostanze in cui gli azzurrini, dopo essersi messi in situazione favorevole, hanno raccolto meno delle aspettative.

Sicuramente buona parte del problema è stata l'inadeguatezza di allenatori come Di Biagio e Nicolato, che non sono stati mai in grado di gestire al meglio il talento a disposizione. Per cui la scelta del prossimo allenatore della nazionale sarà fondamentale per lo sviluppo dei nuovi azzurrini (Evani e Nunziata sono i nomi che mi convincono di più). In ogni caso l'impressione è sempre quella che i nostri ragazzi facciano più fatica di altri a compiere il salto dalle giovanili al professionismo e che molti elementi promettenti non trovino lo spazio necessario per crescere e finiscano per perdersi un po'. Indubbiamente alla base di questo ci sono questioni strutturali e culturali: da sempre i nostri allenatori, molto attenti alla tattica e al risultato, sono restii a lanciare giovani ancora non completamente formati dal punto di vista fisico e mentale e la scarsa pazienza che accomuna le piazze italiane di ogni regione e categoria certo non aiuta. Forse l'introduzione delle squadre B potrebbe aiutare i nostri ragazzi a confrontarsi con un campionato esigente come la serie C con un po' più di libertà e spazio per migliorare.

Aggiungo inoltre che il processo di formazione dei nostri giocatori non mi convince del tutto. Mi spiego: se prendiamo in considerazione il periodo di cui ho parlato in precedenza, cioè dal 2016 a oggi e andiamo a vedere i giocatori che sono partiti dalle nazionali giovanili per poi imporsi ad alto livello troviamo un'abbondanza di centrocampisti (specialmente mezz'ali, ma anche trequartisti) e un buon numero di esterni difensivi, oltre a essere ben coperti (come al solito) in porta. Al contrario siamo poveri di difensori centrali (contro la nostra tradizione) ed esterni offensivi a cui si aggiunge l'ormai cronico problema di trovare un centravanti di alto livello. Io sono dell'idea che non si possa prescindere dai buoni giocatori, qualunque ruolo essi ricoprano, ma è indubbio che la mancanza di talento e alternative in posizioni fondamentali per il calcio moderno sia penalizzante. A questo proposito la mia sensazione è che il nostro movimento sia rimasto un po' fermo allo scorso decennio, quando il gioco di filosofia spagnola basato sul possesso palla e su giocatori brevilinei e abili nello stretto dominava in lungo e in largo per l'Europa. Grazie a giocatori bravini di questo tipo e alla nostra tipica praticità tattica si possono ottenere risultati in tornei in cui il fattore fisico non è ancora così rilevante e si può in qualche modo aggirare. Ai livelli successivi emergono però i limiti dei nostri giocatori.

Sono sicuramente stato molto critico in questo post, ma io sono un orgoglioso tifoso del calcio italiano che crede che il nostro posto sia tra il meglio del calcio europeo e mondiale. Per questo non voglio accettare la mediocrità in un paese della nostra tradizione e delle nostre potenzialità.

Voglio comunque contrapporre una nota di ottimismo: sicuramente c'è bisogno di cambiamenti strutturali nel nostro calcio, ma dopo un periodo di gravissima secca i nostri settori giovanili stanno ricominciando a produrre talenti di buon livello con continuità. Certo, manca da tempo il campione di livello mondiale (speriamo magari in Pafundi?), ma Mancini (e non solo lui) ci ha dimostrato che con un gruppo coeso di buoni giocatori e idee chiare si può fare molta strada. È il momento di attingere alla fonte del successo giovanile degli ultimi anni e di dare fiducia ai nostri ragazzi inserendoli in contesti di gioco moderni.

Chiudo facendo un grosso in bocca al lupo alla nazionale Under 19 di mister Bollini, che dopo alcune prestazioni sotto le aspettative ha mostrato le sue qualità giocando una grande semifinale europea contro la Spagna e strappando una meritata qualificazione alla finale di categoria. FORZA RAGAZZI!