Torniamo da Londra con uno scoop clamoroso: dopo tanta e tanta sfiga, finalmente abbiamo avuto culo. Possiamo candidamente ammetterlo. Nel primo tempo non abbiamo fatto una mazza e se fosse finito 2-0 non c’era niente da recriminare. E invece anziché 2-0 finisce 1-1, con un gol che in confronto il tiro di Baggio contro la Nigeria nel 1994 era a porta vuota e con un “traversa-riga” di Chadli al 44’ clamoroso. Andiamo negli spogliatoi al 45’ con alcune certezze: 1) poteva andarci molto peggio 2) Gomez ha perso 5 palloni, tenuti 2, caduto 98 volte, pianto 1 3) Pasqual ha la labirintite e vuol querelare Walker e Townsend 4) Montella ha sbagliato modulo e formazione. Il mister si concentra sul punto 4 e infatti cambia quel che può. Via il 3-5-2 creato apposta per tenere meglio il pallone, ma oggettivamente servito solo a sbilanciarci e a distruggere le nostre fasce laterali (si doveva e si poteva cambiare modulo prima, già al 30’ era tutto abbastanza evidente); in Europa – oramai sarà chiaro anche a lui – la difesa a 3 proprio non funziona. E si riparte con un 4-3-3 che renderà il compito più difficile ai 3 centrocampisti, ma che permetterà di conservare Joaquin fino al termine della partita e alla nostra fascia sinistra di non essere regolarmente sventrata ma anzi di avere un raddoppio di marcatura più frequente. La partita cambia radicalmente. C’è molto equilibrio e il campo adesso lo teniamo senza alcun affanno. Permangono però alcune problematiche relative al punto 4). Pasqual è in difficoltà seria. Se Alonso avesse provato a fare 60 minuti come li ha fatti lui saremmo qui a dirgliene di ogni. Ma col capitano dobbiamo essere un pelino più morbidi. Borja Valero è commovente a livello di generosità, ma le lacrime scendono anche per le incazzature che ci fa prendere in quanto non vede 3-4 verticalizzazioni molto semplici, rallenta sempre troppo il gioco, sbaglia moltissimo. Al termine della gara la sua caviglia avrà bisogno di ben 7 punti di sutura, al di là di questo rimane però una sicurezza nelle partite importanti: le sbaglia tutte. Gomez si danna l’anima, ma tecnicamente non noto la differenza con Riganò o con il “Gatto di Marmo” Bonazzoli. Magari la si nota a livello estetico, ma questo ci interessa il giusto. Anche qui il mister ha ben chiaro tutto e dopo 60 minuti fa il primo cambio, col capitano che lascia il campo per il già citato Alonso. Le sale tv di tutta Firenze rumoreggiano copiose, ma lo spagnolo blinderà la fascia sinistra e metterà anche due splendidi cross che né Salah né il volenteroso Riganò riusciranno a trasformare in rete. Poi verranno sostituiti anche Borja Valero e lo stesso Riganò per delle controfigure di calciatore che non starò qui a menzionare. CONCLUSIONI. Non posso essere deluso per un risultato così. Alla vigilia avrei messo la firma per un 1-1. Ma purtroppo le emozioni non le comandi e sarò anche stupido, ma sono effettivamente un po’ deluso. Il Tottenham non mi ha per niente convinto. Una squadra “brasiliana”, poco fallosa e poco difensiva. Fortissima in attacco, scialba a centrocampo, scarna in difesa. Portiere modesto. Non siamo mai riusciti a prendere lo specchio ed è un gran peccato, visto che in campionato di solito siamo molto più precisi. Nonostante un primo tempo dove siamo stati surclassati, ho visto solo tanta foga. Poco gioco, nessuna struttura tattica. Nel secondo tempo con due accorgimenti non hanno più toccato palla. Un vero spreco non aver concretizzato a causa della scarsa vena realizzativa di Bonazzoli e della eccessiva vena egoistica dell’ottimo Salah. Continuiamo ad aggrapparci ai nostri vecchietti, ma per adesso abbiamo ragione noi. Joaquin e Pizarro sono stati monumentali, soprattutto in copertura, cosa anomala per entrambi. A Montella continua a mancare un pizzico di follia. Forse mi sbaglio, perché oggettivamente è davvero un bravissimo tecnico. Ma non si può all’ 80’ inserire Ilicic allo scopo di tenere il pallone e spedire l’esausto Salah di punta. Non si può soprattutto quando si ha un Babacar così in forma. La gara stava volgendo dalla nostra parte, la tenuta fisica degli inglesi era in netto calo, il pubblico impareggiabile che urlava e sosteneva tutti… E considerando anche che in trasferta siamo molto ma molto più incisivi che in casa, dovevamo tentare di vincere. Al ritorno non potremo più permetterci tanti errori. Ci conosciamo già e siamo infinitamente superiori a loro come invettiva tattica. Ingabbiamoli e passiamo il turno. Che di essere bellino e di tornare sempre a casa mogio stavolta non ho per niente voglia.