Tutte le mamme che hanno figli adolescenti o giù di lì, si lamentano degli orari di uscita dei propri ragazzi. Escono a mezzanotte, tornano alle 3-4 di notte. E la mattina fino almeno a mezzogiorno non si muovono dal letto... "La sera leoni... e la mattina coglioni!", così si dice dalle mie parti, bestemmiando un po' quando all'ora di pranzo il giovane rampollo si presenta a tavola in pigiama, rincoglionito più del nonno. Ieri sera abbiamo visto l'esatto opposto, parafrasando la vita vera, in un incontro di calcio. L'uomoveroduro Simeone - quello che ha la "garra" - l'allenatore più grintoso dei due emisferi, che spara sempre parole di fuoco ed è anche troppo indiavolato in panchina (8 giornate di squalifica appena prese per aver tirato due scappellotti al quarto uomo!), ieri sera era un agnellino docile. Sì lo so, è banale. Queste cose che nel calcio sono sempre esistite. Si entra in campo tenendo i ritmi bassi. Si evitano contrasti troppo duri. Si riparte con più calma rispetto al solito. Si palleggia a centrocampo. E se alla fine del primo tempo, entrambe le squadre più o meno si comportano allo stesso modo, è chiaro che il primo pensiero nella testa dei 22 in campo più gli allenatori è uno solo: non facciamoci del male. Niente di illecito né di condannabile. Cazzo, ma non hanno manco fatto un cambio. Controllate il tabellino. Lo ammetto candidamente: tutte le mie ambizioni da gufo di provincia, da fiorentinuccio "cojone" che tifa sempre contro la Juve anche quando gioca in Europa (salvo poi maledirsi quando la Juve viene eliminata davvero, ripescata in UEFA, e ovviamente ci butta fuori agli ottavi), si sono sbriciolate ieri sera già intorno alle 21-21:15, quando - non so perché - non ho puntato la casa su quel segno X, che solo un'ora prima era inspiegabilmente quotato intorno a 3.00. Due ore di niente. Che aggiunte a quelle giocate dalla mia amata viola venerdì sera fanno quattro. Vi prego. Da oggi in poi, basta con questa "garra". Con l'Atletico Madrid tutto cuore e grinta. Con Simeone "mago". Il fluido magico si è esaurito. Aveva l'occasione di mandare a casa un avversario forte come la Juve, ma ha scelto la calma. Ha scelto il non rischio. Ha avuto paura. Le squadre vincenti, gli allenatori VINCENTI, non si comportano così. Siamo alla fine del suo ciclo. I tifosi juventini erano tutti contentissimi ieri sera. I madrileni (pochissimi, meno di 100... Già si immaginavano qualcosa?) ancor di più. I fiorentini venerdì sera RAGGIANTI. Tutti o quasi. Conte ha fallito in Champions l'anno scorso, è vero. Ma se la sua squadra non è in grado di battere l'Olympiacos o il Galatasaray allora non gli interessa pareggiare. Lui gareggia solo per vincere. Ci prova con tutte le sue energie e i mezzi che ha a disposizione. Non fa calcoli. Cerca le motivazioni, le trasmette ai suoi giocatori, scende in campo e la gente sputa sangue. Conte non ha la "garra". Lui vuole solo vincere. Mai mi sarei sognato di apprezzare Antonio Conte, soprattutto dopo quel 2-1 all'89' del 25 Aprile 1999, quando sbandierandoci una bandierina sotto il muso mi fece capire che omino simpatico fosse. Ma è proprio così. Da ieri sera lo apprezzo. Mi dite se nel calcio esiste qualcosa di più repellente di un tifoso, che dopo partite come quella di ieri sera o di venerdì sera, si dichiara "contento del risultato"?