Questo turno settimanale racconta di un Napoli che fa il Napoli quando c’è Osimhen e di un’Inter che fa l’Inter quando c’è Lautaro.
Racconta di una Lazio che ci ha provato (almeno per un tempo) a giocarsela con il Milan, salvo poi arrendersi e deporre le armi, e di un Milan che con calma e dedizione è riuscito a trovare il bandolo di una matassa per niente scontata.
Racconta poi di un povero pareggino tra Atalanta e Juventus e di una striminzita vittoria della Roma che lascia “tranquillo” in sella almeno per ora Mourinho.

Questo turno, come tutti gli altri, d’altronde, ci regala tante, troppe, parole.
Ognuno se la aggiusta a modo suo: minimizzando o esasperando le situazioni a proprio piacimento, tra scuse, motivazioni, spiegazioni e voli pindarici volti a “toccare” la sensibilità degli interlocutori, tranquillizzare o aizzare le piazze, trarre vantaggi fluttuanti dagli animi caricati o scaricati a dovere...
Parole, parole parole...
Troppe volte a sproposito!!

Se non mi credete, chiedete al responsabile marketing di Esssssselunga...
Non starò qui a tediarvi con il trailer della pubblicità meglio riuscita dell’anno, ma una piccola riflessione sugli effetti che ha avuto sul mondo politico (chi, in teoria, dovrebbe prendersi cura di noi) mi sento proprio di farla.

Quando ho visto a Porta a Porta Bruno Vespa mettere come argomento numero uno la pubblicità della discordia, mi sono sentito preoccupato all’incirca come quando ho sentito la D’Urso consigliarci sul come lavarsi le mani.
Uno shock!
Come in un qualsiasi bar dello sport, gli ospiti (non Giggetto er Trucido, er Caccola e er Tigre, ma Onorevoli e Ministri della Repubblica) si sono arrampicati su unti specchi con caparbietà quasi disarmante per sostenere la meschinità o la grandezza del messaggio sottostante il famoso spot.
Siamo passati da “è un tentativo vano di boicottare la legge sul divorzio” (n.d.r. la Legge è del 1970, non del 2023...), a “dà voce a tutto il disagio dei bambini figli di divorziati”;
da “è un insulto alle comunità LGBT+”, a “finalmente si parla della famiglia tradizionale”...

Ma, dico, stiamo scherzando? Siamo seri?
Ed io che mi metto in discussione perché “perdo tempo” a parlare di calcio...
Ma veramente non ci sono questioni, problemi da risolvere, o almeno da affrontare, più imminenti o, quantomeno, importanti?
Benvenuti tra gli Ultras della politica!!!
Ove tutto è lecito, purché si porti avanti la propria squadra a discapito di quella avversaria, sempre più spesso con fallaci e becere argomentazioni.
I famosi Troll prestati, aimè, al mondo della politica.
Avete presenti quelle fastidiose persone che attaccano a mano bassa qualsiasi notizia, affermazione o situazione solo per infastidire gli altri o, forse, per far parlar di sé?
Quelli che “non gli rispondo nemmeno perché tanto è inutile...”
Quelli che ce li abbiamo tutti in casa e fuori dall’uscio?
Ecco, quelli lì!!!
Quelli che spesso mi viene da pensare “e meno male che parliamo di calcio...”
Ora che ne abbiamo tanti, troppi, a volte a dismisura anche nel campo della politica (che dovrebbe essere l’arte di occuparsi degli affari pubblici e di organizzare e gestire al meglio, quindi, la vita di tutti noi) sono parecchio preoccupato!!!

Ma poi mi rilasso e mi tranquillizzo pensando:

“ma non è che proprio come un qualsiasi allenatore in difficoltà o con pochi argomenti, anche i politici ognuno se la aggiusta a modo suo minimizzando o esasperando le situazioni a proprio piacimento, tra scuse, motivazioni, spiegazioni e voli pindarici volti a “toccare” la sensibilità degli interlocutori, tranquillizzare o aizzare le piazze, trarre vantaggi fluttuanti dagli animi caricati o scaricati a dovere...?”.

E allora mi rimetto a pensare al calcio, a quel giocatore che potrebbe fare di più, a quell’arbitro che potrebbe fare meglio il proprio mestiere o alla sfiga che ogni tanto potrebbe prendersi una pausa...
Ora sì che sto bene!!!
Tranquillo e rilassato.
Proprio come l’italiano medio che ogni supermercato vorrebbe come proprio cliente.