"Ci sono due modi per tornare da una battaglia: con la testa del nemico o senza la propria". 
Paolo Di Canio 

Paolo Di Canio non è stato un giocatore qualsiasi, uno dei tanti. Ha lasciato il segno nel mondo del calcio sia come calciatore e sia come allenatore, soprattutto per alcune situazioni dove si è reso protagonista ma anche per la sua grande classe, in particolare da calciatore. È stato politicamente scorretto, tutto d'un pezzo, senza peli sulla lingua. Un uomo fedele a se stesso e di carattere, con un forte temperamento. Uomo di destra, estrema destra, una volta fece anche il saluto fascista rivolto ai suoi tifosi della Lazio, curva dove sono presenti elementi, tra quelli più facinorosi, che hanno simpatie per il regime fascista.
Questo non significa che tutti i tifosi della Lazio siano fascisti, sia ben chiaro.

Questo suo lato, quello del suo orientamento politico tendente a destra, gli ha causato parecchie controversie nella sua carriera. Di Canio, sanguigno, non è mai sceso compromessi.
Ma Di Canio non è solo questo.
"Are you fascist?". Questa domanda è stata la prima che venne rivolta a Paolo Di Canio durante la sua conferenza stampa di presentazione come manager e coach del Sunderland, in Premier League nel 2013. E comunque va constatato che nell'immaginario collettivo Di Canio viene visto così.
È stato comunque amatissimo in Inghilterra, il calciatore non può essere discusso perché è stato un talento incredibile, capace di segnare dei gol che dire favolosi è dire poco. Tra i tanti meravigliosi gol che ha fatto si può citare quello con il tiro chiamato 'la bicicletta' segnato con il West Ham colpendo la palla al volo con entrambi i piedi in movimento come quando si pedala appunto una bicicletta. Quel gol che poi divenne virale non solo per il gesto tecnico bellissimo, ma anche per la sua esultanza mentre esclamava 'mamma mia, mamma mia'. 

Paolo Di Canio è stato in assoluto uno dei calciatori più controversi e scomodi della storia del calcio. Tanto amato per quello che faceva in campo e tanto odiato fuori dal campo per le sue ideologie.
È stato un giocatore di alto livello, seconda punta tecnica e di temperamento che ha regalato delle delizie sia in Italia e sia in Scozia e in Inghilterra. È stato tutto e il contrario di tutto. Da vero signore, impagabile ed emozionante il gesto di Fair Play durante il match tra Everton e West Ham, dove con il portiere dell'Everton a terra lui anziché andare in gol, blocca il gioco prendendo il pallone con le mani per permettere i soccorsi al portiere inglese Paul Gerrard. Uno dei più grandi gesti di Fair Play fatti nel mondo del calcio secondo solo a gesti come quello di Alessio Scarpi che salvò la vita al suo compagno di squadra Gianluca Grassadonia, di ruolo difensore.

Una ginocchiata fortuita colpisce alla nuca l'ex difensore del Cagliari, che è stato anche allenatore del Pescara tra le altre squadre allenate. Lo scontro era avvenuto durante una partita tra Cagliari e Udinese in una domenica di novembre con il calciatore dell'Udinese Tomas Locatelli. Alessio Scarpi praticò un massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca al suo compagno di squadra Grassadonia dopo che quest'ultimo era svenuto a terra esanime a seguito di quello scontro avvenuto proprio con T. Locatelli, salvando di fatto la vita al suo compagno di squadra, che poco dopo riprese conoscenza anche grazie al tempestivo intervento dei medici che fecero in modo che Grassadonia non ingoiasse la sua lingua con il rischio poi di soffocare. Fu il primo caso di 10 in pagella che La Gazzetta dello Sport diede a Scarpi e in generale per aver praticamente salvato la vita al suo compagno di squadra.

Ma torniamo a Paolo Di Canio. Lui come dicevo era tutto e il contrario di tutto. Fece quel gesto da applausi fermando il gioco per permettere i soccorsi al portiere dell' Everton Paul Gerrard rinunciando a segnare, ma si contraddistinse anche per episodi opposti, per uno in particolare. Duranta la sua seconda stagione mentre militava allo Sheffield Wednesday, in Premier League, fu squalificato per aver spinto e fatto cadere durante un match l'arbitro Paul Allcock. Questo episodio è precedente a quello da applausi che fece con il portiere dell'Everton Paul Gerrard avvenuto il 18 Dicembre 2000, gesto che gli valse il Fifa Fair Play Award. Tornato in Italia si contraddistinse per un gesto, il saluto romano che fece rivolgendosi alla Curva della sua squadra, la Lazio, come accennavo in precedenza, durante un match che li vedeva contrapposti alla Juventus. Gesto che scatenò molte polemiche con conseguente squalifica di Paolo Di Canio.
Ma non solo, viene ricordato anche per un accesa discussione con Domenico Caso, allenatore della Lazio nella stagione 2004/2005 (Caso fu poi esonerato e fu preso al suo posto Giuseppe Papadopulo) con la quale arrivò ad un accesa discussione negli spogliatoi con il quale si rischiò di arrivare persino alle mani.
Ma anche in panchina, come coach, Paolo Di Canio ha avuto delle controversie. Durante la sua avventura come coach dello Swindon Town, ebbe una accesa discussione con Leon Clarke, suo attaccante allo Swindon Town, club che militava nella League Two in Inghilterra. In principio Di Canio intervenne per sedare la discussione che si era creata tra Clarke e il preparatore atletico del club, tale Claudio Donatelli. Di Canio intervenne per stemperare gli animi e calmare Clarke, piuttosto agitato. Clarke di tutta risposta iniziò a questionare anche animatamente con il suo coach, appunto Paolo Di Canio. La discussione è proseguita nel tunnel negli spogliatoi con la situazione che stava degenerando e che ha costretto gli Steward e i dirigenti dello Swindon a intervenire per riportare la calma e a separare Clarke e Di Canio.

Di seguito Di Canio è diventato opinionista per conto di Sky Sport Italia e anche qui ha vissuto delle controversie. Fu sospeso da Sky per 5 mesi. Il motivo era dovuto al fatto che durante un video si vedeva Di Canio a maniche corte che permetteva così la visione di un tatuaggio con la scritta Dux, ovvero Duce (in riferimento a Benito Mussolini) presente precisamente sul braccio destro dello stesso Di Canio. Alla visione di questo video si scatenarono parecchie polemiche che portarono alla sospensione di Di Canio da Sky e di conseguenza dal suo programma "Di Canio Premier Show".
Tuttavia, dopo 5 mesi e tante, davvero tante polemiche e un caos mediatico pazzesco, fu reintegrato a Sky e nel suo programma "Di Canio Premier Show". Tuttavia questo giocatore non ha regalato solo controversie ma anche magie e gol di pregevole fattura e da amante del calcio preferisco ricordarlo per questo e non per le polemiche.
Giocò anche con il Milan e vinse con i rossoneri uno scudetto nel 1995/96 e in precedenza 1 Supercoppa UEFA nel 1994. Con il Milan complessivamente tra Serie A, Champions League, Coppa Italia, Coppa Uefa, Supercoppa Europea e Coppa Intercontinentale nei due anni in cui è rimasto in rossonero in 53 presenze ha realizzato 7 gol.

Paolo Di Canio nasce a Roma il 9 Luglio del 1968. E manco a farlo apposta, nasce nell'estate della contestazione, in quel '68 che scosse le fondamenta borghesi italiane. Uno dei pochi casi in cui il popolo italiano fece la voce grossa in delle manifestazioni. Da piccolo era soprannominato Er Pallocca, ovvero cicciottello in romanesco. Era appassionato di Coca Cola e cioccolata, due sue grandi passioni che lo portarono ad essere sovrappeso nella sua infanzia. Di Canio è nato nel periodo del boom economico italiano e la casa dei genitori era un monolocale che si trova nel quartiere popolare del Quarticciolo a Roma. Non proprio un luogo tra i migliori, ma nemmeno la cosa peggiore che potesse capitare per chi non è nato ricco o benestante. Il classico luogo di periferia ma lo stesso Di Canio dichiarò che la sua infanzia fu essenzialmente tranquilla. 

Anche da piccolo Di Canio sapeva essere provocatorio, bastian contrario e sfrontato. Nonostante tutta la sua famiglia fosse romanista e tifosa quindi della Roma, lui scelse gli aquilotti e di tifare per la Lazio, con il quale riuscirà a giocare nonostante con Claudio Lotito, nella sua seconda venuta in biancoceleste con il patron e presidente di quella Lazio, non fu una trattativa facile. A tal punto che su Lotito lo stesso Di Canio una volta disse: "Parlare di Lotito è come sparare sulla Croce Rossa. È un giullare che si atteggia a moralizzatore".

​​Paolo Di Canio cresce nelle giovanili della Lazio. Dal 1986 milita in prima squadra nei professionisti e ha giocato con la Ternana in C2 nel 1986-87, nella Lazio nel 1987-88 in Serie B senza mai scendere in campo e nel 1988-89 e nel 1989-1990 in Serie A sempre con la Lazio, con la Juventus dal 1990-1991 fino al 1992-93 sempre in Serie A, con il Napoli nel 1993-94 in Serie A, con il Milan nel 1994-95 e nel 1995-96 in Serie A, con il Celtic in Scozia nella massima serie scozzese nel 1996-97, con lo Sheffield Wednesday in Inghilterra in Premier League inglese nel 1997-98 e nel 1998-99, con il West Ham in Premier League inglese dal 01/1999 fino al 2002-2003, nel Charlton Athletic in Premier League inglese nel 2003-2004, di nuovo con la Lazio in Serie A nel 2004-2005, e con la Cisco Roma in C2 sia nel 2006-2007 e nel 2007-2008, anno in cui si ritirerà dal calcio giocato. Ha militato in nazionale italiana solo con l'Under 21 con la quale ha realizzato complessivamente 9 presenze e 2 gol. Da allenatore ha guidato dal 2011 fino al 2013 lo Swindon Town e il Sunderland in Premier League inglese dal 31 Marzo 2013 fino al 22 Settembre 2013, data in cui arriva l'esonero dal Sunderland per via di risultati poco soddisfacenti. Con lo Swindon Town ha vinto La Football League Two nel 2011-2012. Complessivamente tra campionati, coppe nazionali ed europee e Supercoppe varie Paolo Di Canio ha accumulato 616 presenze con 148 gol in carriera.

Paolo Di Canio è stato un leader e un grande uomo spogliatoio da calciatore. Per Di Canio il concetto di spogliatoio è un concetto di sacralità, una specie di cameratismo per lui.
A inizio carriera mostrò subito un talento fuori dal normale ma era egoista nel modo di giocare. Poi crescendo lo è diventando sempre meno e si è consacrato come uomo squadra e leader assoluto di spogliatoio e anche in campo. Era un trascinatore vero. Pretendeva tanto da se stesso come dai compagni.

Paolo Di Canio è stato un attaccante alto 1.79 per 71 kg.  Aveva nelle sue corde un dribbling secco ed elegante, un tiro preciso, una tecnica sublime, una buona velocità di esecuzione, una intelligenza tattica superiore e una leadership innata. Era un ottimo assist-man che sapeva anche segnare. Ex calciatore offensivo, attaccante, principalmente seconda punta che poteva destreggiarsi anche esterno d'attacco all'occorrenza. Nel corso della sua carriera, tanto per ricapitolare, ha vinto una Coppa Uefa con la Juventus nel 1992-1993, una Supercoppa Europea con il Milan nel 1994 e uno scudetto sempre con il Milan nel 1995-96 e 1 Coppa Intertoto con il West Ham nel 1999. A livello individuale ha vinto il premio di giocatore dell'anno del campionato scozzese grazie al Celtic nel 1997, 1 Premio Fair Play nel 1999-2000, 1 Hammer of The year del West Ham United nel 2000, 1 Fifa Fair Play Award nel 2001 ed è stato inserito nell'undici ideale dei tifosi del West Ham nel 2003. Come allenatore, come ho accennato sopra, con lo Swindon Town nel 2011-2012 ha vinto un campionato inglese di quarta divisione ed è stato lo stesso anno eletto allenatore dell'anno della Football League Two.

Paolo Di Canio è stato un po' diavolo e un po' acqua santa.
Ma soprattutto è stato un giocatore che dentro il rettangolo verde ha saputo incantare ed emozionare come pochi. Per molti meglio in campo che fuori dal campo, ma Di Canio ha lasciato in eredità gol e magie che resteranno scolpite nella grande storia del calcio.

"La gente deve capire il mio carattere. Io parlo con il mio linguaggio del corpo, non ho maltrattato nessuno.
Se vogliono mandarmi fuori ad ogni partita, niente problema. Vincerò questo campionato perché la mia squadra è una squadra forte". 

Paolo Di Canio