Martedì sera con un pirotecnico 4-2 avvenuto tutto nella ripresa, il Milan ribalta la capolista Juve, dopo che tre sere prima aveva demolito all’Olimpico di Roma la Lazio seconda in classifica con un secco 0-3.

Stefano Pioli il normalizzatore 
A salire alla ribalta è stato Zlatan Ibrahimovic, uomo simbolo del Milan che con due rigori ha messo il timbro in entrambe le partite. Mentre il tecnico Stefano Pioli, che ha preso la squadra in corsa ad ottobre al posto dell’esonerato Giampaolo, è rimasto nell'ombra, sempre più offuscato dai rumors di mercato che vogliono Rangnick sulla prossima panchina rossonera. L’ex allenatore della Fiorentina rientra in quella categoria di tecnici che spesso subentrano a giochi fatti, quando le squadre in difficoltà hanno bisogno di qualcuno che li traghetti fino al termine della stagione senza grossi patemi. Per questo vengono chiamati dagli addetti ai lavori i normalizzatori, perché modellano le squadre in base agli uomini a disposizione e non si abbandonano a rischiosi e fantasiosi tatticismi. Appena giunto sotto la Madonnina conferma lo stesso 4-3-3 del esonerato tecnico Abruzzese, con discrete prestazioni dai risultati altalenanti. Poi a gennaio la società gli regala lo svedese e senza inventarsi nulla cerca di far girare la squadra intorno al numero 21 di Malmö passando al 4-4-2. Mettendo sugli esterni di centrocampo giocatori puramente offensivi in modo da poter rifornire al meglio il duo d’attacco. Ma il nuovo schema non funziona. In primis perché Leao il più utilizzato, risulta essere un doppione del ex Barcellona e in seconda la squadra soffre nella ripartenza avversaria facendosi trovare spesso in inferiorità numerica in mezzo al campo. Così nella prima semifinale di Coppa Italia contro i bianconeri di Sarri esordisce il 4-2-3-1, che analizzandolo è il modulo più logico di tutti. Davanti a Donnaruma si schierano il rigenerato Conti preferito a Calabria, il neo acquisto Kjaer, Romagnoli e Teo Hernandez.I terzini in fase di possesso si propongono continuamente nella zona offensiva per dare ampiezza alla manovra, mentre i due centrali bravi nel gioco aereo hanno una certa disinvoltura nel far ripartire il gioco dalle retrovie. La coppia di mediani è formata da Bennacer a cui viene chiesto in fase di costruzione, di andare ad abbassarsi tra i due centrali di difesa per rendere il palleggio più fluido e Kessiè dinamico e forte fisicamente pronto ad aggredire gli avversari per recuperare palla e concedere un secondo attacco alla squadra, portandolo spesso in zona goal. I tre giocatori alle spalle della punta sono: Castillejo che parte da destra ma poi si accentra per entrare nel palleggio in fase di sviluppo e contemporaneamente crea uno spazio libero sulla corsia, che viene attaccata poi da Conti. Calhanoglu situato al centro rimesso nel suo ruolo naturale, si muove costantemente tra le linee ed è il giocatore a cui la squadra si appoggia più spesso nella metà campo avversaria. Rebic invece gioca molto largo a sinistra in modo da crearsi dello spazio per poi prendere velocità e puntare l’avversario, attaccando verso la porta per liberare il destro e cercare il goal. La punta è Ibrahimovic centravanti completo di buona stazza fisica, che lascia al turco il compito di rifinitura per poter invece attaccare con insistenza le spalle della difesa avversaria. A questi vanno aggiunti i giovani Gabbia e Saelemaekers lanciati sapientemente all’occorrenza. Leao che entrando dalla panchina risulta essere una freccia in più nell’arco rossonero cambiando l’inerzia della partita a suon di marcature e il redivivo Bonaventura che nonostante sia all’ultima stagione di Milanello ha ritrovato nuova linfa contrariamente a Paquetá sempre più oggetto del mistero.
Al tecnico di Parma vanno riconosciuti diversi meriti di questo Milan. Ha contribuito alla definitiva esplosione di Bennacer sempre più fiducioso dei propri mezzi. Ha dato nuova vita a Castillejo finito nel dimenticatoio come meteora e invece ha ritrovato quella vena realizzativa che lo caratterizzava anche in Spagna. È riuscito a far convivere Rebic ( a proposito quanti avrebbero scommesso sui suoi goal) e il ribelle Ibrahimovic, avvicinandolo di più alla porta non avendo più lo smalto di un tempo, segno degli anni che passano anche per chi si crede onnipotente. Ma tutto questo sembra non bastare.

Mercato Milan
È costume del nostro paese preferire al nostrano made in Italy il mago innovatore straniero. Per l’arrivo di Rangnick ormai si attende solo l’ufficialità. Gazidis è già a lavoro da tempo per allestire il 4-4-2 del manager tedesco. In difesa si cerca un terzino destro da affiancare al ex Atalanta che dopo l’infortunio sembra non aver ritrovato quella brillantezza di prima. Il nome più gettonato è quello di Dumfries del Psv bravo sia in fase offensiva buon realizzatore che in copertura. Operazione facilitata anche dal passaggio di Rodriguez già in prestito agli Olandesi. Per il centrale da affiancare a Romagnoli si fanno i nomi di Kochdel Friburgo giovane rivelazione della Bundesliga bravo nel impostazione del gioco e Veljković del Werder Brema entrambi segnalati dall’uomo Lipsia. Anche se Milenkovic della Fiorentina sarebbe la scelta più saggia. A centrocampo il sogno è Szoboszlai del Salisburgo regista classico che può ricoprire sia la fascia che posizioni più avanzate andando spesso a rete. Memory del fenomeno Haaland ha gli occhi addosso di tutte le big europee, ma la squadra austriaca fa parte della holding Red Bull e questo fa per la società di Elliot un canale preferenziale. Si parla anche di uno scambio con la Juve tra Paquetá e Bernardeschi che genererebbero buone plusvalenze per entrambi i club, ma l’ingaggio elevato del laterale destro complica le cose in casa milanista, più facili i difensori Rugani o Romero. Per l’attacco Ibrahimovic andrà sicuramente via, anche per uno scontro di personalità con il nuovo mister. L’obbiettivo dichiarato è Jovic del Real Madrid che insieme a Rebic formerebbe un attacco tutto basato sulla velocità proprio come piace a Rangnick, ma l’attaccante serbo viene da una stagione tormentata caratterizzata da strani infortuni (l’ultimo è durante il barbecue sul balcone di casa), mentre il gallo Belotti è quello che accende la fantasia dei tifosi.
Nel frattempo Stefano Pioli il normalizzatore va avanti con il suo ruolo di traghettatore portando i rossoneri in zona Europa a suon di goal e belle prestazioni.