José Enrique Sánchez Díaz, piu conosciuto come José Enrique era, fino all'anno scorso, un calciatore, difensore del Real Saragozza.
Iniziò la sua carriera nelle giovanili del Levante, per poi approdare in prima squadra.
Da lì fu una scalata continua. 
Dal Levante al Valencia, poi il prestito al Celta Vigo, dopodiché il Villareal con cui chiude la sua prima esperienza spagnola, per approdare in Inghilterra al Newcastle, del quale diventa una colonna portante.
Ci resterà 4 anni, per poi fare il definitivo salto di qualità approdando al Liverpool.
5 stagioni con i reds ed infine il ritorno in patria al Saragozza. Dove decide di ritirarsi per i troppi infortuni. Dopo il ritiro non ha abbandonato il mondo del calcio fino alla terribile scoperta.
Ecco quanto riportato dal sito di Gianluca di Marzio “Eravamo con Chris Hughton, mio vecchio allenatore del Newcastle e ora al Brighton.Quella sera, una volta in albergo, ho cominciato ad avvertire un gran mal di testa – ha raccontato Josè in esclusiva a Marca - pensavo fossero emicranie, ho sofferto tutta la notte. Poi la mattina mi alzo ed è tutto sfocato, vedo doppio. Sono andato al pronto soccorso, mi hanno fatto una TAC. Una vena della testa era crollata e mi hanno inviato d’urgenza al St. George's di Londra, specializzato in neurologia”. Lì passa due notti, nessuno capisce cosa abbia.

Poi la verità: “Mi dicono che si tratta di un cordoma, un tumore raro e situato in una zona difficile della testa. Si trovava sotto l’occhio”. Josè decide di operarsi a Valencia, vicino ai propri cari: “Perché puoi riempire Anfield con 55.000 persone sugli spalti, ma la cosa più importante è essere circondati da brave persone e sapere come godersi la vita in ogni momento”.
L’operazione dura nove ore, dalle nove del mattino alle sei di sera: “Sono stato a letto per cinque giorni senza potermi muovere, i peggiori della mia vita. Non riesco a sollevare pesi, non posso piegarmi, ho il letto adatto per dormire in una posizione a 30 gradi in modo da non aumentare la pressione sanguigna della testa”.
Il 26 luglio sosterrà un’altra visita, poi inizierà la radioterapia a Zurigo. Ci starà per un mese e mezzo, lì oppure a Parigi, dove ci sono gli strumenti più adatti: “Ho rischiato di rimanere cieco, poi ho riacquistato la vista e anche i medici sono rimasti sorpresi” Un ringraziamento a tutti, dai dottori: “Che hanno fatto un lavoro eccezionale” alla famiglia e alla fidanzata: “Che mi hanno aiutato anche a camminare dopo l’operazione. Ho perso circa sei chili in una settimana”.
Una convinzione: “Tutto questo rende il valore della vita più forte. Noi calciatori viviamo in una bolla, crediamo di essere invincibili. Ma non è così”.  Il difensore ha fatto sapere delle malattia sabato mattina tramite i social, e subito ci sono stati messaggi solidali da tanti ex compagni quali Coutinho, Luis Suarez, Keylor Navas, Reina e molti altri.
Un immenso in bocca al lupo a questo ragazzo.