L’UEFA probabilmente confermerà le cattive sensazioni, escludendo il Milan dall’Europa League come massima punizione esemplare; tutta colpa di un business plan non efficace e della figura dell’azionista Yonghong Li che non convince affatto dalle parti di Nyon. Ma a soli 43 chilometri dalla sede dell’organo europeo c’è Losanna, dove invece è presente il TAS, ovvero il tribunale arbitrario e autonomo dello sport europeo. Un’arma che il Milan già starebbe valutando come alternativa seria per cercare di ribaltare l’eventuale sentenza negativa. Come riportato oggi dalla Gazzetta dello Sport, quest’ultimo grado di giudizio sportivo è per l’appunto autonomo e disgiunto da quelli precedenti, con una corte composta da tre arbitri: uno scelto dal Milan, uno dall’accusa (UEFA) e il presidente imparziale che avrà libertà decisionale. 

Il club rossonero spera di convincere il TAS puntando su elementi che dalle parti di Nyon non sono stati presi in considerazione: in primis il possibile inserimento di un socio di minoranza al fianco di Yonghong Li, il quale non dovrà essere giudicato come rappresentante unico del Milan. La società rossonera infatti chiederà all’arbitrato di considerare solo i conti interni e di non farsi influenzare dalla figura a dir poco misteriosa di Li. Nella memoria difensiva preparata da Marco Fassone si parla anche di ricavi in aumento, di partnership commerciali e di una rafforzata disponibilità finanziaria. Tutti elementi che potrebbero avvantaggiare il Milan nel ricorso al TAS, il quale rigettando la sentenza dell’UEFA darebbe la possibilità ai rossoneri di partecipare all’Europa League e di essere sanzionati in un modo più soft.