Nell'ormai incipiente nuovo campionato di Serie A le partite tra Cagliari e Brescia saranno una specie di derby, visto che Massimo Cellino, presidente del Cagliari per 22 anni (1992-2014) è l'attuale presidente della squadra lombarda (che è stata promossa matematicamente nella massima serie dopo la vittoria del 1° maggio sull'Ascoli). E la sorte ha voluto che la prima sfida di questo particolare derby si tenga proprio alla prima giornata di campionato, domenica prossima.

Cellino sta attraversando un momento euforico, perché dopo la poco esaltante esperienza inglese è tornato nel calcio italiano e, subito, è stato premiato con una bella promozione in serie A. AI contrario, i risultati ottenuti fino ad oggi da Tommaso Giulini non possono soddisfare del tutto l'attuale presidente rossoblu e certamente non hanno soddisfatto i tifosi, che a più riprese hanno accusato Giulini di avere la testa altrove e di occuparsi più del profitto imprenditoriale che del bene della squadra (addirittura, di essere al servizio degli interessi interisti, per il suo passato nell'entourage dirigenziale nerazzurro). E se una parte dei tifosi crede comunque che il numero uno rossoblu meriti fiducia, specialmente per via del progetto a lungo termine che prevede la realizzazione del nuovo stadio e il graduale rafforzamento della squadra, una buona parte degli scontenti si augura invece il ritorno di Cellino alla guida del Cagliari.

Allora, chi dei due presidenti ha fatto meglio in quanto a risultati sportivi? Certo, è difficile stabilirlo con esattezza, perché il calcio dimostra di non essere mai uguale a se stesso e i singoli campionati presentano condizioni particolari e difficilmente ripetibili in toto. Tuttavia, è possibile fare almeno un confronto indiretto, di valore indicativo, perché i due protagonisti hanno già giocato alcune partite di questo derby “a distanza”.

Nel campionato cadetto. Partiamo paragonando il campionato di serie B disputato dal Cagliari di Giulini nel 2015-16 con quello appena concluso dal Brescia di Cellino. Entrambe le squadre hanno vinto il torneo, ma, cifre alla mano, il Cagliari di Giulini ha saputo fare meglio: in 42 partite ha ottenuto 83 punti, cioè 1,97 punti a partita, vincendone 25, cioè il 59% e perdendone 9, cioè il 21%. Il Brescia di Cellino in 38 partite ha totalizzato 67 punti, cioè 1,76 punti a partita, vincendone 18, cioè il 47% e perdendone 5, cioè il 13% e questo è l'unico dato favorevole all'ex presidente del Cagliari. Infatti, anche nel numero dei gol (realizzati:subiti) e nella differenza reti i rossoblu prevalgono con +37 (78:41) contro +27 (69:42).

Si direbbe, quindi, in serie B Giulini meglio di Cellino.

Nella massima serie. Confrontiamo adesso i primi cinque campionati disputati in serie A dal Cagliari di Cellino, quelli che precedettero la prima retrocessione in B dell'ex presidente, con i primi quattro del Cagliari di Giulini, intermezzati dalla retrocessione del 2015. Cellino acquistò la società nell'estate del 1992 dai fratelli Orrù, che erano stati gli artefici della rinascita del Cagliari, dopo il lungo buio degli anni 1983-88, insieme al ds Carmine Longo e all'allenatore Claudio Ranieri. Il primo campionato di Cellino da presidente fu dunque la serie A 1992-93. Il torneo prevedeva allora la partecipazione di 18 squadre e per la vittoria si assegnavano ancora due punti. La squadra di Cellino ottenne un eccellente sesto posto con 32 punti e +12 di differenza reti, che valse al Cagliari la qualificazione alla Coppa Uefa 1993-94, un torneo durante il quale i rossoblu furono capaci di eliminare anche la Juventus e di giungere fino alla semifinale, che persero contro l'Inter. Lo sforzo europeo ebbe riflessi negativi in campionato e il Cagliari non riuscì a ripetere il risultato dell'anno precedente, finendo al dodicesimo posto (con 32 punti e -9 di differenza reti). Nei successivi due campionati di serie A (1994-95 e 1995-96), con la nuova regola dei tre punti per la vittoria, il Cagliari di Cellino ottenne prima il nono posto (con 49 punti e +1 di differenza reti) e poi l'undicesimo posto (con 41 punti e -13 di differenza reti). L'andamento calante toccò il fondo nella stagione seguente, quando i rossoblu finirono al quattordicesimo posto, a pari punti (37) con il Piacenza, persero lo spareggio con gli emiliani e retrocessero in serie B.

Giulini acquistò il Cagliari da Cellino nell'estate del 2014. La serie A 2014-15 si concluse con la retrocessione dei rossoblu, che finirono diciottesimi su venti partecipanti, con soli 34 punti e -20 di differenza reti. Ma il campionato cadetto 2015-16 portò il pronto riscatto della squadra di Giulini, che vinse il torneo (il primo nella storia rossoblu) con 83 punti (record del campionato). I tre campionati disputati nuovamente in serie A hanno visto un rendimento altalenante. Nel 2016-17 undicesimo posto con 47 punti e -21 di differenza reti, nel 2017-18 sedicesimo posto (cioè quartultimo e salvezza raggiunta in extremis) con 39 punti e -28 di differenza reti e nel 2018-19 quindicesimo posto con 41 punti e -18 nel bilancio dei gol.

Sul piano dei piazzamenti il confronto rende maggiore merito al Cagliari di Cellino, che nei primi quattro anni di serie A conquistò un sesto posto e non andò mai sotto il dodicesimo, mentre quello di Giulini ha come migliore piazzamento l'undicesimo posto.

Sul piano dei risultati il Cagliari di Cellino può vantare una semifinale Uefa, quello di Giulini la meno prestigiosa coppa "Ali della Vittoria", come vincitore del campionato cadetto (titolo appena conquistato anche da Cellino con il Brescia). Entrambi hanno dovuto subire una retrocessione.

Per le altre statistiche, si può notare che il Cagliari di Cellino, generalmente, riusciva a mantenere un certo equilibrio tra i gol fatti e quelli subiti, mentre la squadra di Giulini, fino ad ora, in serie A ha sempre concluso il campionato con la differenza reti in pesante passivo.

In sostanza, sembra che riguardo ai campionati di serie A Cellino sia in vantaggio su Giulini.

Poi (tralasciando le questioni giudiziarie che hanno visto i due darsi battaglia per controversie legate alla compravendita della società), c'è la questione stadio. In questo caso mi pare che Giulini stia facendo meglio di Cellino (il quale però, andato incontro all'insuccesso nel rifacimento del glorioso Sant'Elia, sembra intenzionato a riprovarci con il vecchio “Rigamonti”). Mentre l'ex presidente non è stato in grado di stabilire un'intesa proficua con le varie controparti in causa, l'attuale "primo tifoso" rossoblu ha già superato tutti i primi passi progettuali e autorizzativi.
Un solo cruccio per Giulini: non può più sperare di avere pronta la nuova “Sardegna Arena” per il 2020, quando si celebrerà il centenario della fondazione della “Unione Sportiva Cagliari”, come la società si chiamava originariamente.

...E il “derby” continua.