Mi viene il dubbio... se sia il caso di rivedere la mia politica di non pregare mai, perchè, non pregando, non posso sapere se quel che chiedo nella preghiera venga soddisfatto o meno. Ad esempio: come sarebbe andata a finire la storia della panchina vacante della Juve 2019-20 se avessi pregato che non dovesse essere andata a Sarri, e fossi stato esaudito?

La risposta al quesito apre una vasta gamma di scenari tutti diversi tra loro, alcuni dei quali arcani ed insondabili, ma, come è facile intuire, non è la risposta al quesito la cosa importante da cui partire, quanto i presupposti che lo hanno prodotto, il quesito. Ovvero: Sarri è ufficialmente l'allenatore della Juve per la prossima stagione e, a chi tiene alla Juve, questa cosa sta generando, e probabilmente continuerà a generare, un bel pò di disappunto (volendo parlare educati).

È bislacco, questo inizio d'estate 2019, calcisticamente parlando. Proprio mentre una consistentissima fetta del tifo bianconero affoga nel disappunto di cui sopra (e lo stesso fanno, per diverse ragioni, molti tifosi napoletani), all'Inter si sta insediando un allenatore che è estraneo ed antitetico a quel mondo almeno quanto lo è Sarri con quello juventino: Antonio Conte, che tutto o quasi il buon nome che ha se lo è costruito col bianconero juventino addosso e che ha gettato alcuni dei suoi nuovi tifosi in un disappunto simile, da cui è anche scaturito un comunicato di dubbia serietà (fortunatamente rinnegato da molti esponenti più assennati del tifo nerazzurro) sulle differenze ineluttabilmente incolmabili tra il vecchio mondo bianconero e quello nuovo nerazzurro (a proposito, complimentoni per la grande scoperta... non se ne vedeva una simile dai tempi di quella dell'acqua calda).

Corpi estranei che si trovano ad essere inglobati in realtà più grandi, ed infinitamente diverse da loro. Un pò come quando un granello di sabbia penetra per sbaglio dentro un'ostrica... il mollusco ha un sistema difensivo alquanto bizzarro, ma molto efficace: circonda l'oggetto estraneo con vari strati sovrapposti di madreperla secreti dal suo mantello, fino a dargli una forma pressochè sferica, è così che nascono le perle...

Ora, se questi corpi estranei, finiranno con l'essere trasformati in perle, io non lo so... Ma so, fin troppo bene, che, nel caso della Juve, l'oggetto estraneo penetrato dentro il guscio è, al momento, molto molto molesto e fastidioso. Come è palese, ed anche comprensibile, la pensano così molti tifosi juventini, ma è probabile che le nostre motivazioni siano diverse.

Per cominciare, non è una questione di tute, giacche, cravatte, fusciacche, fez e tutù... lo stile con cui molti amano sciacquarsi la bocca. Non è un problema di stile, semplicemente perchè non c'è nessuno in grado di dire cosa sia davvero lo stile. E poi, siamo sicuri che lo "stile" sia una mera questione di abbigliamento? Che abbia senso arrogarsi, in quanto società, la paternità esclusiva dello stile all'interno del mondo del calcio? E, soprattutto, a cosa serve davvero lo stile nel calcio? Per quanto mi riguarda, il calcio è un gioco a chi la mette di più dentro e meno gliela insaccano in porta. Che io sappia, in tutto questo servono tecnica, tattica, fisico, esperienza e mentalità, ma non ho mai visto partite vinte o perse per lo stile...

Non è questione di diti medi, e volgari (o meglio, infantili) allusioni sessuali con scopi offensivi... alla veneranda età di 33 anni posso dire di aver abbastanza definitivamente superato la fase in cui me la prendevo per gli sberleffi altrui e mi sentivo in dovere di dover accusare il vilipensore alla maestra richiedendo una perentoria punizione consistente nella negazione di una caramella. E poi, chiunque getterebbe il nocciolo della questione su un fatto di "volgarità" sarebbe o molto ingenuo o molto ipocrita, dato che, purtroppo, la volgarità, la grevità, qualsiasi tipo di bassezza verbale e non, sono all'ordine del giorno negli ambienti del tifo calcistico, e non solo di quello organizzato.

Per centrare uno dei motivi principali del mio (personalissimo) disappunto, sento di dovermi ricollegare proprio ad un discorso di rispetto, anzi, più propriamente, di mancanza di rispetto. Quella continua, umiliante (per lo sport, beninteso, non per me o per la Juve) ed emblematica portata avanti da Sarri per la quasi totale durata della sua guida a Napoli. Per i partenopei, il periodo della sua guida è stato, indubbiamente un periodo di ulteriore miglioramento tecnico rispetto alla precedente gestione Benitez (ha ridato al Napoli una parvenza di fase difensiva degna di questo nome, e ne ha migliorato la già efficace fase offensiva). Con Sarri il Napoli ha vissuto la migliore stagione della sua storia, quella dei 91 punti. Da stolto quale sono, ho creduto che con un avversario simile, quella stagione sarebbe potuta essere bella ed appassionante, con una controparte per una volta realmente in grado di interferire col monologo juventino che era diventata la corsa alla vittoria della Serie A, il tutto in un clima di sana rivalità sportiva e di rispetto reciproco. Ebbene, quella stagione tutto fu, tranne che vissuta in clima di sportività e rispetto. Le dichiarazioni gratutitamente alludenti, la diffusione del sospetto, e poi le implicite affermazioni che "certificavano" la Juve come centro di potere malato, corrotto, sistematico (sempre implicite, mai che avesse avuto, lui o anche qualcun'altro, la faccia, o ancor meglio, l'oggettività di fare un'accusa esplicita ed argomentata di eventuali VERE irregolarità).

E' stato così che è nata la leggendaria(?) figura del "comandante" che proprio in queste ore si sta sciogliendo come neve al sole, dal bisogno mediatico di un presidente che deve spostare l'attenzione dal fatto che per lui allestire veramente una squadra da scudetto è troppo dispendioso, e da quello esorcistico di una tifoseria che per la sua passione un trofeo lo meriterebbe davvero, ma che, non per questo, può permettersi di contravvenire alla sportività e gettare sospetto ed accuse basate sul nulla, col solo scopo di autoconvincersi, erroneamente, di essere, managerialmente ed economicamente, allo stesso livello della Juve (o anche di più). Quel signore proveniente dalla gavetta, nato a Napoli e noncurante alle questioni di "stile" è dovuto sembrare subito perfetto a quell'ambiente ansioso di dover dare (più a sè stesso, che ad altri) una giustificazione alla propria penuria di successi e di dimostrare il marciume e la mancanza di merito dell'abbondanza di successi altrui. 

Sarri tutto questo lo ha cavalcato, lo ha fomentato, si è fatto condottiero di quella crociata
, e, quel che è peggio, non ha lesinato nessun colpo, nemmeno il più basso... Ci ricordiamo tutti le sue scuse, i suoi non-argomenti, l'attaccarsi a tutto, ma proprio a tutto, per dimostrare come il fatto che la Juve gli stesse davanti fosse profondamente disonesto e immeritato. Per lui era immorale che la Juve giocasse il giorno prima del suo Napoli (e vincesse), come anche che giocasse il giorno dopo (e vincesse), come pure che giocasse in contemporanea (e vincesse anche lì). Non parliamo nemmeno degli errori arbitrali: a lui si deve il brevetto della geniale e "per nulla" pretestuosa scoperta che per ricevere un rigore a favore il Napoli, forse, avrebbe dovuto "avere la maglia a strisce"... certo, ripensandoci ora, non c'è smentita di quell'ignobile teatrino più clamorosa e gratificante del fatto stesso che lui, quell'impero del male, ora lo ha sposato in pieno, chiedendo esplicitamente al Chelsea di essere liberato e scegliendolo fra varie opzioni (quei 6/7 milioncini di euro fanno sempre comodo, si capisce; tra l'altro, è stata bella l'idea di cavalcare l'immagine del "Che-Sarri" novello paladino del proletariato che non guarda ai soldi, per poi rompere l'anno scorso col Napoli proprio perchè lui "non si è mai arricchito col calcio, e col prossimo contratto si vorrebbe arricchire perchè lo deve alla sua famiglia"); alla luce di ciò, sono proprio ansioso di sentire quali virtuosi argomenti potrà produrre alla sua conferenza stampa di presentazione in merito alla sua opinione sul mondo Juve, e spero che i giornalisti usino, per una volta, la loro faziosità a favore bianconero, chiedendogli come voglia conciliare tutto il brutto che ha detto in passato sulla Juve e il buono che (si suppone) vorrà dire ora che della Juve fa parte pure lui.

Prima ho accennato al livello tecnico-tattico eccelso che ha fatto raggiungere al Napoli: in effetti, il suo Napoli sul campo era davvero una bella squadra. Per gli amanti del gioco corale, offensivo e tecnico (categoria a cui tenderei a non iscrivermi), si capisce il perchè lui continui a rappresentare un simbolo ed un vate, tanto da essersi meritato anche un vocabolo a lui ispirato che indica le caratteristiche del suo calcio, "sarrismo" per l'appunto. Ma io, pur riconoscendo i suoi innegabili meriti tecnici, non sono d'accordo alla sua mitizzazione.

Non mi ha mai convinto del tutto la sua fase difensiva (seppur migliorata rispetto a quella, disastrosa, del suo predeccessore Benitez); se la ricerca dei facili alibi e il vittimismo lasciassero un attimo di tregua ai napoletani, forse costoro potrebbero rendersi conto che lo scudetto 2018, a ben vedere, è sfuggito loro non per una mancata espulsione di Pjanic, quanto perchè il loro presunto asso della difesa Koulibaly ha deciso di farsi scherzare come nulla per ben 3 volte dagli avanti della Fiorentina; inoltre, da buon profeta del provincialismo qual è, presenta il più classico dei complessi di Zeman, ovvero quella sindrome che ti fa credere che tu hai sempre ed inequivocabilmente ragione e gli altri hanno sempre torto... Per cui giocano sempre gli stessi, e sempre allo stesso modo, non c'è ricambio, non c'è turnover, non c'è variazione di moduli, non c'è adattamento alla squadra avversaria. In più, non importa se il club ha ambizioni europee, lui deve far bene in campionato e in coppa manda a giocare le sue riserve figlie di un Dio minore.

Mi dite che ha vinto l'Europa League? Vero, e, ad essere onesti, la finale giocata dal suo Chelsea è stata davvero una grande partita. Ma il resto della stagione? Balbettante in campionato, e non tanto più entusiasmante nel cammino europeo. Ho avuto modo di vedere l'andata e il ritorno della semifinale coll'Eintracht Francoforte, e devo dire di aver visto uno spettacolo avvilente: squadra lenta, piatta, senza traccia d'accelerazione o di sussulto tecnico, nonostante i valori sulla carta enormemente superiori. Se Hinteregger non avesse tirato un rigore inguardabile ho il dubbio che avremmo visto una finale con diversi protagonisti.

Ad ogni modo, la ferma volontà del presidente Agnelli (e anche, ritengo, la quasi totale assenza di uno straccio di alternativa valida tecnicamente o libera da contratti con altre squadre) ha fatto sì che Sarri, volenti o nolenti, diventasse l'allenatore della Juve. Per i motivi prima elencati mi arriva molto difficile provare la minima empatia nei suoi confronti. Lungi da me il voler fare ostruzionismo da tifo stile "Noi Allegri non lo vogliamo!", che poi va a finire che ci si trova nella mai comoda posizione di venire sbugiardati dai fatti (che nel calcio prendono il nome di "campo") e dover far finta di non essere mai stati contro. Io i miei motivi di non apprezzamento li ho espressi chiaramente e credo, non siano campati in aria; altresì, sono un fermo sostenitore del fatto che a Cesare vada dato quel che è di Cesare... per cui a Sarri riconoscerò tutto il buono che saprà portare alla Juve, se mai lo porterà; ma sentire affetto nei suoi confronti sarà, temo, molto difficile.

Ricordo sulle ultime battute della sua esperienza napoletana che una giornalista (col tono rassegnato di chi parla della più infame delle tragedie, a rimarcare come anche tutta l'opinione pubblica non juventina vedesse l'essere vincente della Juve come una iattura insopportabile) gli chiese se e quando il Napoli sarebbe riuscito a vincere uno scudetto; gli rispose con un sorriso amaro ed il tono di quello che è oppresso dalla peggiore delle dittature, dicendo che tutto in questo mondo ha una fine e quindi la avrebbe avuta anche la schiacciante oppressione da cui voleva dar a credere di essere afflitto; l'augurio ed il consiglio (al contempo interessato e disinteressato) è di non essere proprio lui quello a cui toccherà dare fine a quell'oppressione, di impiegare tutte le sue forze per rendersi degno del suo predecessore bianconero (ce ne sarà bisogno!) e per cercare di far mutare la cattiva opinione che in molti abbiamo di lui. Metta la madreperla sul granello di sabbia che è dentro l'ostrica bianconera, e diventi la perla che noi tutti aspettiamo e desideriamo.