Nato a Brest il 10 dicembre 1987, Gonzalo Higuain, figlio di Jorge Higuain, è destinato farsi spazio nel calcio moderno a suon di gol, giocate inarrivabili e vicende sportive che, all’alba dei trent’anni, lo hanno visto cambiare squadra più e più volte nel tentativo di ritrovare quella prolificità che sempre lo ha caratterizzato nel corso delle sue permanenze al Real Madrid e in Italia.

Mossi i primi passi nell’Atletico Palermo (squadra di uno dei quartieri più antichi di Buenos Aires), quello che un giorno diventerà El Pipita (soprannome derivatogli dal nomignolo calcistico del padre, El Pipa) esordisce tra i professionisti a 17 anni, il 29 maggio 2005. Con la casacca del River Plate, infatti, un insicuro ed acerbo centravanti argentino scende per la prima volta della sua carriera in campo contro il Gimnasia La Plata. Ci vorrà poco perché quel ragazzino dalle belle speranze cominci a collezionare marcature su marcature, incantando gli osservatori dei top club d’Europa e deliziando i tifosi del River con le sue incredibili capacità di finalizzazione, che gli varranno 15 gol in 41 presenze con la maglia biancorossa.

Il 14 dicembre 2006 le richieste di Fabio Capello, all’epoca allenatore del Real Madrid, portano la società delle merengues a trovare un accordo economico con il club argentino per il trasferimento del centravanti diciannovenne (13 milioni di euro). El Pipita sta vivendo il sogno di ogni piccolo calciatore. Vestire la maglia dei blancos è, per molti, la massima aspirazione, il coronamento di ogni sforzo, il giusto premio per aver continuato a credere e lavorare sul proprio talento e sulle proprie qualità e lui, il giovane Gonzalo Higuain, sembra avercela finalmente fatta. Ma la strada, ora, è in salita. Per quanto l’emozione di esordire con una delle casacche più prestigiose e titolate della storia possa fargli tremare le gambe, il ragazzo deve dimostrare di meritarsi un posto accanto a quelle che sarebbero passate presto alla storia come leggende. Van Nistelrooy, Beckham, Cannavaro, Ronaldo (Il fenomeno), Casillas, Raul e Sergio Ramos sono solo alcuni dei nomi dei grandi campioni con cui Higuain si sarebbe presto trovato a scambiare la palla nel corso della stagione 2006/2007. La prima marcatura con i galacticos ha il sapore del derby: il 24 febbraio 2007 Higuain raccoglie un’imbucata vincente seguendo alla perfezione il movimento della linea dei colchoneros e finalizza come solo lui sa fare. Il Vicente Calderon è ammutolito e Capello sorride. Non solo la sua squadra ha riagguantato il pareggio, ma, in fondo, ha avuto conferma di averci visto lungo.  Freddo ed implacabile a dispetto della giovane età, El Pipita ha appena depositato in rete il primo di tanti gol (121, a voler essere precisi) della magica avventura che l’argentino avrebbe vissuto a Madrid per i successivi sei anni e mezzo, al termine dei quali un rapporto non più idilliaco con l’ambiente societario lo avrebbe portato a chiedere la cessione e ad approdare al Napoli per 40 milioni di euro.

Le stagioni 2013/2014 e 2014/2015 si rivelano piuttosto positive dal punto di vista realizzativo. Higuain deposita la sfera in rete 53 volte su 104 presenze totali. Nonostante i numeri siano dalla sua parte, un grave errore dal dischetto in Napoli-Lazio, occorso sul 2-2 all’ultima di campionato (la partita sarebbe terminata con un sonoro 2-4 in favore degli aquilotti, risultato che avrebbe sancito l’accesso della Lazio alla Champions League 2015/2016 e relegato il Napoli in Europa League), gli vale le antipatie dell’ambiente partenopeo (significativo, seppur per nulla giustificabile, il gesto di un tifoso che colpì con una pietra il taxi di Higuain mentre era diretto all’aeroporto) e viene ad essere l’emblema della rottura tra Rafa Benitez ed il Napoli (la cui permanenza sulla panchina azzurra era comunque in discussione da tempo).
Il rapporto con gli undici metri si conferma particolarmente complicato quella stessa estate, quando, giunti ai rigori nella finale di Copa América contro il Cile, Higuain fallisce il proprio, contribuendo alla sconfitta dell’Albiceleste.

L’arrivo di Maurizio Sarri sulla panchina napoletana segna la rinascita del numero nove ex-River, che trascina il Napoli al secondo posto in classifica nella stagione 2015/2016. Il gioco vagamente barcelloniano della squadra del tecnico toscano valorizza le doti finalizzative di Higuain, puntualmente ispirato dalle imbucate dei compagni e sempre pronto a metterci del suo con movimenti da centravanti puro, che lo portano scivolare tra le linee delle difese avversarie con facilità disarmante. Dai venti metri in su, le difese avversarie tremano quando El Pipita riceve palla: una scelta di tempo errata od uno spiraglio lasciato aperto potrebbero voler dire concedere all’implacabile numero nove l’occasione di liberare una delle sue potenti conclusioni. Di destro, di sinistro o di testa, non c’è gol che Higuain non sia in grado di segnare. È all’ultima di campionato, però, che l’attaccante azzurro compie quella che sarebbe passata alla storia come una vera impresa sportiva: il 14 maggio 2016, una sua tripletta corona il 4-0 inferto al Frosinone e gli permette, nel corso della stessa gara, di eguagliare e superare il record di marcature in un singolo campionato di Serie A, fatto registrare da Gunnar Nordahl nella stagione 1949/1950 con il Milan. Il trentaseiesimo centro di Higuain, realizzato in rovesciata su assist di Dries Mertens, non solo si annovera tra i gol più belli di quell’annata, ma è anche quello che permette al Pipita di superare il record della leggenda svedese (Nordahl aveva segnato “solo” 35 volte nel corso della stagione 49/50).

Quella stessa estate il passaggio per 90 milioni di euro alla Juventus rispecchia la sua volontà di alzare l’asticella nel tentativo di aggiungere ad un già ricco palmares la Champions League.
Dopo due ottime stagioni (che lo vedono conquistare, con i bianconeri, due campionati e altrettante Coppe Italia) caratterizzate da 55 marcature in 105 presenze, inizia un periodo difficile per il goleador argentino, protagonista di prestazioni poco convincenti nei prestiti a Milan e Chelsea. Higuain è l’ombra del fuoriclasse di livello internazionale che era con Napoli e Juventus ed il suo temperamento tendenzialmente instabile, unito ad una condizione atletica mai al pieno delle potenzialità, ne opacizza anche le capacità sotto porta.

Il trasferimento all’Inter Miami, dopo un’ultima discreta stagione in bianconero in cui va a segno 11 volte (2019/2020), sembra essere l’ultimo tentativo del campione di rilanciare una carriera che, comunque andrà, passerà alla storia. A sottolinearlo, il 7 ottobre 2020, con lo sfondo di una magnifica notte stellata a New York, El Pipita si incarica della battuta di un calcio di punizione sull’1-1 contro i N.Y. Red Bulls. È pur sempre un grande centravanti dalle inarrivabili doti balistiche e di finalizzazione.
Prende fiato. L’arbitro fischia. Prende la rincorsa. Rete, è 2-1.
Ha segnato Gonzalo Higuain.