3 aprile 2021. Il 72' minuto di Napoli-Crotone. Giovanni Di Lorenzo deposita alle spalle di Alex Cordaz una rasoiata che permette ai partenopei di distanziare di una misura i ragazzi di Cosmi e di portare il risultato sul 4-3. Il tabellino dei marcatori non viene ulteriormente aggiornato e, allo scadere del recupero, quando un giovanissimo Antonio Di Martino sancisce il termine della gara con il triplice fischio, a brillare tra i nomi degli scorer della partita (tutti attaccanti), c'è il suo. Abbraccia i compagni. Affonda i tacchetti nell'erba sintetica e trotterella spensierato (o quasi) verso gli spogliatoi, consapevole di aver imposto il proprio sigillo su una delle prove più delicate nella complicata partita a scacchi che il Napoli sta disputando con la Juventus nel tentativo di aggiudicarsi un ambito posto in Champions League.

29 maggio 2011. Un ragazzino di 17 anni calca per la prima volta il terreno di gioco da professionista. Lui, un imberbe Di Lorenzo che, carico di emozioni e con le speranze di una carriera costellata di successi e soddisfazioni, sta per lanciarsi nel "mondo dei grandi" in un Sassuolo-Reggiana che mai cesserà di albergare tra i suoi più dolci ricordi. Lui, che con la Lucchese si era distinto per un precoce esordio in Serie D. Lui, piccola stella tra quelle che avevano brillato nel Torneo Internazionale Sanremo (vinto). Lui, che era stato capitano nei campionati primavera. Lui, che da bambino, quando giocava come centravanti, era stato soprannominato Batigol per la sua impressionante vena realizzativa. Lui sta per esordire e collezionare quell'unica e simbolica presenza nella Serie B 2010/2011.

Sarebbero seguite le esperienze in prestito con il Cuneo in Lega Pro (28 presenze), il biennio con la Reggina, sempre in terza divisione (62 presenze che, a seguito del fallimento della società nel 2015, si temeva potessero essere le ultime di una carriera terminata anzitempo a causa delle difficoltà che il districarsi in un mondo burrascoso e complesso come quello del calcio professionistico comporta), la chiamata, a 22 anni, del Matera (70 presenze e i primi 4 gol). Il fisico roccioso di Di Lorenzo, la sua propensione offensiva e le ancora acerbe qualità aeree (che il talento toscano andrà sapientemente ad affinare con il tempo, capitalizzando i suoi 183 cm di altezza) lo fanno notare dall'Empoli, che lo rilancia in Serie B (2017/2018) cinque anni dopo i tempi della Reggina e ne esalta le qualità nella stagione 2018/2019, in cui fa registrare anche il proprio personale record di marcature in un campionato (5).

Lui, che solo tre stagioni prima temeva di poter vedere infranto un sogno d'infanzia, a 25 anni suonati aveva preso la Serie A a sportellate e aveva dimostrato di avere gli attributi per rimanerci. I suoi sforzi, uniti a quelli di tanti altri compagni dell'Empoli di Andreazzoli, non basteranno ed evitare la retrocessione dell'Empoli delle meraviglie, al quale verranno strappate le residue speranze di salvezza nella rocambolesca sconfitta per 2-1 in casa dell'Inter. 
Poche settimane dopo, con il cocente sole estivo ad accompagnare gli annuali tira e molla solitamente protagonisti delle lunghe sessioni di mercato, Aurelio De Laurentiis e il suo Napoli bussano alle porte dell'Empoli. La compagine partenopea si assicura il cartellino di Giovanni Di Lorenzo depositando 8 milioni di euro nelle casse della società toscana e facendo firmare al ragazzo un contratto quinquennale. Dopo un opaco esordio in maglia azzurra con la Fiorentina in trasferta (incontro terminato per 4-3 in favore degli uomini di Ancelotti), arriva il gol alla 2^ giornata della stagione 2019/2020 nella sconfitta per 4-3 contro la Juventus. Il crescendo, da questo momento in poi, è spaventoso. Nonostante una stagione resa fiacca da prestazioni complessive non sempre convincenti (che portano, peraltro, al cambio in panchina che segna la fine dell'avventura napoletana di Carlo Ancelotti e l'inizio di quella di Rino Gattuso) e dallo scoppio della pandemia globale di Covid-19, Di Lorenzo si ritaglia un posto da titolare, portando l'allenatore calabrese a preferirlo all'ormai ex-titolare Elseid Hysaj.

Grinta, determinazione, prestanza fisica, capacità nel gioco aereo, doti tecniche ed un'innata capacità di rendersi pericoloso nell'area avversaria rendono Di Lorenzo un esterno completo e degno della casacca della nazionale (con la quale ha esordito nell'ottobre del 2019). Persino le prime uscite europee del toscano sono convincenti, tanto da valergli una presenza in tutte e otto le partite disputate dal Napoli nella Uefa Champions League 2019/2020.
Una scalata senza eguali, un sogno che continua, una crescità che lo ha portato a fare esperienza in ogni categoria. Dal basso verso l'alto. Sempre più su.

Eppure, in quell'attimo in cui, con un movimento da esterno d'attacco puro, lascia sul posto Zanellato e alza gli occhi, il tempo si ferma. In quell'attimo non è più Giovanni Di Lorenzo, giocatore del Napoli che ha esordito in Champions più di un anno e mezzo prima e che si conquistato una maglia in nazionale. Non è più quella certezza, quel titolare inamovibile, quel terzino fisicato che copre il fianco basso di una delle big d'Italia. In quel momento il tempo rallenta. La sfera prende a girare con meno intensità, gli sguardi dei compagni in trepidante attesa sembrano cristallizzarsi, così come la tensione nei muscoli delle gambe degli avversari perfettamente disposti in diagonale sembra non rappresentare più un pericolo per lo svolgimento dell'azione. 

Siamo anche ciò che siamo stati. In quel momento, per un inquantificabile istante, torna Batigol. Non imbuca per un compagno, non prende neanche in considerazione l'ipotesi di spiazzare la difesa appoggiando alla propria destra. Ha una piccola finestra di spazio per calciare e lo fa. Lo ha sempre saputo fare. E' semplicemente ritornato, per un attimo, quello che, una volta, era un attaccante dalle belle speranze. Oggi di Batigol resta un esterno difensivo dal fisico imponente e dalle spiccate qualità tecniche, che, di tanto in tanto, cede il passo ai dolci ricordi di un'infanzia trascorsa a segnare gol su gol e si concede qualche nostalgica incursione in area e, su questo c'è da stare tranquilli, qualcosa la inventa sempre.
Questa è la storia di un ragazzo che ha fatto la gavetta, si è costruito, categoria per categoria, un posto tra i grandi ed è la dimostrazione di quanto, nel calcio moderno, la duttilità e la versatilità siano elementi fondamentali.
Questa è la storia di Giovanni Di Lorenzo.