"Non ho mai sentito la pressione di giocare nel Milan di Baresi, Maldini e Van Basten. Per loro ero il bambino" 
Francesco Coco 

Per diventare un top player è necessario non solo essere bravi tecnicamente e dotati di talento, ma occorre avere carattere, una buona testa da professionista, e soprattutto non avere una sorte avversa e fare gli incontri giusti che permettono la valorizzazione del tuo talento.
Il talento, la tecnica, la bravura nel giocare a calcio e nell'interpretare egregiamente il proprio ruolo devono essere supportati dall'avere una buona testa, carattere e perchè no, anche un pizzico di fortuna. Anzi, la fortuna può essere un fattore fondamentale che arriva grazie all'audacia. Se non si ha carattere e non si ha testa, anche se si è dotati di un grande talento, in molti casi può capitare che non si emerga. E' importante anche non incappare in gravi infortuni, come é successo al protagonista dell'articolo di cui mi accingo a scrivere.

Francesco Coco è l'esempio di un talento inespresso. Anche un po' sfortunato, ma non solo quello. Non si può dare sempre la colpa alla sfortuna se un talento non esce fuori e non emerge alla ribalta, soprattutto se è un calciatore di alto livello. In alcuni casi non si può negare che ci sono troppi ostacoli e bastoni tra le ruote che impediscono un certo tipo di affermazione. 
Uscito dalla cantera rossonera, Francesco Coco, di ruolo terzino sinistro, venne paragonato, esagerando, forse per il ruolo in comune, a Paolo Maldini.
 Questo ha creato una eccessiva pressione su Coco, come è logico che sia.

Francesco Coco in realtà, proprio come Paolo Maldini, nasce come terzino destro e venne adattato nella corsia mancina. Nella sua carriera ha giocato come esterno di centrocampo a sinistra e come terzino sinistro. A 16 anni giocava seconda punta o alla. Durante un torneo giovanile, l'Arco di Trento, nella finale contro la Juventus, il terzino della squadra del Milan si infortunia e Coco viene spostato nel ruolo di terzino. Il Milan vinse 3 a 1 e Coco in quella partita da terzino fece due assist. 

Nasce a Paternò l'8 gennaio 1977. E' cresciuto, come ho accennato in precedenza, nel vivaio del Milan, club con il quale esordirà nei professionisti nel 1995/96 in un Padova- Milan finita 1 a 2 per i rossoneri. Resta in rossonero anche l'annata successiva. Nel 1997/98, insieme a Massimo Ambrosini va in prestito al Vicenza, per poi l'anno dopo, insieme a Massimo Ambrosini, fare rientro al Milan per fine prestito, e restare in rossonero. Nel 1999/2000 va in prestito al Torino e l'annata successiva rientra al Milan. Nel 2000/2001 gioca nel Milan e mette a segno i suoi primi gol in A, per la precisione 2 reti in 31 presenze. E nello stesso anno segna anche in Champions league con la maglia del Milan le sue prime reti nella manifestazione. 2 reti in 11 presenze. L'anno dopo passa addirittura in prestito al Barcellona. Qui gioca e accumula 23 presenza nella Liga e 10 presenze in Champions League senza mai andare a segno. Finito il prestito ai blaugrana, fa rientro al Milan che lo gira all'Inter valutandolo 40 miliardi di lire nell'operazione che porterà in rossonero Clarence Seedorf, al quale verrà data la medesima valutazione. Paradossalmente con il passaggio all'Inter inizia la fase discendente della sua carriera, complice anche vari infortuni e qui purtroppo inizia a perdersi. E' veramente un peccato perché, anno dopo anno, cresceva sempre più e stava facendo intravedere qualcosa di molto interessante. Il talento c'era. Considerate che, quando Milan e Inter fecero lo scambio Seedorf-Coco, in molti, compreso il sottoscritto, pensarono che fu il Milan a rimetterci. Questo per farvi capire che Coco aveva talento ed aveva un potenziale non indifferente. 

Clarence Seedorf fece la storia del Milan. Riuscirà ad essere anche allenatore del Milan senza avere successo rispetto a ciò che ha fatto da calciatore con la maglia rossonera. Clarence Clyde Seedorf nato a Paramaribo in Suriname ma naturalizzato olandese, è stato un centrocampista tra i più duttili che si siano mai visti. Dotato di una grande tecnica, calciava perfettamente con entrambi i piedi con precisione e anche potenza e poteva essere impiegato mezz'ala destra, mezz'ala sinistra in un centrocampo a tre ma anche trequartista e centrocampista centrale, sia in un centrocampo a tre e sia in un centrocampo a quattro.
Dotato di grande forza fisica, la conclusione dalla distanza così come la capacità di dribbling era uno dei suoi più marcati marchi di fabbrica. Nato il primo aprile del 1976, era soprannominato il professore. Da calciatore è cresciuto nelle giovanili dell'Ajax dove resta dal 1983 fino al 1992. Nel 1992 esordisce in prima squadra con l'Ajax dove resta fino al 1995. Nel 1995-1996 passa alla Sampdoria in Serie A. Dal 1996 fino al 2000 gioca in Spagna con il Real Madrid. Dal 2000 fino al 2002 gioca nell'Inter e dal 2002 fino al 2012 gioca nel Milan. Arriva in rossonero in uno scambio con Coco, come ho scritto in precedenza. Chiuderà la carriera nel Botafogo nel 2012-2013. Ha sempre giocato nei massimi campionati. È stato nazionale olandese. Nella sua carriera ha vinto una Coppa d'Olanda, 2 Supercoppe d'Olanda, 2 Campionati olandesi e 1 Champions League con l'Ajax, 1 Campionato spagnolo, 1 Supercoppa Spagnola, 1 Champions League e 1 Coppa intercontinentale con il Real Madrid, 2 Campionati italiani, 2 Supercoppe italiane, 1 Coppa Italia, 2 Champions League, 2 Supercoppe Europee e 1 Coppa del Mondo per club con il Milan, e 1 Campionato Carioca con il Botafogo. Con il Milan complessivamente in tutte le competizioni ha giocato 432 partite con 62 reti all'attivo.

Tornando a Francesco Coco, la prima stagione con l'Inter, con in panchina Hector Cuper, Coco fu titolare e gioca 20 presenze in A e anche 11 gare in Champions league con la maglia nerazzurra. L'anno dopo iniziano i problemi che condizioneranno, rallenteranno e comprometteranno la carriera di Francesco Coco. Il terzino è vittima di un infortunio alla schiena che gli farà vedere il campo con il contagocce, costringendolo ad una lunga assenza, per tutto il periodo in cui resterà in nerazzurro, ovvero per altre due stagioni.

Si cura l'infortunio alla schiena, e nel 2005/2006 va in prestito al Livorno, in Serie A. Accumula 28 presenze senza andare mai a segno. L'anno dopo fa ritorno all'Inter dove resta per 6 mesi per poi fare essere girato nel gennaio del 2007, precisamente il 31 gennaio del 2007, al Torino, dove disputa appena 3 partite. Torna all'Inter per fine prestito. Si accorda con il Saint Etienne, sostiene le visite mediche con la squadra francese, ma all'ultimo la società francese rinuncia all'ingaggio poiché, a detta dell'allora presidente del club francese, Coco non era in forma secondo quando si evince dalle visite mediche. E così, nel settembre del 2007 rescinde il contratto in essere con l'Inter e a soli 30 anni si ritira dal calcio giocato. Sembra quasi pentito di aver mollato il calcio a soli 30 anni, difatti il 30 ottobre del 2007 si propone di giocare gratuitamente con la squadra che lo ha lanciato nel calcio italiano e internazionale, ovvero il Milan. Tuttavia il club rossonero non raccoglie l'invito. Tuttavia sarà Flavio Briatore, allora patron del Qpr, che gli propone di andare a giocare in Inghilterra, nel suo club. Qui l'avventura di Coco prima di partire...è già finita, perché l'esperienza in Inghilterra dura appena 3 giorni. Coco rimase deluso dalla struttura e l'organizzazione del club, mentre Briatore fu deluso dalla scarsa professionalità del calciatore. Insomma, per un motivo o per l'altro, non si pigliarono bene come si suol dire. E l'avventura di Coco con il Queen's Park Rangers non iniziò mai. Tuttavia i due poi si ritrovarono a collaborare insieme perché Coco, nell'estate del 2007 è stato responsabile delle pubbliche relazioni del Billionaire di Porto Cervo di proprietà di Flavio Briatore, che è un suo amico.
Coco nella sua carriera da calciatore ha vinto due scudetti con il Milan, nel 1995/96, e nel 1998/99, e una Coppa Italia con l'Inter nel 2004/2005. 
E' stato un calciatore molto sovraesposto mediaticamente per diverse vicende che lo riguardarono come lo scandalo dei ricatti fotografici denominato 'Vallettopoli' e per alcune vicende particolari inerenti la sua sfera privata. Ha partecipato alla quinta edizione dell'Isola dei famosi versione italiana, ed é stato protagonista di diverse comparsate televisive. Ha avuto diversi flirt con personaggi più o meno noti ed è stato al centro delle cronache rosa per la sua relazione con l'attrice Manuela Arcuri. A tal proposito sulla sua carriera e sulle vicende che lo hanno riguardato ha dichiarato: "Perché lasciai il Barcellona dopo solo un anno? Potrei dire che si chiudeva un cerchio: l'Inter mi aveva preso a 12 anni, ma una settimana dopo aveva vinto un provino con il Milan. Potrei dire 'Io sono così, non c'è sempre un perché in quello che faccio'. Ma forse la risposta sta nel pranzo del 5 maggio a casa di Gerard - io, lui, Puyol e Xavi - fatto apposta per vedere Lazio-Inter. Non dico che tifavano ma era una bella novità anche per loro tre, poi quasi più basiti di me. Alla Pinetina dopo quella botta trovai una giungla, ma avevo detto già a marzo. Anche se Gaspar, il presidente, provò a chiedermi perché... Mi chiamavano 'el siciliano' perché gli raccontavo storie di mafia, e la stampa voleva sempre me in conferenza: era come stare al bar, finivo che ero io a fare le domande a loro. Sentivo libertà e spensieratezza: quella mai avuta a Milano, con l'ansia di giocare nella mia città. Corona (Fabrizio, ndr) ha fatto molto male, ma è stato in carcere abbastanza: non so neanche quanto, ma per cose più gravi c'è chi ne fa menoIo quelle mie foto nudo in barca non le ho mai viste, non so quanto le pagò Galliani, so che mi tolse dallo stipendio 36 milioni e gli avevo detto: 'Per me possono uscire'. Ma Fabrizio non l'ho odiato, mi è solo caduto in basso: eravamo amici, così diceva". Inoltre su Gattuso, suo compagno di squadra al Milan disse: "Rino lo chiamavo 'il mio fratellino'. Sa cosa gli dicevo sempre? 'Che bello che sei'. Mica perché è bello fisicamente, eh? Lui è bello dentro: persona vera che si mostra per quello che èe dice sempre la verità. La dico anche io: non mi aspettavo che facesse subito così bene nel Milan. Nessuno se lo aspettava e invece si è dimostrato pronto per allenare pure in A, anche se non lo aveva mai fatto. Fa il burbero, ma ne ho conosciuti pochi così cazzari". 

Sempre Coco sulle varie dicerie su di lui ha dichiarato: “Non ho mai toccato la cocaina. Non mi è mai interessata. L’educazione che mi ha dato mia madre mi ha sempre tenuto alla larga da certe schifezze. Dicevano che mi drogavo anche quando giocavo. Avrò fatto 1500 prove antidoping, altri prelievi del capello a sorpresa: mai niente. Bastava una serata fuori, una bella ragazza accanto e automaticamente ero un tossico. Ho accettato ogni cattiveria, ma questa non l’ho mai sopportata. Hanno detto persino che ero andato a Hollywood per fare l’attore. Mi viene da ridere: ho sempre rifiutato anche le parti piccole nelle fiction. Ho partecipato all’Isola dei Famosi nel 2007 per l’amicizia che mi lega a Simona Ventura. Lo rifarei: è tutto vero là e a me è servito molto”.

Adriano Galliani ha spiegato di aver ritirato le foto di Francesco Coco, ex giocatore del Milan, che lo ritraevano in barca a largo delle Baleari, nell'estate del 2001, con il costume abbassato e in compagnia di cinque amici. "Il mio amico Chiarini dell'agenzia Fotocolor - ha raccontato - mi disse che c'erano in giro queste foto, le ho viste e ho pensato che fosse interesse del Milan acquistarle per ritirarle dal mercato, ma non ho mai avuto alcun contatto con Corona. Le abbiamo pagate con regolare fattura 36 milioni di lire, soldi che ho poi trattenuto dallo stipendio di Coco".
Sulla descrizione di quelle foto, Adriano Galliani ha dichiarato: "Erano su un ponte di una barca. C'erano credo 6 ragazzi, 3 più o meno in piedi e 3 sdraiati. Erano in costume da bagno e i 3 in piedi avevano abbassato il costume da bagno. Coco era in piedi".

Sulle voci sulla sua presunta omosessualità Coco disse: "Sostenevano fossi gay, ma io dico: e allora? Anzi, ben vengano gli omosessuali in Nazionale, hanno una marcia in più".

Su di sé, per quello che concerne la sua carriera da calciatore dichiarò: "Dovranno allargare o spostare la porta perché io riesca a segnare un gol in Serie A" Con il Milan due gol li farà in Serie A nell'annata 2000-2001. Lo stesso anno segnò anche 2 gol in Champions League. Con il Milan segnò anche un gol in Coppa Italia nell'annata 1995-96. E segnò nella sua carriera anche un gol nell'Under 21azzurra. Con i club in carriera solo con il Milan ha fatto dei gol.​​​​​​

Dopo il ritiro dal calcio giocato, Coco a Legnano, città in cui é cresciuto, nonostante sia nato a Paternò, é proprietario di un bar e di un negozio di abbigliamento. Ha lanciato una collezione di calze da uomo, é stato commentatore tecnico delle partite di calcio a Fox sports ed è opinionista di calcio a beIN Sports, tv del Qatar. Ha aperto una scuola calcio a Napoli e una agenzia di comunicazione in Lombardia.  
Francesco Coco poteva senz'altro aspirare ad avere una carriera più importante di quella che ha avuto. Ha sempre giocato in Serie A, ma gli infortuni ne hanno compromesso la carriera.
Francesco Coco, l'erede di Paolo Maldini che non fu!

"Io avevo timore di Capello (Fabio, suo allenatore al Milan, ndr). Se lo incrociavo a Milanello, cambiavo strada". 
Francesco Coco