Nel film della Grande Bellezza, Jep Gambardella diceva che dopo aver compiuto sessantacinque anni non poteva più perdere tempo a fare cose che non gli andava di fare.
Credo che la pensasse così anche l’Avvocato, che lasciava lo stadio quasi sempre prima della fine, a volte molto prima. Non ho ancora sessantacinque anni, non vivo a Torino e quindi tutto quello che posso fare per imitarli è spegnere la TV al 43’ del primo tempo di Verona-Juventus.
Avrei dovuto farlo anche per la partita contro il Porto, ma si sa, i tifosi juventini per la Champions abbassano la cresta.
E alla fine mi è andata bene, perché sospetto che il documentario su Pelé sia stato meglio dell’ultima mezz’ora di gioco a Verona.

“Abbiamo stradominato” ha detto Juric.
“Il gol è arrivato quando non stavamo nemmeno soffrendo” ha ribattuto Pirlo.
Vatti a fidare dell’uno o dell’altro.
Ma in mezzo al cantilenare monotono del Maestro, quasi sempre c’è una frase che tradisce la sua amicizia con Gattuso. “L’avevamo preparata così, una partita sporca. La cosa più difficile era segnare per primi e noi l’avevamo anche fatto”.
Riascolto l’intervista una seconda volta, poi mi domando sconsolato: “davvero avevamo preparato una partita sporca CONTRO IL VERONA?”
Salto i convenevoli della squadra ostica e ben messa in campo, degli infortunati e degli under 23 in panchina, ma se giochiamo sporco contro il Verona, cosa faremo contro le sette squadre che la precedono in classifica?
Sembra davvero che la tesi del gioco fluido alla Guardiola sia durata meno delle “partite non gestite ma tritate” di Sarri.

E’ bastata una lezione in campionato dall’Inter e una supercoppa vinta con il catenaccio, per trasformare in immagini di repertorio le sgroppate di Danilo a fare il play di centrocampo.

Allegri si sbellica: “Ma dove va?” Si crede ancora a Manchester?” Leggo un discreto numero di tifosi juventini già proiettati alla programmazione del prossimo anno. Perché no? In fondo la Ferrari la fa da tredici anni la programmazione anticipata.
Io vorrei dare il mio contributo alla causa programmando “la catastrofe”.
Dico per dire. Immaginiamo che si esca con il Porto, o con l’Ajax di turno nei quarti di finale. Che in campionato si arrivi a stento terzi o quarti, e che sia proprio la pietra d’angolo dei nove scudetti, il figliol prodigo, a darci il colpo di grazia con la sua Inter. Intendiamoci, questa è un’ipotesi plausibile, non è ancora la catastrofe. Probabilmente a quel punto Cristiano ammetterebbe di aver fallito e si trasferirebbe al Manchester United (se Messi andasse al City) o a Miami (se Messi sedesse accanto a lui sull’aereo). Chiellini direbbe basta per i molti acciacchi e Dybala verrebbe coinvolto in uno scambio con Icardi.
Via tutti o quasi i quadri che hanno fatto fuori Sarri. Via quei campioni che secondo Cassano “non corrono perché fanno sudare il pallone”. E con le scarse finanze di questi tempi, non resterebbe che investire sui giovani più forti come fanno ormai quasi tutte le grandi squadre.
E sarebbe allora, soltanto allora, che potrebbe arrivare quell’ordine sabaudo che io aspetto da tre anni. Una pacca sulla spalla e quella frase lapidaria del presidente: “Qui adesso comanda lui, e chi non è d’accordo può andarsene al Siviglia”.

C’è un solo allenatore che è in grado di imporre il proprio gioco tanto in Italia quanto in Europa, valorizzare schiere di giocatori giovani ed esperti, e dire stupidaggini una volta ogni tre partite.
Sempre il presidente: “Avete conosciuto Maurizio? Lui è peggio, ed ha un contratto di tre anni”.
Potrebbe essere l’unico capace di resuscitare persino Bernardeschi, ma il vero miracolo necessario sarebbe un altro: il centrocampo.
Sono mesi che ripetiamo a squarciagola che Betancurt e Rabiot NON POSSONO GIOCARE INSIEME.
Lui è arrivato ai quarti di finale della Champions con Freuler e De Roon. Non esattamente Xavi e Iniesta, con tutto il rispetto. Perché per giocare bene ci vogliono i giocatori bravi, ma bisogna sceglierli e formarli, non soltanto comprarli. Altrimenti sarebbe come dire che per giocare bene ci vogliono gli Emiri.

E' noto come la Juventus abbia un debole per chi riesce a batterla. Non mi auguro che perda la finale di Coppa Italia. Mi auguro che se mai dovesse succedere, dal polverone venga fuori Gasperini.