La trentesima giornata ha visto sorridere soltanto la Juventus, che con un sonoro 4-1 ha regolato il Torino nel derby della mole. Tranne l’Atalanta le altre inseguitrici Lazio ed Inter hanno perso malamente tra le proprie mure amiche. Consolidando sempre più il primato bianconero avvicinandola ad apporre il nono sigillo consecutivo.

La ripartenza
Avevamo lasciato la squadra bianco celeste ad un solo punto dalla vetta con un gioco spumeggiante che faceva parlare tutti gli addetti ai lavori. Il presidente Lotito, forte delle fiducia nei suoi uomini, intravedendo il massimo della posta con il minimo sforzo è stato tra i maggiori fautori nel favorire la ripresa delle ostilità. Ma pronti via, ed è arrivata subito la prima sconfitta dopo essere passati in vantaggio di due reti, ad opera dell’Atalanta di Gasperini, che vendica il 3-3 dell’andata avvenuto anch’esso in maniera rocambolesca. Nelle successive partite gli aquilotti regolano con l’identico risultato di 2-1 Torino e Fiorentina. Due squadre in forte crisi di risultati e tecnicamente inferiori ai capitolini. Lo fanno con prove sotto tono, che sono il preludio alla disfatta casalinga avvenuta sabato sera contro il Milan. Ma la società di Formello contraddicendo a quanto dichiarato durante la sosta forzata, punta il dito contro i troppi impegni ravvicinati perlopiù giocati ad orari scomodi. Purtroppo visto le circostanze questa è l’unica soluzione per far ripartire il calcio nel migliore dei modi ed è comunque un sistema che penalizza tutte le compagini della nostra serie A. 

Il mercato di riparazione 
Il presidente Lotito anziché accusare, avrebbe dovuto pensare più che altro a fare un “mea culpa”. È vero, la Lazio nonostante il bel campionato fatto nella stagione precedente, non è stata costruita per vincere il tricolore, ma una volta trovatasi in ballo tanto valeva continuare a ballare e provarci. Il massimo dirigente laziale però quando se ne è presentata l’occasione nella sessione di riparazione, avendo l’occasione di poter colmare le lacune della sua squadra, rilascia una intervista che spiazza un po’ tutti: “Rinforzare significa svilire le qualità di quelli che abbiamo, e che ad oggi stanno facendo bene”. 
Discorso chiuso, il mercato chiude i battenti già prima di aprirli. Ma tutti i nodi alla fine vengono al pettine. Oggi servirebbe come il pane un vice Lulic che con i suoi 34 anni è vittima di guai fisici e il suo alter ego Jony arrivato la scorsa estate sembra non adatto agli schemi del tecnico Inzaghi, in quanto lo spagnolo è bravo ad attaccare ma risulta in efficace in fase difensiva. Idem Lucas Leiva le cui condizioni muscolari minano la sua titolarità ormai da diverso tempo. Il sempre verde Parolo, anche se si fa trovare pronto ogni qual volta venga chiamato in causa, non ha più la stessa lucidità di un tempo ed ha caratteristiche differenti rispetto all’ex Liverpool. Cataldi oggettivamente parlando non è un giocatore da Lazio per competere a certi livelli, in un ruolo fondamentale che è quello del regista. Qualche ritocchino doveva essere fatto anche in difesa dove Vavrol’acquisto più costoso del estate per 11 milioni e mezzo, non rientra nei piani del tecnico piacentino, schierato quest’anno con il contagocce. In attacco mettersi sugli stessi binari della Juve è difficile. Sarri anche in caso di assenza di Cr7 e Dybala, può permettersi un tridente di tutto rispetto con Bernardeschi- Higuain- Douglas Costa. Ma i soli Correa, Immobile e Caceido li davanti sono un po’ pochi. La sensazione è che Lotito abbia pensato di voler avere la botte piena e la moglie ubriaca, cosa però non riuscita. 

Il calendario
A venir incontro a Immobile e compagni è però il calendario in attesa dello scontro diretto del 20 luglio. I sette punti di distacco sono tanti, ma non impossibile da recuperarli. Le Aquile dovranno affrontare Lecce e Udinese in trasferta e Sassuolo in casa, tre match alla loro portata, mentre i bianconeri dovranno vedersela con i neroverdi di De Zerbi e in una settimana di fuoco con il redivivo Milan che vorrà riscattare la sconfitta della semifinale di Coppa Italia e la super Atalanta di Gasperini, che al di là delle polemiche di Zeman non perde un colpo.