A metà percorso della prima stagione  in versione mister, siamo ancora a chiederci se Pirlo sia già pronto di sostenere una panchina così importante oppure no.
La verità come in tutte le cose è nel mezzo:
Che il maestro in panca non abbia le stesse capacità come quando deliziava le platee con le sue invenzioni sul rettangolo verde, questo è sicuramente chiaro a tutti. Il  4-4-2 per forza di cose messo in piedi senza infamia e senza lode sembra non avere soluzione di continuità, affidandosi soprattutto alle giocate dei singoli che alle idee del tecnico. Si passa dalle debacledello 0-3 contro gli acerrimi rivali della Fiorentina o l’inesistente Juve nel posticipo di San Siro, passando per la roboante vittoria di Parma e  1-3 di giustezza contro il Milan. Insomma una squadra dalla doppia personalità che quando è in difficoltà non riesce a sbrogliare la matassa se non ci pensano i vari Chiesa, Ronaldo o Morata.

Pirlo questa estate ha accettato una sfida alla prima occasione che gli si è presentata, accettando di prendere una Juventus all’anno zero. La società dal canto suo non è che proprio gli sia venuta incontro in sede di calcio mercato, escludendo l’arrivo di Chiesa che poi ha le stesse caratteristiche di Kulusevski. Sulla catena di sinistra un vero e proprio disastro da un promettente, ma acerbo Frabotta al quasi compassato Alex Sandro dietro, agli adattati Ramsey e appunto l’ex viola qualche metro più avanti.
Nel centro delle mediana invece né Arthur, Rabiot o Bentancur sembrano essere un centrocampo da terza stella. Per questo trovare soluzioni dalla panchina per raddrizzare match andati su binari sbagliati diventa un po’ difficile.

Mercoledì è in arrivo subito un bel banco di prova contro il Napoli in Supercoppa e un’altra eventuale battuta d’arresto comincerebbe a far vacillare la sua presenza sotto la Mole.