Ho sempre amato il teatro e soprattutto le commedie umoristiche. Per anni ho seguito gli spettacoli del grande Gigi Proietti, e l'altra sera ho visto in TV un divertente programma condotto da uno degli allievi più prolifici della sua Accademia Giovani del Teatro Brancaccio, dove il comico diventato nel frattempo anche un valido regista, è ad oggi l'indiscusso protagonista di un palcoscenico ormai orfano delle gesta del gran Maestro, dal quale sembra averne ereditato le redini e con pieno merito.
Mi riferisco ad un altro romano, il 56ne Enrico Brignano che alcune sere fa si è esibito con i suoi esilaranti monologhi nel nuovo programma in onda su Rai 2 "Un'ora sola vi vorrei" interpretando con comiche e sagaci  battute vari accadimenti inerenti agli anni '70 e '80, quelli tipici della sua adolescenza.
Per le molte analogie con il mio passato, mi ha particolarmente colpito la narrazione del seguente episodio, magistralmente illustrato dallo scintillante comico romano, riguardante un viaggio svoltosi nell'afosa mattinata di un Ferragosto, percorrendo, a tratti a passo d'uomo, la Via Tiburtina a bordo di una vettura Simca 1100 GLS marrone metallizzato di terza mano, priva di aria condizionata e con i sedili in similpelle in un tortuoso percorso di ben cinque ore che dalla capitale conduceva ad uno sperduto paesino appollaiato tra i monti dell'Abruzzo ed ovviamente senza soste per non tardare al sacrale appuntamento del pranzo di Ferragosto con nonni, parenti ed amici di famiglia.
E così Antonino, il padre dei due maschietti, i fratelli Brignano, persona tanto amorevole quanto autoritaria, vietò ai ragazzi, ancora stravolti dalla stanchezza e dal sudore stagnante nello schienale e per giunta impossibilitati dall'aprire i finestrini per il veto imposto dalla madre,  il turbinio dell'aria avrebbe scomposto la ricercata acconciatura dei capelli sapientemente manufatta il giorno prima dalla parrucchiera, di alzarsi dalla tavola imbandita a festa fintanto che l'ultimo dei commensali non se ne fosse distaccato.
E lo disse invitandoli ad una solenne promessa, che di fatto consisteva praticamente  in una imposizione sottolineata dalla bizzarra gestualità e dalle colorite gag proferite in perfetto e  burlesco dialetto romanesco.
Fatto sta che i due fratelli, dopo che il nonno, verso le 17.30, aveva scolato l'ultimo bicchierino di grappa, poterono finalmente raggiungere i loro amichetti per una sana e distensiva partitella a pallone...dimenticando così quelle interminabili, torturanti cinque ore di viaggio dove avrebbero temuto di morire ....di una pura quanto insana e torturante noia!
E di noia certamente non ne avremmo sofferto ascoltando la narrazione successiva, dopo uno stacco pubblicitario, che lo show proponeva nella serata dove lo stesso istrionico Brignano riusciva a trasformare la sua proverbiale mimica teatrale in una talentuosa e scientifica illustrazione dell'episodio che vado a sintetizzare e del quale credo, per la maggior parte delle persone tra le quali il sottoscritto, non ve ne sia più alcun ricordo.

Con l'espressione "guerra fredda" si indica la contrapposizione politica, ideologica e militare che si attuò tra le due superpotenze al termine del secondo conflitto mondiale: Stati Uniti ed Unione Sovietica. Questo determinò la formazione di due blocchi ostili nell'Europa che videro da una parte l'Occidente ( USA e Nato ) e dall'altra l'Oriente (USSR e paesi Patto Varsavia) E così negli anni seguenti si giunse alla divisione dell'Europa che culminò nel 1961 con la costruzione del Muro di Berlino. E questo "bipolarismo" perdurò sino alla sua caduta del 1989. Ventotto lunghi anni con tragiche  storie di vite falciate dai vani tentativi di fuga, fu celebre quella del 18nne muratore Peter Fechter  abbandonato morente per una intera nottata nella "striscia di nessuno" in prossimità del Charlie Check Point,  dove fece seguito un'insurrezione popolare che purtroppo partorì soltanto una effimera fiammata giornalistica e niente di più... la "guerra fredda"... purtroppo continuava!
È il 26 settembre 1983, quando a Stanislav Petrov, Tenente Colonnello dell'Armata Russa fu richiesto di sostituire l'ufficiale di servizio al bunker Serpuchov 15, vicino a Mosca... e per l'esattezza il fatto così avvenne... era un lunedì sera quando il Tenente Stanislav, avendo fatto il turno domenicale si trovava presso la casa di alcuni amici alla periferia di Mosca intento, tra sigarette e bicchierini di Vodka, a puntare qualche rublo giocando a poker.
Ma intorno alle h.23 locali il telefono di quella casa squillo'... all'altro capo c'era l'ufficiale di servizio al bunker Serpuchov 15 base strategica preposta al monitoraggio del sistema satellitare posto a sorveglianza dei siti missilistici statunitensi... l'ufficiale comunicò che il Tenente che avrebbe dovuto essere di turno quella notte era febbricitante a letto...e sugli schermi radar di controllo erano apparse... alcune strane tracce di missili! Il Ten.Col. Stanislav terminò il suo bicchierino di Vodka e si precipitò alla base di Serpuchov.
Appena arrivato sulla console di lavoro il nostro Stanislav constatò alle 00.14 locali una traccia sui radar di un missile lanciato dalla base statunitense di Malmstrom in Montana marcante un itinerario diretto verso il territorio sovietico, ma il sistema satellitare di controllo OKO segnalò nei minuti successivi ben altri quattro missili con testata nucleare nella medesima direzione.
Ebbene, lanciare un allarme, e quindi avvisare il Cremlino, assecondando quanto riportato dal rigido codice militare che imponeva di rispondere istantaneamente ad un attacco nucleare con altrettanto attacco nucleare, avrebbe potuto significare dare avvio ad una guerra devastante non solo contro gli States ma una guerra nucleare, apocalittica che avrebbe distrutto l'intera umanità.
E così Petrov, profondo conoscitore delle peculiarità del sistema satellitare sovietico  ritenne che quelle cinque tracce stessero a significare  una concomitante ma errata interpretazione da parte delle sonde artificiali orbitanti nella ionosfera che avrebbero segnalato al sofisticato sistema OKO,  complice l'equinozio d'autunno avvenuto poche ore prima e che avrebbe inoltre visto la congiunzione astrale tra Sole, Luna ed altre stelle, alcune tracce di ogive che si sarebbero materializzate nel giro di una manciata di minuti in un tragico "The Day After"...ma così il fato o la storia non volle!
La freddezza nella mente, ed ancora la vampata di Vodka in corpo per quella partita di poker abortita, inibì al nostro Stanislav la pressione del tasto dedicato alla chiamata diretta del Premier di Stato Jurij Andropov.
Quel mattino, finito il turno, rientro' a casa come se nulla fosse accaduto...non ci fu nessun monumento alla Gagarin per il suo gesto per parte della sua grande Russia... pochi anni dopo andrà in pensione e nel 2017 si spengera' in un modesto appartamento di due camere in località Frjazino a pochi km dalla capitale moscovita. Scompare così un piccolo ufficiale dimenticato da tutti... ma un Grande uomo che in un solo minuto ha salvato l'intera umanità!

Un sentito grazie ad Enrico Brignano che ci ha saputo trasmettere e comprendere con le sue parole quel "minuto" ... prima temuto come...    un'istantanea morte glaciale... e poi... osannato come un miracoloso e salutare... ritorno alla vita!

Un caro abbraccio
Massimo 48