Incredibile ma vero: il Palermo continua a giocare un calcio più che buono, a tratti domina sull’avversario, quasi in balia del palleggio dei rosa, ma ecco che puntualmente, una volta arrivati nei pressi dell’area di rigore “nemica”, la cospicua mole di azioni da gol non viene concretizzata. Sarà sfortuna o imprecisione? Mancanza di cinismo negli ultimi 15-20 metri o carenza di gente capace di buttarla dentro? Fatto sta che il Palermo segna poco, pochissimo, e se da un lato giungono segnali confortanti per l’equilibrio e la solidità dimostrati dalla squadra nelle ultime uscite, ciò che più preoccupa è la scarsa produttività del reparto avanzato rosanero, incapace di monetizzare al massimo quanto di buono costruito attraverso un discreto gioco nell’arco dei 90 minuti; il dato emblematico è che 3 dei 6 gol realizzati dagli uomini del Gasp sono stati messi a segno da un solo attaccante, il Capitano Fabrizio Miccoli, mentre i restanti tre sono stati siglati da due centrocampisti. Nella partita contro il Siena di Cosmi si è rivisto lo stesso copione: il Palermo ha avuto in mano il pallino del gioco per ampi tratti di gara, tenendo sotto scacco la formazione toscana, quasi sempre schiacciata nella propria metà campo; innumerevoli sono state le conclusioni verso la porta di Pegolo che, un po’ per bravura, un po’ per la poca freddezza e precisione da parte dei rosa, ha fatto buona guardia tra i pali, evitando più volte che il pallone finisse in fondo al sacco. Dunque 0 a 0, un’altra trasferta a secco di gol; l’unica volta in cui, in questo campionato, la squadra siciliana è riuscita ad andare a segno lontano dalle mura amiche è stata la sfida di Marassi contro il Genoa. Dopo il pareggio del “Franchi”, il terzo di fila, sembrerebbe ormai che il Palermo sia affetto da “pareggite”, una malattia che non risulta essere incurabile, ma che deve essere guarita al più presto possibile se si vuole evitare che diventi cronica; la miglior cura a questa affezione è, ovviamente, la vittoria, e potrebbero già bastare i tre punti contro il Milan per riuscire a venir fuori da tale stato di “infermità”. Rossoneri e Rosanero hanno una storia simile, entrambe le squadre stanno bene ed esprimono un buon calcio, ma ciò non è bastato ad assicurare loro i punti e la classifica che meritano. Entrambe si trovano in una sorta di limbo, uno stato di convalescenza dal quale potrà uscire, con ogni probabilità, chi tra le due prevarrà sull’altra al termine dell’incontro, e noi, ovviamente, ci auguriamo che alla fine, a spuntarla, sia il “paziente” del “Dottor Gasperini”.