Finalmente una vittoria! Ci sono volute ben sei partite per poter apprezzare il primo successo del Palermo nella stagione targata 2012/2013, i primi tre punti della gestione Gasperini. Determinazione, rabbia, cattiveria agonistica: nel match contro i clivensi si è visto un po’ di tutto, ma ciò che più di ogni altra cosa ha attirato l’attenzione del pubblico è stata, senza alcun dubbio, la prestazione stratosferica del Capitano, Fabrizio Miccoli. Grinta, carisma, tanta corsa, ma soprattutto una splendida tripletta, con tanto di gol capolavoro a 41 metri di distanza dalla porta protetta da Sorrentino: numeri da favola che hanno mandato in visibilio un “Barbera”, ahimè, alquanto scarno di supporters rosanero. La squadra sembra aver ormai acquisito una certa fisionomia, segno che il lavoro del Gasp sta cominciando a dare i frutti sperati: i giocatori, ben messi in campo dal tecnico di Grugliasco, hanno dimostrato di seguire con applicazione i dettami tattici dell’allenatore, riuscendo a dare prova di una coesione e un’omogeneità che, nella precedente gestione tecnica, non erano mai venute a galla. La prova generale del collettivo è stata buona, tuttavia continuano ad esserci gravi disattenzioni difensive: ancora una volta, le minacce maggiori sono scaturite dalle palle inattive, in particolare dai calci d’angolo, e la dimostrazione perfetta di questo deficit di attenzione è la rete, nel primo tempo, del momentaneo pareggio di Rigoni, siglata direttamente dalla bandierina. Inoltre, sebbene la squadra abbia nuovamente fornito una buona prestazione sul piano del gioco, permane la sensazione che qualche difficoltà sopraggiunga ancora al momento di buttare il pallone in fondo al sacco, e se non ci fosse stato un Miccoli in stato di grazia a risolvere le cose, probabilmente sarebbe stata dura fare quattro gol. Sicuramente c’è da crescere e da migliorare ancora, ma nonostante tutto, il verdetto finale spetta sempre al campo, che ha detto Palermo 4 - Chievo Verona 1, e sinceramente, a noi cuori rosanero, questo responso non può che piacere.