Ci siamo, questo è il Palermo che vogliamo: sfrontato, organizzato, propositivo, una squadra la cui vera forza è data dal collettivo; questo è il Palermo di Gasperini. In poco più di un mese di lavoro, il tecnico piemontese è riuscito a dare una fisionomia ben definita alla propria creatura: adesso c’è un gioco, gli uomini che scendono in campo sanno quello che devono fare e, soprattutto, sanno come farlo, e questo fa capire che l’idea di calcio del Gasp ha subito fatto breccia nei calciatori rosanero. Il primo tempo di Genova è la dimostrazione perfetta di tale ragionamento: per una buona mezz'ora, infatti, si è vista una grinta e una determinazione nell'attaccare alla quale, purtroppo, ci eravamo disabituati. Nei primi 30 minuti del match, i rosa sono stati padroni assoluti del campo, schiacciando i rossoblù di De Canio a ridosso della propria area di rigore, ma quello che più ha stupito è l’organizzazione con la quale sono riusciti in questa “impresa”, poiché si è evinto che i giocatori stavano seguendo uno spartito ben preciso, senza lasciare nulla al caso. L’unica pecca, quella che poi, probabilmente, ha impedito ai rosanero di vincere questa partita, è stata, ancora una volta, l’incapacità di concretizzare l’enorme mole di gioco sviluppata nell'arco dell’incontro, in particolare nella “mezz'ora d’oro” della prima frazione di gara: probabilmente, là davanti ci sarebbe bisogno di un attaccante da 15 gol a stagione, come il Milito o il Borriello dei tempi del Genoa targato “Gasperson”; ma questo è un altro paio di maniche. Inoltre, dopo il gol di Giorgi, graditissima sorpresa di questo nuovo Palermo e autore di un’altra prova di spessore, si è avuta la sensazione che la squadra fosse convinta di portare a casa i tre punti limitandosi solo a difendere la rete del vantaggio. Purtroppo, però, vuoi per un calo fisico, fisiologico dopo aver giocato a mille per circa 1800 secondi, vuoi per l’orgoglio dei padroni di casa, il Genoa è venuto fuori nel secondo tempo, fino a trovare, con Borriello, il gol del pareggio e del definitivo 1 a 1, una realizzazione arrivata sugli sviluppi di un’azione alquanto confusa e fortunosa. Fatto sta che da lì in poi i giocatori, letteralmente “telecomandati” da un Gasp in trans agonistica dopo l’emozionante ritorno nel suo vecchio stadio, hanno rischiato poco o niente, anzi, sono andati più volte vicini alla rete che avrebbe permesso loro di conseguire l’impresa epica di espugnare Marassi. Il punto di Genova è comunque importantissimo, perché costituisce il coronamento dell’ottima, incoraggiante prestazione offerta dai rosa in questa trasferta piuttosto ostica e, soprattutto, dà ancor più morale alla squadra, ormai sempre più consapevole di avere i mezzi per poter dire la sua in questo campionato. Gli evidenti progressi venuti alla luce nelle ultime due giornate hanno dato sicuramente fiducia all'ambiente rosanero, ma adesso giunge il momento più difficile, quello delle conferme: c’è bisogno di dare continuità alla striscia positiva iniziata al “Barbera” contro il Chievo, e la sosta per gli impegni delle Nazionali è l’ideale per poter lavorare in questo senso e proseguire con maggior tranquillità un cammino che, a lungo andare, potrà dare sicuramente delle soddisfazioni. Le premesse ci sono tutte, staremo a vedere.