Cosa dire di più, oggi 18 Agosto nel giorno dell'ottantesimo compleanno di un mito vivente del calcio italiano, il Golden boy, il primo italiano a conquistare il Pallone d'oro, uno dei pochi ad aver indossato la stessa maglia per 19 stagioni consecutive realizzando in 501 presenze 122 reti oltre alle 14 siglate in Nazionale.
Sto parlando di Gianni Rivera, bandiera assoluta del Milan praticamente per un ventennio partendo da Nereo Rocco col quale conquistò a Wembley la prima Coppa Campioni per concludere un percorso denso di trofei con lo scudetto della Stella targato Niels Liedholm.
L'Abatino, come soleva chiamarlo Gianni Brera nei suoi articoli, fece molto parlare di sé anche al di fuori del campo di gioco. Qualcuno ricorderà la sua relazione con la giovane soubrette Elisabetta Viviani, il continuo chiacchiereccio ai ritiri e nelle tarde ore della sera con Padre Eligio, mentre taluni lo ricorderanno quando in un periodo di turbolenza nella dirigenza rossonera lotto' per assumerne la conduzione.

Tal altri invece amano rammentarlo in qualità di politico e di ex parlamentare europeo, per arrivare al sottoscritto, di soli cinque anni meno vecchio che ama ricordarlo per due  principali motivi. Il primo lo vede associato al suo gemello di nascita e di squadra, lo stopper del Milan e della Nazionale Roberto Rosato nativo di Chieri (To) nello stesso giorno di Gianni 18.8.43 e scomparso nel 2010 dopo una malattia incurabile. Ma il secondo e più importante, almeno per me, è quello che richiama alla mia mente l'effetto calamita che il giovanotto alessandrino riuscì ad esercitare su quel bambinone che 61 anni or sono lo andò ad applaudire allo stadio Olimpico di Roma e che ora per passare il tempo che scorre inesorabilmente si firma Massimo 48...

Correva il campionato 1961/'62 il Milan, 3°in classifica, era ospite della Roma all'Olimpico domenica 25.2.1962; stadio gremito, 55.000 spettatori, arbitro Lo Bello, giornata fredda ma assolata.
Io entrai in curva Sud, tana romanista, pagando solo 100 Lire contro le 1.000 perché l'allora nostro professore di ginnastica (frequentavo la 3a media) aveva omaggiato a tutta la classe la tessera della Roma Junior Club e così tutta la scolaresca in fila, esibendola al tornello, e avvolta da sciarpe e drappi giallorossi, prese posto sulle gradinate.
Il clima era a dir poco fantastico, io sono romano di nascita ma solo per solidarietà tifavo per la Roma (che a dire il vero in quegli anni non andava tanto bene) e così al fischio iniziale il primo pallone fu mosso elegantemente da un ragazzo, a quei tempi diciannovenne, che rispondeva al nome di Gianni Rivera!
Mi incantò per tutto il match con i suoi tocchi felpati e passaggi millimetrici, e poi assistei agli spunti deliziosi sotto porta di Josè Altafini, alle incornate di Barison, alle geometrie di Dino Sani, alla sapiente regia del duo Pivatelli Trapattoni e all'effetto diga di Capitan Cesare Maldini, e al lucchetto che Pelegalli mise al romanista Angellillo al quale non fece toccare un pallone!!
E in panchina si sbracciava educatamente, toccandosi di tanto in tanto la tesa del suo Borsalino il mitico Nereo Rocco!
Che bella partita e la Roma rispondeva con i suoi Schiaffino, Manfredini, Picchio De Sisti, in porta Cudicini (detto "ragno") ed il libero della Roma Losi che dopo un bel fraseggio dell'attacco rossonero fece autogol al 45' e consentì al Milan di espugnare l'Olimpico!
A 2 minuti dal novantesimo il portiere del Milan e della Nazionale Giorgio Ghezzi con tuffo plastico alla sua destra deviò sul palo un missile da fuori area di Pestrin che avrebbe consentito alla Roma di pareggiare!

Al triplice fischio finale del Sig. LoBello ci fu dalla curva Nord, che ospitava qualche centinaio di tifosi rossoneri, un'ovazione generale diretta a tutti i giocatori del Milan, dalla Sud invece i romanisti uscirono mesti ed imbronciati.
Io assieme ai compagni di classe raggiunsi la fermata del bus per tornare a casa, ma fummo superati da una spider rossa e nera con bandiere milaniste sventolanti e con a bordo dei giovani festanti nonostante si fosse alzata una gelida tramontana! Non so cosa mi prese in quell'istante, ma come colto dalla sindrome di San Paolo sulla via di Damasco, d'improvviso presi dalla tasca dei jeans il portafoglio, ne estrassi la tessera della Roma Junior Club la strappai e al suo posto misi, prendendola dall'altra tasca, la figurina dell'album Panini di Gianni Rivera, che per puro caso avevo trovato il giorno prima nella bustina comprata in edicola.
Mai casualità fu più profetica! E ai miei compagni rimasti attoniti nel vedere il mio folle gesto urlai a squarciagola: Forza Milan per sempre!!!!... (ancora qualcuno mi sta rincorrendo..." ...a Massimo ma che ca...o t'è saltato in testa?!?).
Quell'anno il Milan conquistò il suo 8° scudetto! Il giorno dopo a scuola fui minacciosamente assediato dai compagni che ansiosamente chiedevano spiegazioni a riguardo del mio rapido volta bandiera; risposi che solo di mamma ce n'è una sola, la squadra si può scegliere, almeno fino a che si è bambini o bambinoni...
E poi cosa si iniziava a fare a quei tempi? La collezione delle figurine dei calciatori sull'album della Panini (aveva esordito nelle edicole un anno prima) e allora via allo scambio!
"Ho trovato Rivera, cosa mi dai in cambio?... Ma forse non basterebbe mezzo album!!"

E per Gianni Rivera era appena sorta l'alba! 
Seguirà una carriera sportiva da fare invidia... anche ai non invidiosi!!

Un caro abbraccio
Massimo 48