La Roma pareggia 1-1 sul campo del Wolfsberger, in una giornata di Europa League che per la seconda volta presenta un doppio risultato identico nel girone, cosa che dunque lascia sostanzialmente inalterata la situazione per ciò che riguarda la qualificazione ai sedicesimi.

Si era già capito dall'undici iniziale che Fonseca puntava a passare questo impegno infrasettimanale dosando al massimo gli sforzi di quelli che lui ritiene gli elementi chiave. Fuori dunque Pau Lopez, Kolarov, Dzeko, Florenzi, Veretout, dentro Mirante, Santon, Kalinic, Spinazzola e la conferma di Diawara a fianco di Cristante, quasi l'unico titolarissimo costretto agli straordinari.
La speranza di una vittoria, dopo il rocambolesco gol di Spinazzola, viene frustrata ad inizio ripresa da un appoggio sbagliato dello stesso Spinazzola che da il via all'azione nella quale Liendl spara un bolide all'incrocio, non dando scampo a Mirante.

Da lì, comincia una partita stile Roma anni novanta, con molto ritmo, molto cuore, ma tanti errori e ribaltamenti di fronte da una parte e dall'altra. Escono fuori durante i 90 minuti tutti i limiti di alcuni interpreti: Santon ci mette venti secondi a far rabbrividire tutti con una palla all'indietro bollente verso Mirante. Pastore fa una prima metà di partita tutto sommato sufficiente, ma sparisce completamente nella ripresa, soprattutto dopo il gol del pareggio quando l'intensità del Wolfsberger si moltiplica sulle ali dell'entusiasmo. Tra i quasi sempre titolari, se Zaniolo pare a tratti incontenibile ma mai incisivo, Kluivert sbaglia quasi tutto durante tutti i 90 minuti.

Fonseca conferma poi tutte le sensazioni sulle sue intenzioni: Pastore esce e non entra Dzeko bensì il giovane Antonucci. Poco dopo Spinazzola (buona la sua prova complessiva, considerando sia il gol fatto che quello propiziato) viene rilevato prudenzialmente da Kolarov e Veretout risparmia gli ultimi dieci minuti ad un Cristante impreciso e quasi costantemente un passo in ritardo rispetto alla posizione giusta. La Roma non trova però il gol, regalando così al modesto Wolfsberger il sogno di restare appaiato in testa al girone per un'altro turno.

Ci si aspettava certamente di più da questa partita della Roma. Ma va anche probabilmente tenuto in considerazione il momento, il fatto che fosse la sesta partita in due settimane, ma soprattutto il fatto che nell'economia della stagione Fonseca abbia reputato più determinante la partita di domenica col Cagliari che non la seconda di Europa League in un girone che si sta dimostrando ancora più di basso livello di quanto ci si aspettasse.

Un lato positivo c'è comunque, al di là dell'immutata situazione nel girone (in cui stupisce in negativo il Mönchengladbach che evita la seconda sconfitta consecutiva solo al 91º ad Istanbul): la Roma anche con i suoi interpreti più modesti mantiene una certa identità, una certa intelaiatura di gioco e lo stesso atteggiamento in campo. Certamente bisogna prendere atto che tra le tante seconde linee, alcune sono forse difficilmente presentabili, seppure al cospetto di un avversario modesto. Se su Kalinic c'è la speranza che ritrovi un po' di condizione fisica, su Pastore e Santon c'è la quasi certezza che il fisico (per il primo) e l'enorme modestia tecnico-tattica (per il secondo) siano problemi difficilmente risolvibili.