Il campo dirà la sua verità come ha sempre fatto, non si può  far altro che scrivere ed immaginare ad agosto. Veretout è ancora ai box, e molti equilibri gerarchici nel centrocampo della Roma sembrano dover ancora esser definiti. Gli esuberi Nzonzi e Pastore non hanno ancora trovato sistemazione (e forse solo il francese alla fine troverà un club disposto a prenderlo in prestito). Ragioniamo sull'oggi.

Presi singolarmente, i centrocampisti giallorossi sono quasi tutti giovani di cui si parla, o si è parlato, come di potenziali big. Ma nel presente e nel recente passato, nessuno di questi è mai risultato così continuo e determinante al punto di costituire una certezza. 5 su 7 facevano parte della vecchia Roma "monchiana", ovvero una Roma dal centrocampo monopasso dove nessuno aveva il potere di accendere la scintilla e di prendersi la squadra sulle spalle nei momenti difficili.

Negli attuali 7 a centrocampo, questo ruolo è ancora vacante. Vuoi perché Pastore (di nuovo fermo per noie muscolari) continua ad essere l'ombra di se stesso, vuoi perché Pellegrini è ancora troppo timido, vuoi perché Zaniolo è in fase di definizione, vuoi perché Cristante in mediana continua ad essere un fuori ruolo a mio parere, vuoi perché Nzonzi ha probabilmente perso la bussola dopo la sbornia mondiale, da non protagonista peraltro. L'unico che sin qui ha portato qualcosa di diverso é Diawara, il quale é sua volta giovanissimo e vittima dell'incostanza tipica di quell'età. Ma siamo ancora lontani anni luce dal poterlo definire una certezza.

La speranza è nel lavoro di Fonseca e nella crescita singola di buona parte dei calciatori in mediana, oltre ovviamente a qualche possibile jolly di mercato e al contemporaneo piazzamento degli esuberi.
La sensazione mia, pur apprezzando quasi tutti gli interpreti, è che il vero problema nella stagione della Roma possa venire proprio da una mediana non in grado  di trovare se stessa con continuità.