Difficile oggi parlare di Bologna-Roma. Perché i tre punti scaturiti dal match del "Dall'Ara" sono tre punti di platino, e la partita restituisce ai giallorossi un carico terrificante di autostima visto come la vittoria è scaturita. Ma non si può ignorare la gestione arbitrale nel corso della ripresa. Perché cambia completamente il corso della partita. L'anticipo netto di Kolarov su Sansone, con la partita sullo 0-1 e con un'inerzia a favore dei giallorossi, non brillanti fino a quel momento, ma in controllo e con praticamente nessuna occasione concessa al Bologna, cambia il match. Nel silenzio totale del Var. Da lì il Bologna trova coraggio, la Roma ha anche i 90 minuti di giovedì sera sulle gambe, s'innervosisce e lascia metri sul campo, pur senza cedere sul piano dell'intensitá. Un netto mani in area bolognese non viene ravvisato, una trattenuta pazzesca su Fazio in area viene ignorata. Dall'arbitro e dal Var. Anche il secondo giallo a Mancini sa di beffa. Perché il contatto tra il braccio largo di Mancini c'è ed é evidente, ma è più Santander ad andare contro Mancini che il contrario, visto che il difensore si pone a protezione della palla. In ultimo, Pairetto in confusione fischia un fallo di mano al Bologna su un azione in cui in realtá c'è un contatto di gioco come tanti altri non fischiati dallo stesso Pairetto durante il match. Quella punizione, brillantemente battuta velocemente da Juan Jesus da il la allo straordinario assolo di Veretout che porterá al gol decisivo di Dzeko. Quest'ultimo non é un caso da Var, ma resta il segnale di una confusione arbitrale palese, e di una difformitá di giudizio nello stesso match.

Credo che in tempo di tecnologia, con la goal-line technology a dirimere i casi di gol fantasma, il Var sia stata un'aggiunta intelligente, al passo coi tempi, ed in grado, se ben utilizzata, di filtrare gran parte delle polemiche arbitrali che possono scaturire dalla gestione degli episodi. Intendiamoci, non c'é tecnologia che possa decidere con certezza assoluta su ogni episodio. A partire dal fuorigioco, per passare agli interventi al limite, attraverso regole (come quelle sul calcio di rigore) che lasciano ampia discrezionalità al direttore di gara, il panorama normativo resta complesso. E non è certamente facile prendere sempre la decisione giusta. Ma il silent check é quasi sempre applicato, e se dopo un silent check in cui evidente l'errore l'arbitro non viene richiamato, allora si lascia il campo al tifoso di pensare che ci sia malafede, specialmente se si sorvola su diversi episodi all'interno dello stesso match.

Trovo francamente incomprensibile, in un'epoca in cui il singolo punto decide a volte il destino di decine di milioni di euro in premi Uefa, ci si trovi ancora oggi a commentare, non un episodio di generale dubbia interpretazione come ce ne sono anche spesso, ma episodi che se controllati come dovuto non sarebbero mai esistiti. Solo domenica scorsa il Var fu giustamente celere nel consentire all'arbitro (in maniera giustissima) di revocare un rigore assegnato alla Roma contro il Sassuolo per un intervento pulito di Peluso su Kluivert. L'intervento di ieri di Kolarov, sebbene in posizione diversa e in una situazione diversa, meccanicamente è stato lo stesso intervento. Incomprensibilmente il Var non é intervenuto mai ieri. E allora, sollevo da qui il mio appello: in virtú della facilità con cui episodi di questo tipo sono correggibili, io mi auguro che Pairetto e il Var di Bologna-Roma vengano fermati per il tempo che le regole prevedono, se c'é un tempo specifico naturalmente. Ma si faccia qualcosa. Ne va della credibilitá del campionato.