L’allenatore della Roma nella sua carriera, se pur vincente, non si è mai contraddistinto per qualità di gioco e per le belle azioni, è sempre stato conosciuto per la sua determinazione, cinicità e grinta trasmessa poi alle sue squadre schierate in campo, caratteristiche che lo hanno incoronato vincitore del triplete nel 2010 con l’Inter, ma questa volta la situazione sembra ben diversa. Con il pareggio di ieri la squadra capitolina potrebbe oggi scivolare al 7’ posto, scavalcata da un’eventuale vittoria della Juventus in trasferta contro l’Hellas Verona. Molto lontano l’ambito 4’ posto che varrebbe un ingresso in Champions League, troppa distanza dovuta da errori, disattenzioni e un atteggiamento sbagliato dagli uomini di Mourinho.

I nuovi innesti out

La Roma con il suo mercato estivo aveva acceso su di sé i riflettori della Serie A, l’acquisto di Dybala, poi il colpo Wijnaldum hanno coronato un mercato condotto in maniera impeccabile dalla dirigenza, che ipoteticamente ha costruito una squadra ottimale per centrare gli obbiettivi stagionali.

Parliamo prima però del centrocampista olandese, arrivato a Roma e accolto nel migliore dei modi, purtroppo fermato immediatamente per un brutto infortunio in allenamento che gli vale uno stop lunghissimo di circa 6 mesi. Si tratta di un incidente cruciale, Wijnaldum infatti avrebbe rappresentato il perno centrale della squadra giallorossa, un centrocampista dinamico capace di dare imprevedibilità con maggiore gioco e velocità alla squadra giallorossa. Dopo il suo infortunio Mourinho è dovuto correre ai ripari, schierando come titolari Matic e Cristante, due giocatori molto simili tra loro per caratteristiche, che però non riescono a sopperire alle mancanze sul piano di gioco e creatività, rendendo lenta e macchinosa la manovra della Roma, incapace quasi sempre di creare occasioni da gol e  una manovra di qualità. Con l’inserimento dell’inesperto e non pronto fin da subito Camara qualcosa sta migliorando, ma purtroppo ci vorrà tempo per far ambientare perfettamente il nuovo innesto in un campionato così difficile come la Serie A.

Prendendo in considerazione Dybala invece, possiamo parlare del giocatore che avrebbe aiutato la squadra a compiere il salto di qualità tanto ambito. Acquistato e portato a Roma, accolto da un'intera città, ha creato un clima che solo i grandi campioni come lui portano. Mostra il suo talento e il suo valore fin da subito, ma non riesce ad essere incisivo per via dei numerosi infortuni e stop che lo condizionano e gli tolgono partite preziose con la nuova squadra. È abbastanza ovvio che la Roma senza il nuo nuovo Fantasista perde estro ed eleganza, giocate importanti nella manovra offensiva, che può cambiare le partite da solo con le sue giocate e che l’allenatore portoghese non può ritrovare nei suoi sostituti.

Una Roma quindi sfortunata, che vede sfumare davanti a sé i due acquisti più importanti del mercato estivo. Sarebbe stata una prima parte di stagione diversa con una maggiore minutaggio per entrambe?

Il flop delle garanzie giallorosse

Della scorsa stagione la Roma ha mantenuto praticamente quasi tutti i titolari, gli uomini che hanno reso possibile anche la vittoria in Conference League, ad eccezione di Henrikh Mkhitaryan volato a Milano sponda biancoblù.

Si è dato il via ad un progetto con basi teoricamente solide e con innesti di livello.

Mourinho però è stato “tradito”, come riportato da lui stesso, dai suoi giocatori, uno in particolare del quale non si sa specificatamente il nome. Al rientro in campionato, infatti, lo Special One ha ritrovato dei giocatori ben diversi da come erano stati lasciati a giugno, partendo dalla sua punta Abraham, tanto voluta dallo stesso allenatore, che aveva dato l’illusione di aver trovato la quadra giusta nella nuova squadra ma che arrivati ad oggi, è colpevole di molti errori e soprattutto prima di questa giornata aveva collezionato solo 2 gol con un digiuno in campionato lungo ben 7 giornate. Troppe per un giocatore del suo calibro e per l’importanza che gli viene data nella Roma, chissà se il gol di ieri contro il Sassuolo sia motivo di ripresa per Tammy.

Nella finestra di mercato estiva, proprio allo scadere del tempo utile è arrivato nella capitale Belotti, giocatore di esperienza e goleador importante, che conosce il nostro campionato. Viene considerato una valida alternativa ad Abraham, purtroppo però il suo approccio non è stato dei migliori, forse per colpa di una condizione non ancora ritrovata o della troppa foga e voglia che condizionano le sue giocate.

Un discorso particolare va fatto per i quattro esterni di centrocampo, fondamentali per questo modulo di gioco. Ora come non mai non riescono a fornire un apporto ottimale, tanti errori nelle due fasi costano cari alla Roma.

Spinazzola dopo il rientro dall’ultimo infortunio è un giocatore totalmente cambiato, non paragonabile al talento azzurro che stava spingendo avanti l’Italia alla vittoria degli Europei del 2021.

L’altro titolare, Karsdorp aveva trovato un periodo di forma ottimale la scorsa stagione, ma non si sta ripetendo affatto, anzi, tante giocate sbagliate in fase offensiva ed errori di posizionamento in difesa costano cari alla Roma.

Zalewski è stata la sorpesa dello scorso anno, un giovane di grandi prospettive, veloce, tecnico e con un buon adattamento al nuovo ruolo di esterno di centrocampo. Ha dato una marcia in più alla manovra giallorossa nella scorsa stagione, ma quest’anno sembra aver perso la sua magia, e si sta adeguando ai tanti errori della sua squadra.

Celik arrivato nel mercato estivo, quando è chiamato in causa svolge il suo compito ma non di più, un terzino che gioca su una media voto del 6 e che non fornisce qualità in più ad una squadra che avrebbe bisogno di una scossa maggiore.

Una difesa solida senza però essere impeccabile

Differentemente da come ci si aspettava invece la retroguardia giallorossa sopperisce alle mancanze della squadra e molto spesso regge l’urto delle ondate offensive avversarie. Sono complici però spesso di errori fatali che costano punti importanti alla Roma. Basta pensare all’errore di Smalling su Osimhen che è valsa la sconfitta con il Napoli, o la disattenzione di Ibanez che con un dribbling in area di rigore ha regalato il derby alla Lazio. Si tratta di fattori importanti, dati alla mano la Roma mette a segno pochi gol e qualsiasi errore difensivo quindi può risultare fatale.

Nota di demerito anche per Pellegrini e Zaniolo, il capitano giallorosso sembra non trovare la sua posizione in campo, alterna belle giocate ad errori e forzature che compromettono le sue qualità. Per Zaniolo invece il discorso è differente, fermato da un infortunio adi inizio stagione si sta concentrando sul tornare ad una condizione ottimale, dimostra la sua tanta, tantissima voglia con giocate e strappate che valgono numerose azioni offensive alla Roma. Il suo difetto è però quello di sbagliare spesso l’ultima scelta, accecato dalla voglia di fare bene e segnare molto spesso si chiude e finisce per condurre la manovra da solo ritrovandosi isolato e non portando alcun beneficio.

Per lo Special One c’è ancora un bel lavoro da fare, e forse la sosta per il mondiale è un bene per la squadra, per riorganizzare le idee e permettere il rientro di alcuni tasselli fondamentali. Vedremo che lavoro verrà svolto e se la rivoluzione da attuare potrà avere esito positivo, la Roma ha un quarto posto da conquistare e uno spareggio di Europa League da giocare contro il Salisburgo, per riprendere una stagione non ancora del tutto persa.