Musica e calcio sono due ambiti da sempre molto legati. Entrambi infatti concorrono a plasmare la nostra identità attraverso un ruolo che è, allo stesso tempo, di inclusione ed esclusione.
Ci defiamo tutti più o meno 'ascoltatori' ma alla domanda 'quali canzoni ti piacciono di più?' il nostro cervello tende ad effettuare una rapida e netta selezione tra i brani in generi e sottogeneri per permetterci di abbozzare una risposta completa.
Lo stesso accade se si parla di calcio: il pubblico generico e occasionale è presocchè inquantificabile, poi però se analizziamo meglio la massa ci accorgiamo che esiste la categoria dei tifosi, persone che legano indissolubilmente il loro credo alle gesta di un solo club. Essi manifestano la propria fede in modi molto diversi: chi lo fa comodamente spaparanzato sul divano e chi preferisce condividerla davanti ad una birra ghiacciata con i propri amici al bar. Ci sono poi quelli che necessitano di vivere il match al 100%, di immergersi appieno all'interno delle emozioni che il campo trasuda, soffrendo e gioendo dalle tribune di uno stadio.  
Per quanto riguarda la musica abbiamo a disposizione molti supporti per riprodurla: ci sono coloro i quali preferiscono ancora quello fisico, anche se ormai obsoleto, del CD e quelli più vicini alla modernità fornita dalle app di streaming gratuito o a pagamento per il cellulare. Nonostante la comodità dei numerosi device elettronici sono ancora svariati gli individui che amano legarsi a un contesto collettivo, nella dimensione suggestiva e intensa del live. 

I casi appena citati sono accomunati dalla visione della musica e di questo sport come valvole di sfogo, dei modi per dimenticare, anche solo per due ore, i pensieri che assillano la vita quotidiana. La partita e il concerto diventano dunque un appuntamento rituale, che si sviluppa a intervalli regolari di tempo, con delle caratteristiche ben precise e dove tutti i partecipanti hanno un ruolo attivo. La cerimonia è tale perchè giustificata da un forte legame con la propria squadra o cantante preferito che garantisce la ripetibilità del rito. Questo rapporto, talune volte, è talmente intenso che sfocia nella morbosità e nell'esasperazione sfuggendo a logica e buon senso, vedi i casi di fan che per il proprio idolo sarebbero capaci di togliersi la vita o dei disordini pubblici causati dagli ultras spesso macchiati da armi, droga e risse. 

Tra i numerosi intrecci del mondo musicale con quello calcistico ce n'è uno in particolare su cui vorrei porre il mio focus: la tendenza al ritorno al passato. Nel sopracitato elenco dei modi di fruizione di un contenuto audio ho volotariamente omesso una voce perchè a parer mio necessita un approfondimento a parte: il vinile. Quest'ultimo infatti sta tornando prepotentemente in voga negli ultimi tempi sia in termini di diffusione che di vendite, tanto che si prevede che in qualche anno sostituirà definitivamente il CD. Situazione agli antipodi, questa, che sembra veramente paradossale: l'antichissimo predecessore che non solo ritorna al pari del successore ma riesce addirittura a superarlo. Per comprendere meglio questa fase cerchiamo di capire in che epoca sia nato vinile e che analogie possa avere con quella in cui viviamo oggi.

Veniamo dunque catapultati nell'Italia degli anni '50, un paese dove è in atto una grande trasformazione di società e sistema produttivo. Dando uno squadro alla politica ci accorgiamo di un chiaro movimento indirizzato all'affermazione di una capillare industrializzazione. E' il periodo che culmina dopo una serie di riforme e investimenti in infrastrutture si realizza il famoso 'miracolo economico'.                                                            Società quindi florida e  in netta ascesa che sembra non avere niente a che vedere con quella attuale. In realtà tanti punti in comune legano indossolubilmente i due periodi storici. Innanzitutto la diffusione di una cultura di massa in cui, tramite la pubblicità allora e i social adesso, l'immagine prevale sulla parola scritta imponendo ovunque nuovi linguaggi e nuovi valori.
Come secondo parallelismo troviamo appunto l'allargamento dei beni di consumo e lo sviluppo tecnologico che produsse nuovi oggetti di uso comune e di natura identitaria, tra cui il giradischi e il vinile. Questi ultimi mantengono la qualità di creare un senso di appartenenza quasi affettivo anche a 70 anni di distanza grazie alla loro straordinaria unicità.

Atmosfera vintage che nella sfera calcistica nessuno più dei tifosi del Milan ha provato negli ultimi anni. Numerosi infatti sono stati i 'romantici' ritorni a Milanello di eroi come Shevchenko, Seedorf, Inzaghi.             
Da alcune settimane si parla, in modo sempre più insistente, di un possibile ritorno di un giocatore che ha segnato in modo indelebile con le sue giocate l'ultimo ciclo vincente dei rossoneri: Zlatan Ibrahimovic. Egli dopo aver concluso l'esperienza oltre oceano in MLS, con la bellezza di 52 gol in 56 presenze, è alla ricerca di una nuova stimolante sfida che potrebbe essere all'ombra della Madonina. E' doveroso specificare però come il Milan lasciato dal gigante svedese fosse una squadra di primissima fascia che concorreva ogni anno per la conquista del titolo, con una lista infinita di campioni tra cui Nesta, Pirlo, Robinho, Thiago Silva.
La situazione oggi è molto diversa: la rosa a disposizione risulta di qualità mediocre e di poca esperienza, la stagione 2019-2020  è finora una delle più anonime della storia del club e gli obiettivi europei sembrano quanto mai un miraggio.                   

Ibra potrebbe essere per il Milan quindi quello che il vinile è stato per la musica: un ritorno al passato che porti una ventata di freschezza e novità. Zlatan come prima cosa porterebbe entusiasmo in una piazza ai limiti della disperazione ,compattandola e  identificamdola in una figura forte, capace di spostare gli equilibri grazie alle intramontabili doti tecniche.
Un'altra similitudine con il supporto analogico è data dal fatto che lo svedese si troverebbe a fronteggiare in spogliatoio compagni giovanissimi che dalla sua esperienza e mentalità possono tranne solo benefici, un pò come sta accadendo con il ritorno sul mercato musicale dei vinili a fianco delle applicazioni di streaming.                    
Alcuni tifosi, nonostante tutto, si dicono diffidenti di fronte al ritorno di Ibrahimovic visti i precedenti più negativi (Inzaghi, Seedorf, Brocchi) che positivi ( Kakà e Gattuso). C'è da dire però in tutti questi casi ci trovavamo di fronte a giocatori sul viale del tramonto o ad allenatori con pochissima esperienza, Zlatan a 38 anni suonati dimostra però un'integrità fisica invidiabile e uno score, benchè realizzato in un campionato non di altissimo livello, ancora da calciatore nel pieno della forma.                                                                             
Non resta che chiedersi: "qualora arrivassse, riuscirà Ibra a ribaltare le sorti del campionato rossonero?".