Il tanto atteso esordio dell'Atalanta in Champions League si sta rivelando, finora, un completo disastro. Disastro sì, parola che raramente si associa alla squadra di Gasperini, capace di incantare gli occhi degli amanti del bel calcio ogni weekend. Ogni weekend appunto, perchè durante la settimana, negli impegni oltre confine della Dea non accade nulla di tutto ciò e anzi, molto spesso arrivano delle sonore batose, come quella di ieri sera. Il City si impone con un perentorio 5-1 sui nerazzurri che, esclusi i primi 30 minuti, sembrano veramente irriconoscibili e crollano sotto i colpi di Aguero prima e di uno scatenato Sterling poi. Risultato e partita in generale molto simili a quelli di Zagabria (4-0),dove la Dinamo di Orsic e compagni era riuscita a prevalere in modo netto sugli uomini di Gasperini.

C'è da dire però, a difesa dei bergamaschi, che dopo la disfatta croata, l'Atalanta una reazione l'aveva avuta eccome almeno in termini di gioco espresso,dominando in "casa" (San Siro, per quanto affascinante sia, non si può definire stadio amico, viste le rivalità con le squadre milanesi) lo Shakhtar Donetsk. Risultato? Amara sconfitta anche lì, per 2-1, in rimonta. Le statistiche dopo 3 giornate sono tra le peggiori mai registrate da un'italiana nella coppa dalle grandi orecchie:11 gol subiti, 2 soli segnati, 0 punti e ultimo posto nel girone.

In campionato la situazione è praticamente all'opposto; l' Atalanta è una squadra propositiva, frizzante e convincente da ormai due anni e nulla è cambiato in queste prime 8 uscite stagionali : 13 gol subiti, 21 fatti, 17 punti e terzo posto davanti al Napoli di  Ancelotti.

Certamente le possibili motivazioni di questa totale disparità di scenario sono date da una combinazione di molteplici fattori, proviamo qui di seguito ad evidenziare alcuni.  
Sicuramente una di questa potrebbe essere la poca esperienza europea della rosa, l'Atalanta infatti arriva alla primissima esperienza in Champions League della sua storia con un bagaglio di sole 34 partite oltre confine. A livello di presenze in competizioni UEFA poi solo l'esperto Masiello supera i 15 gettoni (17 in totale, tra l'altro tutti con i nerazzurri); per avere un metro di paragone con la più fresca rivale, il City, solo il baby gioiello Foden (9) e il terzo portiere Carson (15) contano meno apparizioni.                                                                                                                                                        Alla mancanza  di rodaggio europeo c'è poi chi ci affianca un'errata valutazione del girone in cui gli uomini di Gasperini sono stati inseriti, definito da molti dopo il sorteggio di Montecarlo come abbordabile o per lo meno alla portata dei bergamaschi. Si auspicavano così dei risultati positivi con Dinamo Zagabria e Shakhtar Donetsk, lasciando ai Citizen di Guardiola la palma di favoriti del gruppo C.
Ottimismo che, dopo questi primi 3 match, si è scontrato purtroppo con la dura realtà del campo che, come spesso accade, manda in fumo anche i più sicuri pronostici.
Altre correnti di pensiero attribuiscono la responsailità di questa situazione alla rosa in sè, colpevole di essere troppo limitata sia in termini di uomini che di qualità per presenziare da protagonista nei migliori palcoscenici d'Europa. E' interessante evidenziare però come la valutazione economica complessiva dei bergamaschi ( circa 265,10 milioni di euro secondo Trasfermart) sia, per esempio, pari a quasi il doppio di quella di quella degli ucraini dello Shakhtar (circa 137,40 milioni di euro sempre secondo il famoso sito tedesco) mattatori della stessa Atalanta lo scorso primo ottobre e terzi nel girone 4 punti con 6 gol subiti e 4 realizzati.                                                                                                            Infine c'è chi punta il dito addirittura contro l'osannatissimo Gasperini, reo di proporre un sistema di gioco "che ti porta al limite" citando Guardiola nel post partita di ieri sera, ma che alla lunga non sia interpretabile con continuità e efficacia allo stesso tempo sia in campionato (vedi la rimonta da 3-0 a 3-3 della Lazio domenica) che in Champions. Critica questa che appare di primo acchito come campata in aria e provocatoria, ma che assume una certa logica se guardiamo all'unico precedente europeo avvenuto durante la non proprio memorabile esperienza interista dell'allenatore atalantino:sconfitta per 0-1 in casa contro i modesti turchi del Trabzonspor con in campo campioni come Julio Cesar, Zanetti, Lucio, Cambiasso, Sneijder e Milito.

Concludendo e riprendendo il titolo dell'articolo: se è vero che questa Dea, per quello che abbiamo visto finora, ha dimostrato di non essere ancora pronta per la Champions, è vero anche che non tutto è perduto.
I punti al momento in palio sono 9 e la qualificazione, seppur in salita, è tutt'ora apertissima visto il pari per 2-2 tra Shakhtar e Dinamo di ieri.  Occore però un netto cambio di marcia sia fisico che mentale di Gomez e compagni per non incappare ancora in brutti ko e tentare di scalare una montagna, che ora appare insormontabile, chiamata ottavi di finale.