Dopo le turbolente settimane legate all'esonero di Marco Giampaolo, Stefano Pioli prova a riportare il sereno a Milanello, liberando la testa dei giocatori dai tatticismi giampaoliani, puntando invece su intensità e voglia di fare gruppo.
L'esonero dell'allenatore abruzzese è stato il culmine di un periodo di estrema difficoltà per i rossoneri non solo dal punto di vista dei risultati ma in quello del gioco espresso. Le vittorie con Brescia, Verona e Genoa(solo 3 in 7 partite) infatti son scaturite da episodi  conditi da una prestazione di squadra tutt'altro che convincente.
Analizzando i dati di questo disastroso inizio di campionato ne saltano all'occhio due: quello dei gol segnati, solo 6, di cui 3 su rigore, in 7 partite e quello della media dei tiri in porta a partita, 3. Entrambi dati da retrocessione.
Urge quindi non solo una maggiore precisione da parte dei tiratori rossoneri ma anche un aumento del peso offensivo dell'intera squadra. Incremento della propensione offensiva auspicato da Giampaolo nella tournée americana con l'accentramento di Suso (anche con buoni risultati, vedi Manchester e Benfica) ma subito rinnegato in maniera netta dopo il brutto ko esterno di Udine all'esordio.
Visti i risultati non proprio esaltanti del seppur collaudato 4-3-3 a causa di un centrocampo ancora deficitario di qualità, ecco allora che per fornire maggior sostegno a Piatek o a Leao si potrebbe accentrare e valorizzare al meglio Lucas Paquetà. Il brasiliano è stato definito anche da Pioli una mezzala ma di fatto non ha mai brillato in quella posizione, ingabbiando il suo talento in rigidi schemi tattici (già durante la gestione Gattuso) che sono sembrati da subito assai penalizzanti.
Da trequartista in un  4-2-3-1 invece avrebbe più spazio per esprimersi al meglio e imbeccare più facilmente Piatek o Leao. Alla sua destra opererebbe Rebic, esterno tecnico ma di buona stazza fisica e atletica che ha già dimostrato in carriera di potersi sacrificare in fase difensiva, non avendo alle spalle il centrocampo a 3. Sul versante opposto invece tornerebbe con grande voglia Jack Bonaventura, che può diventare variabile interessante nel Milan di Pioli, ricadute permettendo.
A centrocampo l'unico certo di una maglia sarebbe Kessié, svincolato dai non proprio calzanti compiti offensivi,  dedito solamente alla 'pulizia' e al recupero di palloni pericolosi; al suo fianco poi può fare comodo la qualità e la tecnica di uno tra Biglia, Bennacer o Calhanoglu, giocatori ora in difficoltà ma che il Milan deve recuperare vista la mancanza di alternative . Davanti Pioli potrebbe così avere la possibilità di scegliere tra Piatek e il giovane Leao, nel ruolo che, anche a detta sua, gli è più congeniale, quello di prima punta.

E Suso? Il Milan negli ultimi tempi ha dimostrato di essere troppo dipendente dallo spagnolo, che però non garantisce una continuità di rendimento tale da poterci fare sicuro affidamento. L'esterno di Cadice spesso incappa in prestazioni totalmente negative, trascinando con sé tutta la squadra. In questo momento deve ritrovare fiducia e giocate, spazio quindi a Rebic, giocatore su cui Boban punta molto.

Questa può essere una lettura del Milan in questo momento, resta però da capire che idee abbia Pioli anche in relazione alle indicazioni fornitegli dai giocatori, già dal match di Domenica sera a San Siro contro il Lecce, dove i rossoneri non possono più sbagliare.