Correva il pomeriggio di Domenica 20 Maggio 1973 ed era l'ultima giornata di campionato quando il Milan guidato da Nereo Rocco al comando della classifica con 44 punti ed inseguito da Lazio e Juventus ad un solo punto, si presentava al Bentegodi per affrontare l'Hellas Verona condotto da Cade' e ormai salvo essendo al decimo posto. 
Tutto lasciava presagire che il superamento della squadra scaligera fosse una pura formalità, tant'è che la bella città di Giulietta e Romeo venne fin dal giorno prima presa d'assalto da migliaia di tifosi rossoneri giunti festanti da tutt'Italia. La tanto ventilata vittoria del Milan avrebbe significato la conquista del decimo Scudetto e quindi della sua prima Stella. Praticamente la convinzione di cucirsi sulla maglia l'ambito fregio veniva confermata dal fatto di considerare ben più difficoltose le gare delle due inseguitrici. 
La Lazio del Presidente Lenzini allenata da Tommaso Maestrelli era impegnata al Vomero contro il Napoli del Presidente Ferlaino  con Giuseppe Chiappella alla guida, mentre la Juventus del Presidente Giampiero Boniperti trainata dal  cecoslovacco Cestmir Vycpalek affrontava all'Olimpico la Roma del Presidente Gaetano Anzalone,  condotta da Helenio Herrera e sarà proprio la tifoseria bianconera ad esultare, grazie alle marcature di Altafini e Cuccureddu, ed alzare in cielo il loro 15mo Scudetto, mentre il Napoli grazie alla rete di Damiani superava la Lazio ed un Milan con tanto orgoglio nella testa ma acido lattico azzerato in corpo si accomiatava mestamente dal Bentegodi perdendo la gara per 3 a 5 e salutando così l'appuntamento con sua prima Stella che arriverà soltanto cinque anni dopo alla corte del Barone Liedholm e di Capitan Gianni Rivera che dopo vent'anni di militanza rossonera (501 presenze e 122 gol) appenderà i suoi scarpini al chiodo. 

Ma la gara per il Diavolo sarà un vero incubo trovandosi sotto di tre reti dopo soli 25'. Ancora stanchi della combattuta finale di Coppa delle Coppe, vinta grazie all'unico gol risolutore di Chiarugi sugli inglesi del Leeds e giocata a Salonicco tre giorni prima, i rossoneri scesero in campo con la mente ancora offuscata dal fresco trofeo conquistato ed il fisico chiaramente affaticato. Vanamente la dirigenza chiese di spostare di 24 h. la gara ma la Federazione diede risposta negativa e per giunta, ironia della sorte, data la squalifica del Paron Nereo Rocco e del suo vice, fu chiamato alla guida della sua prima panchina da allenatore il giovane Giovanni Trapattoni.

Ma la storia purtroppo si ripeterà!
Correva il 22 aprile, ma di 17 anni dopo... e quando si dice che il 17 porti male almeno nel caso del nostro povero Diavolo può essere cosa veritiera!  E da quella doppia disfatta patita tra le mura scaligere nacque così la famosa locuzione: la Fatal Verona! Infatti in quella Domenica il Milan berlusconiano con Sacchi in panchina ed il trio olandese Gullit Van Basten Rejkard, affrontava nella 33ma giornata (il campionato era allora a 18 squadre) il Verona di Osvaldo Bagnoli al Bentegodi.
Alla penultima giornata Milan e Napoli risulteranno appaiate con 47 punti e mentre i rossoneri scendevano in campo al Bentegodi dove si consumerà l'autentica disintegrazione del Diavolo che non solo perderà ma terminerà la gara in soli 8 uomini risultando espulsi persino il Cigno di Utrecht nonché l'allenatore Arrigo Sacchi accompagnati da un nugolo di proteste rivolte al contestatissimo arbitro della gara Sig. Di Bello, mentre al San Paolo il Napoli di Maradona allenato da Alberto Bigon batterà il Bologna guidato da Luigi Maifredi e a nulla servirà alla squadra di Berlusconi piegare all'ultima gara per 4 a 0 il Bari, perché il Napoli superando la Lazio si laureerà per la seconda volta Campione d'Italia.

Questa vuol essere in breve sintesi la spiegazione della leggenda metropolitana della "Fatal Verona" che ad ogni incontro con gli Scaligeri si ripresenta adombrando e troppo spesso oscurando completamente le fiamme del nostro Diavolo. L'augurio che vorrei esprimere per la prossima ed ultima gara di campionato che vede a San Siro il Milan affrontare il Verona è sintetizzato in un solo e semplice vocabolo: vendetta! Che Mr. Pioli e la sua truppa portino a termine ed alla perfezione una pugnace quanto esemplare vendetta senza se, senza ma, senza la paura di vergognarsi, d'infierire su una squadra in lotta disperata per salvarsi, e soprattutto badando a terminare, con questa auspicabile vittoria, un'annata per certi versi dal retrogusto troppo amarognolo. Il quarto posto dopo lo scudetto conquistato, l'eliminazione da due competizioni assommato alla finale di Supercoppa, incontri persi malamente, mette seriamente a rischio la nostra credibilità nonché avvilire sempre più la nostra bile!

Un solo imperativo dunque: vendicare due Scudetti persi, cancellare l'onta della "Fatal Verona" spedendo la pur simpatica città del Pandoro nella serie cadetta, dove certamente la vivace squadra presieduta da Maurizio Setti ed avente effigiato sulla maglia "Il mastino della Scala" troverà forze vitali per tornare rapidamente nella massima divisione e magari con un pandoro... un po' meno indigesto... almeno per il nostro Diavolo, ormai troppo avvezzo alla soave fragranza del buon Panettone meneghino!

                          Massimo 48