Foggia, venerdì 12 novembre. È una notte fredda, buia e silenziosa nei pressi della stazione del capoluogo dauno. Vicino le colonne bianche dell’entrata principale ci sono delle persone, sono i senzatetto. Alcuni cercano di dormire sotto i portici, altri provano a scambiare qualche chiacchiera tra di loro. Passano così le loro serate. Nessun cellulare o like sui social, nessuna partita in televisione, niente.
Poco più avanti dell’ingresso che porta ai tabelloni dove sono indicati i vari treni in partenza, sulla sinistra, troviamo la porta di un’associazione: sono i “Fratelli della stazione”. Sono volontari foggiani che si occupano di queste persone e cercano di restituire il sorriso e la forza ai nuovi poveri.
Venerdì in aiuto sono corsi anche alcuni giovani appartenenti alla Comunità Laudato sì di San Giovanni Rotondo. I poveri ricevono tè caldo, qualche brioche e, a sorpresa, scoprono i sapori pugliesi con le pizze fritte del paese di San Pio. Vogliono essere ascoltati. Hanno bisogno di raccontare. C’è chi chiede notizie su Padre Pio, chi si diletta nel canto e chi prova ad emozionare con le parole. Hanno gli occhi pieni di amore. Le loro lacrime nascondono tante storie.

Nella quinta Giornata Mondiale dei Poveri, Papa Francesco ripete questa frase: “È tempo di restituire dignità e parola ai poveri". È necessario scendere in campo per raccontare la realtà di tutti i giorni ed è importante essere ultimi fra gli ultimi.