Il 2022 inizia con una notizia che scuote il mondo dello sport ed in particolare quello del calcio: il crociato di Federico Chiesa fa crack, il giocatore termina qui la stagione.

Federico Chiesa, dal giorno in cui l’Italia ha vinto a Wembley contro l’Austria, è entrato nelle case di tutti gli italiani, lasciando un segno indelebile nella mente di ognuno di noi. Un ragazzo serio, bravo. Un calciatore diverso dagli altri, appassionato del suo lavoro, mai arrogante e provocatorio. Il sorriso stampato sulla faccia. Classe ’97, 23 anni. Senza tatuaggi, giovane e sveglio. 

Sento spesso diverse voci che ripetono il nome di Paolo Rossi. Cosa è diventato quel calciatore dopo il mondiale del 1982? Un eroe, semplice. Ecco, questo è per me Chiesa. Ma sono certo che lo sia un po’ per tutti. Quando si parla di Italia, non importano i colori calcistici. Non è fondamentale essere bianconero, rossonero o giallorosso. Importa essere azzurro. 
Il gol di Chiesa contro la Spagna è come un’opera da esporre alla Galleria degli Uffizi di Firenze. Proprio Firenze è la città in cui ha iniziato a giocare e a stupire in Serie A
Il gol, la caratteristica principale. Sono quattro gli allenatori che hanno segnato la crescita dell'esterno. Paulo Sosa per primo, poi Montella, Iachini e Pioli. Chiesa dipinge i gol, sotto gli occhi del fratello Lorenzo, raccattapalle al Franchi, abbracciato in occasione di un gol.
Poi il passaggio alla Juventus, altro grande traguardo, lasciando un po’ di malinconia e di dubbio nei tifosi fiesolani e poi nei patiti di calcio. Perché quando un calciatore passa in una grande squadra si pensa sempre che possa essere il lieto fine della carriera. C’è chi pensa che Chiesa abbia potuto strappare la convocazione in Nazionale nel match contro il Milan. Ovviamente sono solo ipotesi. Federico ha conquistato il cuore di Roberto Mancini diventando il pupillo di una generazione di fenomeni. 
L’11 luglio 2021 abbiamo vinto l’Europeo a Wembley sotto gli occhi dell’Europa intera e del nostro Presidente della Repubblica. Federico ha giocato ed ha lottato da vero guerriero. Poi alle 23.54 l’orologio del Big Ben si è fermato perché ventisei ragazzi, tutti di un’età compresa tra i venti e i trent’anni, hanno vinto. È stato impossibile nascondere le lacrime o farle sembrare un’illusione ottica, come dicono i Pinguini Tattici Nucleari in una famosa canzone. 
Ora bisogna ricompattare quel gruppo. Federico Chiesa ha bisogno del nostro aiuto perché quando gioca l’Italia ci siamo tutti. Ognuno di noi rappresenta un calciatore. La vittoria ad Euro 2020 è stata la meta più importante per chi ha sofferto o ha dovuto salutare un proprio caro a causa del Covid. 

Caro Fede, le paure, le angosce, i sensi di colpa, le sconfitte e le delusioni fanno parte della vita. Forza e coraggio. Ti attendiamo in un posto speciale e non occorre specificare, hai già capito dove. 
In bocca al lupo, Fede.