L’ultima giornata di campionato doveva essere la partita della rinascita per il Milan, contro un’Udinese in evidente difficoltà ed in fondo alla classifica. Invece, al termine del trittico infernale contro Juventus, Paris SG e Napoli, il Milan incappa in una sonora sconfitta a San Siro contro i friulani.

Una partita che se fosse finita in parità nessuno avrebbe urlato allo scandalo, ma ha visto i friulani portarsi a casa i tre punti contro una squadra che, seppur rimaneggiata a causa dei numerosi infortuni, non ha fatto vedere un bel calcio. Ecco, quello che di buono avevamo visto nel primo tempo della partita contro il Napoli, ce lo siamo subito dimenticati contro l’Udinese.

Nel mio articolo precedente sostenni che non bisogna stupirsi, perché il livello del Milan è questo: può vincere e perdere con chiunque. Tuttavia, quest’ultima partita non lascia spazio a giustificazioni. Il Milan contro una squadra in difficoltà come l’Udinese deve vincere, senza se e senza ma.
Le modifiche tattiche apportate da mister Pioli non hanno lasciato il segno, Jovic si è visto poco e l’ingresso di Okafor non ha dato la scossa sperata. A questo si aggiungano: il momento no di Leao, l’assenza di Theo, un Adli un po’ spaesato e una difesa che non è solida come l’anno dello scudetto e così la sommatoria di tutte queste variabili lascia un Milan un po’ frastornato, con poche certezze in vista degli impegni europei. Ci sono tutti gli elementi perché questo mese di novembre ridefinisca in senso negativo gli obiettivi del Milan.

A pochi chilometri da Milano, invece, una squadra giovane sta mostrando tutto quello che in questa stagione il Milan non ha ancora fatto vedere. Il Monza è una squadra giovane, solida e concreta. Nell’ultimo scontro di campionato con il Verona Palladino ha dimostrato che, pur non avendo giocatori fenomenali, si può giocare bene, soffrire in modo ordinato e colpire l’avversario in contropiede. È un po’ quello che aveva caratterizzato il Milan l’anno dello scudetto: solidità difensiva, organizzazione a centrocampo e capacità di colpire in velocità e in contropiede. L’asse della squadra brianzola costituito da Di Gregorio, Pablo Marì, Pessina, Colpani e Colombo rappresenta tutto quello che serve per fare un buon campionato e mettere in difficoltà tutte le avversarie, soprattutto quelle della parte sinistra della classifica.

Vedremo se nelle prossime partite torneremo ad assistere ad un Milan ‘operaio’, in grado di mettere in crisi il PSG con organizzazione difensiva e ripartenze in velocità.
Intanto i tifosi milanisti possono consolarsi con i successi dell’indimenticato Galliani a Monza, con l’augurio che uno dei cinque giocatori della squadra brianzola sopra citati, nel prossimo mercato estivo, possa raggiungere il Milan, magari con il contributo di un dirigente che adesso lavora a Monza, ma che ha fatto la storia trionfale del Milan.