Le sessioni di mercato estivo passate siamo stati abituati a fare i complimenti alla coppia Ausilio-Marotta che, nonostante le non illimitate risorse economiche, sono sempre riusciti a piazzare colpi di mercato interessanti, senza spolpare le casse della società.
Tuttavia, quest’anno il mercato della società nerazzurra fatica a decollare.

Dal momento in cui Lukaku ha preso la decisione di non ritornare a Milano, sponda Inter, sembra che qualcosa negli ingranaggi della macchina del mercato interista, fino a questa estate estremamente affidabile, si sia rotto.
Lasciano un po’ perplessi le vicende che coinvolgono i portieri Sommer e Trubin.
Il fatto che a inizio luglio sia terminato il rapporto professionale con Handanovic fa ipotizzare che le idee rispetto alla questione estremo difensore fossero già piuttosto chiare: trasferimento di Onana e arrivo di due portieri, uno esperto ed uno di prospettiva, confermate anche dalla narrazione delle dinamiche di mercato di luglio con l’inizio delle trattative per Sommer e Trubin.
Ad oggi, tuttavia, nessuno dei due portieri è sbarcato a Milano.

Il fatto che al momento l’Inter non abbia il portiere titolare e nemmeno la sua riserva non pare un particolare di poco conto, considerando l’importanza del ruolo dell’estremo difensore nell’inizio delle manovre della squadre moderne. Ormai il portiere è parte integrante della manovra e non è più solo colui che viene coinvolto quando le squadre avversarie attaccano.
Inoltre, la capacità del portiere di integrarsi nei meccanismi difensivi pare indispensabile soprattutto durante i calci piazzati. Eventuali incomprensioni in queste fasi delicate del match possono compromettere intere partite. Tali meccanismi si formano con tempo e allenamento, cose che al momento mancano considerando che la prima di campionato è fissata tra due settimane.
Si potrebbe obiettare dicendo che Sommer è esperto, che ha giocato molte partite ad alti livelli, che negli ultimi sei mesi ha militato in una delle squadre più forti d’Europa, ma quello che conta è che non ha mai giocato con Acerbi, Bastoni e Darmian, per cui anche lui dovrà avere tempo per integrarsi.
Su Trubin, che comunque ci è stato detto verrà per fare la riserva, almeno inizialmente, ci sono più perplessità dettate soprattutto dalla giovane età e dalla capacità di sopportare la pressione derivante dall’indossare una maglia pesante come quella dell’Inter.

Ad inizio agosto si può affermare che la gestione del mercato portieri da parte della dirigenza interista desta qualche perplessità e probabilmente ha subito qualche intoppo rispetto a quanto prefissato. Handanovic ha lasciato la squadra al termine del suo contratto, tuttavia, un secondo portiere come lo sloveno avrebbe fatto comodo ad Inzaghi per due motivi.

Il primo è che avrebbe consentito alla dirigenza di arrivare fino alla fine della sessione di mercato per accaparrarsi Trubin ad un prezzo magari più favorevole. Avere Handanovic in rosa avrebbe comunque consentito di giocarsi le prime partite di campionato con un portiere esperto, a conoscenza dei meccanismi difensivi di Inzaghi e tutto sommato affidabile.
Il secondo è che sarebbe stato sicuramente un buon mentore per il giovane Trubin. Gli avrebbe consentito di entrare in punta di piedi nel mondo nerazzurro e probabilmente lo avrebbe aiutato nella gestione della enorme pressione che ricade su un giovane portiere quando gioca le prime partite a San Siro.
Tuttavia, le strade di Handanovic e dell’Inter hanno preso direzioni diverse e al momento il maggiore candidato ad occupare la casella di estremo difensore titolare dell’Inter è Sommer.
Sicuramente una dirigenza esperta come quella interista avrà la certezza di iniziare il campionato di Serie A con un portiere all’altezza, tuttavia questa gestione della vicenda lascia intravedere qualche difficoltà operativa nel mercato della società nerazzurra, elemento che nelle passate sessioni di mercato estive non si era palesato.

È evidente che il mercato per le società di Serie A sta diventando estremamente complicato come è estremamente difficile costruire delle rose che possano competere a livello internazionale con le squadre spagnole ed inglesi. Se a questo aggiungiamo il prepotente ingresso nelle dinamiche di mercato delle squadre della Saudi Pro League, è chiaro che i dirigenti delle squadre di Serie A devono fare i salti mortali per convincere i giocatori ad approdare nel nostro campionato.
Possiamo solo sperare che l’esperienza dei dirigenti delle squadre italiane alla fine riesca, anche per questa stagione, a farci scoprire l’Onana o il Kvaratskhelia di turno; magari Trubin diventerà una certezza tra i pali nel panorama europeo. È quello che ci auguriamo per continuare ad essere un campionato interessante a livello internazionale, che si traduce in diritti tv che si spartiscono le squadre di calcio, elemento ormai fondamentale per le squadre di Serie A nella gestione del mercato e che, di riflesso, consente a noi di appassionarci ancora al calciomercato.