Analizzando questa prima parte di campionato e le partite in Champions del Milan non si capisce di cosa ci si stupisca.
Dopo la sconfitta immeritata con la Juventus e dopo la debacle parigina pare che sia iniziata la ricerca di uno o più colpevoli a cui attribuire le responsabilità di queste pesanti sconfitte. Il buon pareggio rimediato a Napoli non pare sufficiente a far cambiare idea ai più.

Si dice di Krunic che entra dalla panchina e fa perdere il Milan, di Leao che non è incisivo nelle partite che contano, di Thiaw che ha la colpa di essersi fatto superare dal Kean e aver rimediato una espulsione, di Pioli che pare non più in grado di gestire lo spogliatoio, e chi più ne ha più ne metta.
La realtà che emerge dai risultati di questa prima parte della stagione è che il Milan è proprio questo. Una squadra che qualitativamente e tecnicamente presenta dei limiti.
Non si può certo pensare di inserire cinque/sei giocatori nuovi (e per di più giovani) e pretendere di dominare su tutti campi come se gli avversari non esistessero. Gli avversari esistono, prendono le misure, e quando mancano gli spunti qualitativi di coloro che con una giocata possono cambiare gli equilibri, il Milan soffre.

Da un punto di vista difensivo, l’inserimento del giovane Thiaw presenta dei rischi inevitabili, che pare difficile che l’area tecnica del Milan non abbia considerato prima dell’inizio della stagione.
Per quanto riguarda il centrocampo, il povero Krunic viene considerato come l’elemento debole di un centrocampo che di fenomeni non ne ha. I vari Reijnders, Adli, Musah sono tutti elementi giovanissimi che hanno bisogno di giocare partite importanti per approcciarle nel modo corretto. Diamogli tempo.
E poi c’è l’eterno Giroud, che se non segna per qualche partita il Milan là davanti va in affanno. Fortuna che a Napoli è riuscito a fare una doppietta, altrimenti anche questa domenica sia lui che il povero Leao sarebbero stati bersagliati perché non in grado di incidere nelle partite che contano.

Finito questo periodo dove il Milan ha affrontato tre squadre di livello, tirando le somme il bilancio non è proprio positivo, tuttavia, a parte la trasferta parigina, nelle due partite di serie A con Juventus e Napoli il Milan ha mostrato di essere una buona squadra, che può fare bene, che può giocarsela a viso aperto con tutti, che potrà anche vincere delle partite importanti, ma di certo non potrà ambire alla vittoria del campionato.

Il Milan di quest’anno ricorda un po’ l’Arsenal di Wenger, con tanti giovani di belle speranze in campo, ma che nel confronto diretto con le avversarie per il titolo in Premier usciva spesso sconfitto.
Dobbiamo abituarci ad un Milan giovane, ad un Milan che può vincere e perdere con chiunque, ma forse è proprio questo il bello di una squadra di giovani di talento, quella dose di incertezza che rende avvincente ogni singola partita, perché non sai mai se quei giovani tanto osannati riusciranno a portare in campo tutto il loro talento in ogni occasione.

E allora godiamoci questo Milan giovane, e pazienza se in qualche scontro diretto alla fine gli avversari avranno la meglio, il livello del Milan è questo; sicuramente in questa stagione ci regalerà delle soddisfazioni, che saranno ancora più belle se prederemo atto che il Milan non è una squadra di fenomeni.