Tra pochissimo, nel gelo di San Siro, Milan e Torino si affronteranno per decretare in una partita secca il passaggio ai quarti della Coppa Italia.
Il trofeo vede le squadre contendenti esserne state ambedue vincenti per 5 volte, mentre nell'albo d'oro figura in testa la Juventus con 14 vittorie seguita a ruota da Roma 9, Inter 8, Lazio 7, Fiorentina e Napoli 6, Milan e Torino 5.
Ma i Rossoneri vantano lo sfortunato record di aver perso ben 9 delle 14 finali disputate. Lo scrivente ebbe la gioia risalente a ben 56 anni or sono all'aver potuto assistere a quella prima finale di Coppa Italia vinta dal nostro vecchio Diavolo... e allora vado a ricordarne qualche frammento ovviamente condito con un pizzico di Amarcord!

"Ciao Massi, ci vediamo stasera al solito posto, vero?!"
"No... Marianna...questa sera ho un impegno con il mio amico Claudio... sai ha comprato un ingranditore fotografico...e vado da lui, voglio anch'io cimentarmi nell'arte dello sviluppo delle foto!...Ti spiace se ci vediamo domani?"
"Certo che no Massimo!...ma figurati! buon divertimento...a domani! un bacio!".
Ma dissi una bugia!!
Erano le 20.30 di quel mercoledì 14 Giugno 1967 quando l'arbitro Bernardis di Trieste fischiò il calcio d'inizio della finale della 20ma edizione della Coppa Italia tra Milan e Padova allo Stadio Olimpico di Roma.
Queste le formazioni
Milan
: Belli, Anquilletti, Schnellinger, Maddè, Trapattoni, Baveni, Mora, Rivera, Amarildo, Lodetti, Fortunato, Allenatore Nereo Rocco.
Padova: Pontel. Cervato, Barbiero, Frezza, Barbolini, Sereni (54' Gatti) Carminati, Bigon, Morelli, Fraschini, Novelli. Allenatore Humberto Rosa.                                                                      Come nell'edizione del precedente anno vinta dalla Fiorentina ai danni del Catanzaro, andò in finale una compagine della serie cadetta.
Quel giorno fu il Padova in quella finale contro i Rossoneri di Nereo Rocco, che aveva nel corso del campionato sostituito in panchina l'ex calciatore allenatore del Milan Arturo Silvestri, a sfiorare un' impresa storica per i colori Patavini.  
Il Padova, piazzatasi 6o nel campionato di serie B, vinto quell'anno dalla Sampdoria, fu l'autentica squadra mattatrice nella 20ma edizione della Coppa Italia eliminando nell'ordine Venezia, Palermo, Varese per poi scontrarsi ai quarti con la prima vera big del torneo, il Napoli di Altafini.
Il Padova passerà in vantaggio con un gol di Morelli, ma per i partenopei pareggierà Josè al 65', sarà solo all'ultimo minuto che Quintavalle, siglando la rete decisiva, garantirà l'accesso alla semifinale contro l'Inter di Facchetti, Mazzola e Suarez.
All'Appiani il 7 Giugno si assisterà ad uno scontro pirotecnico, ci sarà una pioggia di gol, al doppio vantaggio biancoscudato, opera di Carminati e Morelli, risponderanno i Nerazzurri con Suarez e Mazzola, ma sarà sempre Carminati, 9 in pagella, a regalare al Padova la vittoria e l'insperata finale da disputare a Roma contro il Milan.
Ma qualcosa per il Padova s'incepperà in quella finale, come racconterà ad un cronista il suo allenatore argentino Humberto Rosa al termine della gara: "Come abbiamo perso quella finale?... Semplice, eravamo senza tifosi, da Padova non si è mosso nessuno, senza dirigenti e perfino senza il medico della squadra. Pensate che i biglietti omaggio li ho regalati ai tifosi del Napoli, accorsi a Roma per tifare la nostra squadra.
La verità è che la Coppa Italia è stata snobbata sia dalla città che dalla nostra dirigenza. Quando arrivi secondo ti danno un trofeo d'argento che non c'è nemmeno nella bacheca del Padova e visto che non interesserà proprio a nessuno lo esporrò nella libreria di casa mia. Se ci avessero concesso quel rigore su Bigon all'inizio, forse la partita avrebbe preso un'altra piega.... ma si vede che era già scritto così...".
Come del resto gli preannunciò il veterano Lello Scagnellato poco prima della gara dicendogli: " ...guarda Humberto... che la gara la vincerà il Milan... così è già stato scritto!".

Dopo un primo tempo con un leggero predominio padovano e l'episodio del rigore contestato, nel secondo tempo la squadra di Rocco scenderà in campo con un diverso atteggiamento e dopo soli 5' sarà Amarildo che s'inserirà puntualmente al centro dell'area di rigore freddando con un secco diagonale l'incolpevole Pontel, e i 40' restanti saranno solo un monologo rossonero.
Quello di Amarildo Tavares da Silveira, attaccante brasiliano proveniente dal Botafogo, che dopo il Milan militò in Fiorentina e Roma prima del ritorno in patria dove concluderà la sua carriera da calciatore nel 1974 nelle file del Vasco de Gama, sarà il gol vittoria del Milan e della prima Coppa Italia della sua storia. Il Presidente Federale Pasquale consegnerà nelle mani di capitan Gianni Rivera il trofeo che solleverà verso il cielo tra gli applausi di tutti i tifosi Rossoneri tra cui il sottoscritto ed il suo caro amico Claudio, anche lui un romano tifoso del Milan.
Ricordo di avere indossato quella sera un maglioncino di cotone a strisce rosse e nere, anche se orizzontali, me lo tolsi a fine gara e ne feci una bandiera, io a sventolarla dalle maniche mentre Claudio si occupava del sonoro, avendo portato una tromba d'auto con tanto di compressore,  l'aveva prelevata dall'officina del padre, elettrauto (tifoso Bianconero...Sic!).
Godemmo di una bella serata, attendemmo dietro lo stadio l'uscita del pullman del Milan e ci commuovemmo al suo passaggio, dai finestrini notammo che ricambiavano il saluto ai tifosi Rossoneri tutti i giocatori che con le luci dei lampioni si potevano intravedere tra i quali riconoscemmo Mora, Rivera, Lodetti, Amarildo e lo stesso Nereo Rocco con in testa il suo immancabile borsalino.
Verso mezzanotte rientrammo nelle nostre case, ero contento da un lato per la vittoria di Coppa del Milan, ma scontento dall'altro, per aver detto una piccola bugia alla mia Marianna.... che poi perchè mai mentii?... Mah!!... Non ne ho mai trovato una risposta plausibile, visto che a lei, del calcio, non fregava proprio un bel niente... e a dire il vero non più di tanto neanche a me nei suoi riguardi, visto che solo due settimane dopo avrei sostenuto gli esami di maturità... e un po' per l'impegno, un po' per il destino avverso, le nostre strade si separarono e non la rividi più. Superai brillantemente gli esami di maturità e mi iscrissi all'Università che interruppi solo due anni dopo per iniziare a lavorare... mentre il nostro vecchio Milan iniziava a farsi sempre più conoscere negli anni seguenti in Europa e nel mondo.

Ma per ora restiamo con i piedi ben saldi a terra e, dopo la delusione del fresco pareggio con la Lupa, auguriamoci in serata di poter superare un pugnace Toro!

Massimo 48