Mentre tutti già sognavano l'ennesima stagione alla deriva interista, ecco che il super manager, voluto fortissimamente dalla proprietà, sfodera il suo asso nella manica: "Spalletti e Icardi sono intoccabili con la qualificazione Champion's".

La mossa davvero spiazzante per i detrattori, riporta la squadra con i piedi sulla terra non concedendo alibi e rimettendo in gioco tutto e tutti.
Ora i giocatori non potranno esimersi dal metterci la faccia e le gambe, nei prossimi incontri dovranno dimostrare di meritare questa maglia e soprattutto i lauti ingaggi corrisposti dalla società.

D'altro canto Spalletti non potrà andar via, abbandonando la squadra alle sue elucubrazioni mentali, dovrà ridarle un gioco ed un'identità. Magari dovrà abbandonare il suo caro 4-2-3-1 che manca di incisività a causa della scarsa forma degli interpreti principali e delle necessità attuali di classifica.

È necessario riproporre fin dall'inizio lo schieramento a due punte, che sia Keita o Lautaro. Nainggolan dovrebbe essere arretrato a centrocampo dove almeno possa dare quantità al centrocampo insieme a Brozovic ed Asamoah.
Con due attaccanti e Politano, l'Inter diventerà pericolosa, grazie anche ai rifornimenti dalle fasce di Cedric e Dalbert. Perisic è meglio che rimanga a riflettere in panchina su cosa voglia fare da grande (essere o meno utile alla causa, come non ha fatto finora).

Una squadra a trazione anteriore con tutti i giocatori nel loro ruolo, un centrocampo che avrà quantità (Asamoah) e dinamismo (Nainggollan) e qualità (Brozovic), sfruttando le incursioni del belga ed i cross del ghanese o del brasiliano Dalbert libero di spingere e correre.
Con Keita si potrà allargare il gioco senza perdere pericolosità negli ultimi metri, mentre se toccasse a Lautaro si potrebbe sgravare Icardi della marcatura dei centrali e sfruttare le sponde del compagno per andare al tiro.

A prescindere dai ruoli e dai giocatori urge uscire da uomini dalle torbide acque della crisi, le inseguitrici incalzano Milan e Lazio in ripresa e Roma discontinua ma talentuosa.
Spalletti meno filosofia e più sostanza soprattutto sul campo, poi in conferenza dopo una vittoria potremmo sentirci decantare il pensiero esistenziale dell'uomo di Certaldo.