Quest'anno sono in ritardo, di norma nel giorno della festa dell'Immacolata albero e Presepe sono già allestiti in un angolo del salotto, ma con questo clima che regna tristezza ed apatia la fanno da padrone e tutti i nostri ritmi di vita ne risultano influenzati e così mi trovo ora, al termine delle esequie trasmesse in TV del povero Pablito ad approntare la natività e mentre sono intento a sistemare casette e personaggi del Presepe vengo interrotto da una telefonata, è un mio caro amico del paese nativo dei miei poveri genitori, Fabrizio, attualmente presidente della Pro Loco di Tuoro sul Trasimeno: "...Massimo!...come stai!?...è un po' che non ci si vede!!"  "...Dici bene Fabrizio...ma non ci si capisce nulla con questi continui divieti di spostamenti seguiti da ravvedimenti...comunque la settimana prossima dovremmo fare una capatina al paese per poi rientrare a Roma prima del 20... perchè per le Feste come sai... ci sarà il coprifuoco... ma sai bene che il torciglione di Tuoro (un dolce tradizionale tipico della zona a base di pasta di mandorle il cui nome deriva dalla sua forma a serpentone attorcigliato) alla nostra tavola non deve mai mancare a Natale...è un pezzo di ritualità che si tramanda fin dai tempi dei nostri trisnonni!!"  "Vero...vero...e poi accompagnato da un buon Vin Santo...de 'ste parti...  mejo se de l'uva de Sanguineto...ahhh!!...davanti ad un bel camino che arde...è la fine del mondo!!" "...A proposito di fine del mondo...ma quello che è accaduto ieri...la scomparsa di Paolo Rossi dopo solo due settimane da quella di Maradona...sai che mi ha tolto le forze...mi sento come stordito...sembra di aver fatto un brutto sogno!... è veramente da fine del mondo!!"  " Ascolta ...Massi...ti ho inviato una foto di Paolo Rossi assieme a me...l'ho incontrato al pontile del lago una Domenica poco prima di Pasqua era sceso con la moglie dal battello per Isola Maggiore....erano andati a fare una gita per visitare il luogo di preghiera di San Francesco, c'è una statua all'approdo che ricorda quella settimana di meditazione risalente alla Quaresima dell'anno 1211.... e siccome so che tu scrivi su CalcioMercato ho pensato di potesse interessare..."  "...ma certo Fabrizio che m'interessa!...quella foto ora è come se fosse un Tiziano!!....e se mi concedi l'autorizzazione vedrò di farne un articolo e se la Redazione me lo concedesse vorrei tanto che pubblicasse questa bella fotografia...ma che brava persona era!!...grazie Fabrizio!..ti farò sapere!"  "...di niente Massimo...figurati, a presto...un abbraccio a tutta la famiglia...ed anche a tuo figlio Manuel che sta a Budapest!"  "Un caro abbraccio a te.... gli presenterò i tuoi saluti!!...a presto!"

Quell'istantanea risalente alla fine dell'inverno scorso è probabilmente una delle ultime a ricordarci il sorriso solare del nostro Paolo che sapeva mostrare, nonostante avesse già scoperto, e la cosa risale a poco più di un anno fa, quando a seguito di alcuni accertamenti radiologici dovuti a forti dolori accusati alla schiena ma inizialmente ricondotti alla forma artritica cui il campione era frequentemente soggetto, di soffrire di un male incurabile che aveva purtroppo già in gran parte attaccato i suoi polmoni. Non valsero a nulla i vari tentativi cercati con il costante impegno della sua consorte Federica Cappelletti (nativa di Perugia e di 16 anni più giovane, sposata in seconde nozze nel 2010 al Campidoglio di Roma e con un recente rinnovo di promesse di matrimonio con una cerimonia tenutasi alle Isole Maldive nello scorso mese di Aprile alla presenza delle due adorate figlie Maria Vittoria di anni 10 e Sofia Elena di anni 8) ed un recente intervento chirurgico eseguito proprio nell'ospedale di Santa Maria delle Scotte di Siena dove tre giorni fa è spirato. Ma la tempra, la volontà, la corteccia del campione non si deprime affatto, tutt'altro, si dedica alla raccolta di olive ed uva per produrre dei suoi olii e vini Doc nelle campagne dell'Aretino, a Bucine un paese di 10.000 abitanti, più precisamente la tenuta Rossi si trova in località Poggio Cennina dove assieme a Federica conducono un agriturismo. Non amava, nella sua umiltà, mostrare a nessuno il suo dolore interno...nemmeno alle sue amate bambine. Vi invito a guardare la foto del mio amico Fabrizio al suo fianco!...qualcuno di voi giurerebbe che il nostro Paolo fosse in uno stato di sofferenza "terminale"!?...a me piuttosto sembra di vedere il solito opinionista di un importante canale televisivo uscito dallo stadio, magari il Renato Curi di Perugia a lui ben noto, pronto al commento della partita appena terminata...o mi sbaglio?! Questa foto, scattata dopo la visione della statua di San Francesco ad Isola Maggiore, è il simbolo della grandezza, dell'umiltà e dell'amore di un puro genio calcistico e di un uomo che per noi, suoi eterni tifosi a prescindere dalla personale fede calcistica, non vorrà essere mai scomparso...per tutti continuerà a vivere e....a giocare... con le nostre menti sconfinanti nelle sue reti storiche!!.. Pablito... porterà in alto i nostri colori....da lassù la sua anima sarà come un faro volto a segnalare gli scogli... i pericoli ai quali tutti i giovani che oggi si affaccino al mondo calcistico possano maledettamente incocciare anche perchè questo meraviglioso gioco è profondamente mutato rispetto a quello di mezzo secolo fa... sono spariti i padri che spesso accompagnavano i propri figli al cospetto delle dirigenze... ma da molti anni esistono i procuratori...molto, troppo spesso...mal illuminati da quella luce di saggezza che invece..ahimè..lascerebbe troppo spesso spazio alla ruvidità del puro soddisfacimento economico a detrimento del più bello ed antico gioco del mondo!

Paolo Rossi inizia la sua carriera di calciatore nel 1961 giocando nelle giovanili del Santa Lucia, frazione di Prato, sua città natale, per poi passare all'Ambrosiana, alla Virtus Cattolica e sarà alla Juventus di Vycpalek dal 1972 al 1975, passerà al Como nel '75/'76 e poi per 3 stagioni dal '76 al '79 alla corte del Real Vicenza di Giussy Farina realizzando in 94 presenze 60 gol ed ottenendo la promozione in serie A nel '76/'77 e poi nel 1979 al Perugia di Ilario Castagner realizzando 14 gol, tornerà alla Juventus di Giovanni Trapattoni disputando 83 gare con 24 reti tra il 1981 e l'85, sarà poi al Milan nell'85/86 con 20 presenze e 2 gol per poi terminare il suo percorso nella stagione '86/'87 con il Verona 2 presenze e 4 gol.  Nella nostra Nazionale invece si conteranno 48  presenze dal 1977 al 1986 con 20 reti segnate. Ma sicuramente gli anni della sua piena maturazione sono quelli trascorsi a Vicenza in un triennio che portò la squadra veneta ad essere protagonista assoluta in serie B ed un ottima squadra in serie A. La conoscenza con il trainer G.B. Fabbri, persona amata da Paolo come fosse un padre, lo portò ad essere un centravanti nonostante fosse scettico data la sua magrezza, la statura normale ed in seguito l'operazione subita a tutti e due i menischi, ma il saggio trainer valorizzò le sue doti di controllo, scatto, colpo d'occhio, spiccato senso della posizione e finì in quelle tre stagioni per raggiungere quel suo progetto meglio di qualunque altro. Paolo maturò come giocatore, anche grazie alla fortissima coesione che regnava nel club bianco-rosso e della forte amicizia con i compagni soprattutto con il capitano Giancarlo Salvi, e si concretizzò come uomo conoscendo Simonetta Rizzato, figlia di un noto commerciante vicentino, ed ambedue giovanissimi iniziarono una storia d'amore lunga 18 anni, nascerà nell'82 il figlio Alessandro, l'anno in cui il nostro Paolo esplose ai Mondiali in Spagna, dove ne uscì capocannoniere con 6 reti, di cui 3 al Brasile e propiziando con il primo gol la vittoria dell'Italia nella mitica finale al Santiago Bernabeu contro la Germania del Luglio 1982. In quegli anni la bella Simonetta e l'eroe Pablito erano sulle pagine di tutti i maggiori rotocalchi, la coppia viveva anni felici e l'idillio proseguì fino ad una consensuale rottura, lui molto spesso fuori per lavoro, lei presa dalle sua attività commerciali nella sua Vicenza, decisero così insieme di separarsi per prender ciascuno la propria strada. Simonetta, la sua prima moglie si è risposata ed era al capezzale del suo ex marito all'ospedale Santa Maria alle Scotte di Siena esattamente il giorno prima della sua morte, sarà il suo ultimo saluto in vita.

Mario Sconcerti, giornalista suo grande amico, così scrive in un suo articolo: "Paolo è stato molto altro, un uomo buono, un eroe dei tempi, leggero come una piuma e disinteressato alla sua bravura. La conosceva, e più passava il tempo e più l'amava. Ma non gli ho mai sentito dire una volta che è stato un gran calciatore". Dunque una persona normale, umile ma al tempo stesso un amico di tutti, era cosa normale trovarlo nella sua residenza a Bucine, al negozio del pane o al bar con gli amici o a qualche partita di beneficenza, come avvenne nel 2005 a Tuoro sul Trasimeno, dove fu chiamato dalla pro Loco per una partita il cui incasso sarebbe stato devoluto in opere di beneficenza e lui non battette ciglio, prestandosi a foto ed autografi e giocando a pallone con tanti bambini. Pensate che leggendo le varie storie ed aneddoti in questi giorni ne ho trovato una che merita essere narrata. Alcuni anni dopo la vittoria ai Mondiali di Spagna Paolo è chiamato a Rio de Janeiro per disputare una partita in beneficenza e giocò solo il primo tempo ma dalle tribune pioveva di tutto dalle monete alle bucce di banana. Girava la diceria in Brasile che si aveva il terrore di aprire un guscio d'uovo fresco per il timore di trovarci non un rosso, nè due, bensì 3 "Rossi" in memoria dei tre gol rifilati da Paolo ai Carioca che da quel giorno gli valse l'appellativo di Pablito.  Ebbene al termine di quella gara il nostro Pablito si reca in taxi all'aeroporto per fare ritorno in patria, ma era talmente odiato dai brasiliani e persino da quel tassista che si accorse della vera identità del suo passeggero solo a metà percorso, ma l'altra metà il nostro Paolo se la fece a piedi perchè venne bruscamente invitato a scendere deal Taxi.

Il Duomo di Vicenza Santa Maria Annunciata ieri ha atteso l'ingresso delle spoglie del campione con un pubblico limitato solo dall'emergenza sanitaria, altrimenti non sarebbero bastati 10 campi di calcio almeno. Prima è stata fatta una visita al tuo stadio il Romeo Menti dove con la tua vecchia maglia bianco-rossa contraddistinta dal N°9 e dalla R del RealVicenza con l'eterno sponsor LaneRossiVicenza hai voluto realizzare con uno dei tuoi irresistibili dribbling l'ultimo gol, quello più importante quello che farà volare il pallone ...fino ai Campi Elisi...e ti hanno applaudito tutti i tuoi amici con cui hai giocato dai Mondiali dell'82: Marco Tardelli, Antonio Cabrini, Alessandro Altobelli, alle squadre in cui hai militato e poi tanti, tanti altri... Roberto Baggio, Roberto Bettega, Bruno Conti, Antognoni, Collovati ed infine tua moglie e le tue bambine, alle quali fino a pochi attimi avanti la tua dipartita raccomandasti affinchè si accudisse alla loro crescita senza far sentire la mancanza del padre. Saranno in molti a prendere la parola per omaggiare l'ultimo pensiero in tuo onore, anche il Presidente Gravina sottolineerà: "....è come se Paolo Rossi si fosse portato via gli anni Ottanta....!" E magari...fossero solo quelli....purtroppo si è portato via molto...ma molto di più!  Si è portato via un pezzo della nostra storia... Paolo tre giorni fa...e Diego quindici giorni fa....sarà difficile per chi non avesse davanti a sé un orizzonte di vita molto esteso ritrovare due campioni di questa levatura ed umanità.                                                                                        

Mentre termino la stesura di questo omaggio che personalmente desidero rivolgere alla memoria del nostro Paolo, apprendo che una banda di scriteriati, blasfemi ed esseri infelici, approfitta delle solenni esequie per far razzia proprio in quel momento dei valori più preziosi custoditi nella dimora del nostro campione. Leggo che i balordi avrebbero trafugato vari oggetti, poche decine di euro ed un orologio di valore cui Paolo teneva tantissimo.                                                                                                                                                                                    Pablito non ti avvilire...lassù...guardar l'ora non serve più!!...
Ti auguro di essere felice e di continuare a segnare quei magici gol che ci hanno fatto tanto innamorare di te...e vedrai che fra le tue giocate e quelle di Diego farete divertire...e a lungo ...molto a lungo tutti...ma proprio tutti gli ospiti dei Campi Elisi!
Per noi...Pablito!....vivrai in eterno!

Un abbraccio
Massimo 48