Un nuovo scandalo scommesse nel calcio italiano, l'ennesimo, si è abbattuto sul mondo pallonaro come un terremoto, ora tutti sembrano indignati e disgustati da tale fenomeno, però bisognerebbe fare alcune puntualizzazioni.

Siamo ancora agli albori dell'inchiesta ed i presunti colpevoli andrebbero tutelati dalla gogna mediatica, anche perchè, a differenza del passato, fino ad ora non sembra esserci l'onta della falsificazione dei risultati, il che può sembrare banale ma riduce il fenomeno a semplice ludopatia e non ad atti criminosi intenti ad invalidare il campionato.

I professionisti coinvolti hanno sicuramente sbagliato e probabilmente andranno incontro ad una squalifica, ma non si può non tener conto delle attenuanti del caso, i ragazzi in questione, perchè di ragazzi giovanissimi si tratta, non hanno in alcun modo alterato i risultati sportivi, se l'inchiesta dirà altro sono pronto a rivedere il mio pensiero, ma fino ad ora sembra trattarsi di persone, ancor prima che calciatori, malate di gioco.
Molti sostengono che la ludopatia sia la scusa per evitare una lunga squalifica da parte dei soggetti coinvolti, ma tutti sanno che la ludopatia è una piaga sociale al pari della droga e dell'alcool e questi ragazzi rappresentano l'iceberg sotto i riflettori dove i comuni mortali con la stessa problematica si identificano.

La ludopatia, conosciuta come DISTURBO DA GIOCO D'AZZARDO, è un disturbo psicologico rientrante nella categoria diagnostica dei  disturbi del controllo degli impulsi e nei casi più gravi si ricorre al trattamento farmacologico.
Similmente ad una tossicodipendenza, il giocatore d'azzardo patologico mostra una crescente perdita di controllo nei confronti del gioco d'azzardo, aumentando la frequenza delle giocate, il tempo passato a giocare, la somma spesa nell'apparente tentativo di recuperare le perdite, investendo più delle proprie possibilità economiche.

Oltre agli aspetti compulsivi, tale disturbo è caratterizzato da tipiche distorsioni cognitive, come l'illusione del controllo sugli esiti delle giocate e la distorta percezione delle cosiddette “quasi vincite”, ovvero situazioni di gioco in cui si verifica una combinazione che si avvicina a quella scelta dallo scommettitore, percepita come approssimazione di un successo e quindi come incentivo a proseguire con le scommesse, arrivando a scommettere una quantità sempre crescente di denaro con lo scopo di raggiungere l'eccitazione desiderata.

La forza di questa distorsione è nota da tempo, tanto che le lotterie istantanee e le videolottery sono programmate ad arte per produrre una elevata frequenza di quasi vincite per incoraggiare così il giocatore a perseverare nel gioco.
Il gioco online rappresenta la fusione del disturbo da gioco d'azzardo con la semplicità d'accesso fornita dalla rete.
Il Web consente in ogni momento l'accesso ad un'immensità di giochi che illudono il giocatore di poter guadagnare ingenti cifre.
Anche qui come in altre internet-dipendenze, il soggetto rimane imprigionato in un circolo vizioso, al punto da trascurare, nei casi patologici, i rapporti umani, sociali e familiari oltre che lavorativi.

E' fin troppo facile puntare il dito su ignoranza, mancanza di valori, noia, chiunque in un momento di difficoltà psicologica può cadere nella trappola del gioco d'azzardo alla ricerca di nuove emozioni che una società sempre più plastificata distrugge giorno dopo giorno.
E' fin troppo facile ridurre tutto a superficialità ed avidità, parliamo di persone con una dipendenza ed una problematica molto seria.
Forse, dico forse, in fondo non sono mica uno psicoterapeuta, bisognerebbe aiutare queste persone a ripartire dagli affetti, dall'amore per le piccole cose e gioie quotidiane, dalla cultura del lavoro e del sacrificio, cultura che va disperdendosi ammaliati dai guadagni facili al costo di sacrificare tutto il resto.

Quindi mi chiedo, Fagioli, Tonali e Zaniolo sono dei criminali o semplicemente 3 ragazzi che hanno bisogno di aiuto?