Quattro partite senza vittorie sono un'enormità se ti chiami Juventus, due punti in quattro partite sono pochi anche per chi lotta per non retrocedere.
Da antagonisti alla vittoria per il titolo, i bianconeri rischiano di compromettere anche la qualificazione alla prossima Champions League, nonostante un cospicuo vantaggio di nove punti sulla momentanea quinta classificata.
Ad attendere la Vecchia Signora c'è un calendario complicato, con una serie di partite contro le squadre più ostiche ed in forma del momento, la situazione psicologica ed atletica della squadra merita la massima attenzione come anche sottolineato dallo stesso Allegri, il rischio di ulteriori passi falsi è altissimo oltre che dietro l'angolo.

I bianconeri vivono un'involuzione preoccupante, se il passaggio dalla lotta scudetto alla lotta champions può aver lasciato un segno nella testa dei giocatori, quel che preoccupa di più è l'evidente calo fisico degli interpreti principali, e qui il motivo è da ricercarsi in una rosa scarna falcidiata anche da squalifiche ed infortuni che ha costretto a schierare praticamente sempre gli stessi arrivando di fatto scarichi al momento clou della stagione.
Le colpe sicuramente sono da condividere tra una dirigenza ancora impegnata nei tribunali per le scorie rimanenti della passata stagione, uno staff tecnico che dopo tre anni di gestione Allegri ancora non riesce ad imprimere un'identità ed un gioco che non sia solo difesa e ripartenze a questo gruppo, ed una proprietà che nella figura di John Elkann si contraddistingue soprattutto per i tanti silenzi a distanza dalla squadra, quando piuttosto servirebbe sentire la voce e l'opinione del padrone di casa.

Con Andrea Agnelli eravamo abituati bene, al netto dei suoi errori che non sto qui a ripetere, il presidente dei nove scudetti consecutivi ha dato voce ad un popolo che dopo calciopoli era assetato di rivalsa, ha ridato dignità ed orgoglio ai colori bianconeri, ha ricompattato l'ambiente con la sua continua presenza lavorando con e per la Juventus tutti i santi giorni.

John Elkann non è e non sarà mai Andrea Agnelli, non lo è per indole né tantomeno per carattere, non è Andrea Agnelli per ruolo e mansioni, ma ora come ora sarebbe necessaria una presa di posizione forte, inserendo magari nell’organigramma dirigenziale una figura di campo come ad esempio Alessandro Del Piero, per trasmettere al gruppo il significato dell'essere Juventus, per  far sentire il tifoso cullato e rassicurato sul fatto che la famiglia tenga ancora alla società bianconera, far capire che nonostante il silenzio si stia lavorando al meglio per garantire alla società un futuro roseo e ricco di successi, far capire al tifoso che il DNA bianconero non si è perso in una sera al Bentegodi, per far capire al tifoso che la Juventus mai doma è lì in cantiere pronta a veder la luce nel prossimo futuro.

Urge ricompattarsi per centrare la qualificazione alla prossima Champions League, urge soprattutto una società che nella figura di John Elkann torni ad essere presente anche fuori dal campo, prendendo decisioni importanti che possano indirizzare la società sui giusti binari.
A giugno poi, ad obiettivo raggiunto, si attende un colpo di reni capace di ribaltare una situazione tecnica imbarazzante con un nuovo Staff, che non sia ovviamente capitanato da Allegri, ma da un giovane con idee propositive ed innovative, ed una rosa profondamente rivista nei suoi elementi.
Ma sarà veramente così? John Elkann dove sei?